Oltre il pregiudizio

Concedersi la possibilità di conoscerlo questo mondo arabo, che tanto spaventa, soprattutto per luoghi comuni e pregiudizi

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/11/FacebookHomescreenImage.jpg[/author_image] [author_info]di Susanna Allegra Azzaro. Amo definirmi “cittadina del Mediterraneo”. Le mie origini si perdono tra Sardegna, Genova, Sicilia e Nord Africa, ma è a Roma che sono (casualmente) nata. Lavorare nella cooperazione internazionale mi ha dato la possibilità di vivere un po’ in giro nel mondo; la curiosità, invece, mi ha spinta a cercare di imparare il più possibile dalle culture con cui sono venuta a contatto. Tra il 2008 e il 2009 il lavoro mi porta in Medio Oriente e da allora esso continua ad essere una presenza costante nella mia vita. Recentemente vi sono tornata per approfondire i miei studi della lingua araba colloquiale “levantina”.[/author_info] [/author]

1 dicembre 2013 – La prima volta che sono atterrata in Medio Oriente era il maggio 2008,  a Kuwait City c’era appena stata una tempesta di sabbia e l’aria era assolutamente irrespirabile.

In tutta sincerità, non avevo mai avuto un particolare interesse per quest’area geografica, mentre avevo sempre subito il fascino del continente africano con la sua ricca vegetazione e gli animali improbabili.

Ed invece mi ritrovai a lavorare ad un progetto sull’Iraq con base in Kuwait, circondata dal deserto e con temperature che superavano i 45 gradi. E’così cominciata un’avventura che mi ha portata a viaggiare, vivere e scoprire un mondo che mi incuriosiva e spaventava allo stesso tempo.

war-in-the-middle-east

La mia vita mediorientale è stata un susseguirsi di eventi comici e tragici che hanno cambiato inevitabilmente il mio modo di concepire il Medio Oriente stesso.

Mi sono scrollata di dosso l’arroganza culturale occidentale e ho messo da parte i pregiudizi.

Insomma, mi sono concessa la possibilità di conoscerlo questo mondo arabo che tanto spaventa e da allora mi ritrovo spesso, mio malgrado, a doverlo difendere con amici e conoscenti qui in Occidente.

Premetto che non ho abbracciato nessuna causa mediorientale, odio essere bollata come saccente e lungi da me il definirmi  “esperta di”. Capita, però, che ogniqualvolta che parlo della mia esperienza rimango ancora stupita delle diverse reazioni che le parole “Medio Oriente” provocano nei miei interlocutori.

Si passa dall’incredulità rispetto al fatto che io sia ancora viva e vegeta, essendo convinti che le chance di rimanere illesi passeggiando per una strada di  Beirut o Amman siano quasi pari a zero,  allo sguardo disgustato di chi pensa che il Medio Oriente sia un grande unico campo di addestramento di fondamentalisti religiosi pronti a farsi saltare in aria per le “nostre” strade.

Non posso negare che vivere lì sia stato anche difficile, a volte persino insopportabile; di certo la vita non sempre scorre serena e spensierata, ma   nemmeno è quel posto pieno di insidie e invasati religiosi come molti ritengono nel mondo occidentale.

Non voglio impartire nessuna lezione a nessuno.

A me semplicemente piace parlare del “mio” Medio Oriente. Non quello descritto dai media o da turisti da viaggio organizzato e pulmino blindato, ma quello di una giovane donna occidentale che un giorno si è imbarcata per un volo per il Kuwait con una valigia piena di timori e prudenza, ma anche tanta curiosità e voglia di scoprire.

Vorrei ripercorrere questo mio viaggio partendo proprio dai pregiudizi più comuni sul Medio Oriente, quelli con cui, insomma, mi scontro più frequentemente.

Niente analisi socio-culturali né politiche. Semplicemente il racconto di una vita, la mia.



Lascia un commento