Tanzania, le signore dell’hockey

Il loro motto è “Hatusikate Tamaa”, non molliamo. La nazionale femminile di hockey su prato della Tanzania è rinata grazie alla caparbietà di dodici donne tanzaniane, una keniota e un’allenatrice italiana.

 

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/11/Andrea-Cardoni.jpg[/author_image] [author_info]testo, foto e video di Andrea Cardoni da Dar Es Salaam. Andrea Cardoni ha pensato e raccontato, con video, foto e cose scritte, storie e tante care cose dei villaggi rurali della Tanzania, dei terremoti dall’Aquila all’Emilia, di un partigiano che ha più di 100 anni che si chiama Garibaldo e di suo nonno Remo.[/author_info] [/author]

 

3 dicembre 2013 – Dar es Salaam, 21 novembre. Le ragazze si sono svegliate prima di tutte anche questa mattina e stanno andando a vincere. Sono partite il 13 novembre, ancora, verso il Kenya. Ancora per la Coppa d’Africa di hockey femminileAncora, perché dopo l’attentato di settembre al centro commerciale Westgate di Nairobi, la competizione è stata rinviata e sono dovute tornare indietro e riprendere di nuovo gli allenamenti al campo di Dar Es Salaam, vicino alla fermata dei dalla-dalla, gli autobus urbani.

 

IMG_0761 Tanzania

Tutta la tensione è calata – ricorda Valentina Quaranta, allenatrice della nazionale tanzaniana femminile di hockey: – riprendere gli allenamenti non è stato semplice, non tutte sono ritornate al campo subito. A un certo punto ho avuto anche la paura che il torneo non si sarebbe giocato: non è stato per niente facile”.

 

IMG_0739 Tanzania

 

Ancora perché hanno continuato a svegliarsi presto la mattina, togliere ore di riposo al loro sogno e rincorrerlo dietro a una palla, insieme a una mazza da hockey, prima di dar da mangiare ai figli, ai mariti, prima di andare a lavorare. Tutto per tornare ancora in Kenya a giocarsi la coppa con le altre squadre femminili di hockey su prato dell’Africa. Non hanno mollato.

 

IMG_0645 Tanzania

 

In Tanzania, ma anche in Italia, pochi sanno dell’esistenza dell’hockey su prato; in swahili lo chiamano “mpira ya magongo”, ovvero il gioco dei bastoni. Tutte le squadre tanzaniane di hockey, poche, sono maschili. Nel 1980 la squadra maschile di hockey della Tanzania ha partecipato alle olimpiadi di Mosca, classificandosi ultima. Da allora i maschi hanno partecipato ai giochi dell’Africa in Malawi, Zambia e Dubai, mentre la squadra femminile non ha mai partecipato ad una competizione internazionale ufficiale perché mancavano i fondi.

 

[sz-youtube url=”https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=nw6-0QmGp40″ /]

 

Qualche anno fa la squadra femminile era totalmente scomparsa. Finché non è arrivata Valentina. Valentina Quaranta, originaria di Bra, ha giocato con la Lorenzoni di Bra e anche in nazionale.

Alle sei, Valentina, è sul campo di allenamento, vicino alla fermata dell’autobus, circondato da grandi alberi, a preparare gli attrezzi. Valentina ha pensato che ci si può allenare anche con bottiglie di plastica riempite di terra e legate a un bastone di legno, con una corda, con i propri piedi sul sedere della compagna di squadra come fosse una pressa per fare gambe più forti.

 

[new_royalslider id=”84″]

 

Valentina in quest’avventura ci si è trovata proprio grazie a quella fermata di dalla-dalla, a Dar Es Salaam, quando faceva il servizio civile con il COPE (Cooperazione paesi emergenti). Tornata in Italia, ha coinvolto amici, federazione italiana, Tulime (un’altra ONG italiana) e si è fatta rispedire a Dar Es Salaam.

Valentina è riuscita a portare Magan, Flora, Salome, Happy, Leah, Hawa, Mariamu, Shbae, Eudia, Alice, Joyce e Kidawa alla coppa d’Africa di hockey femminile. Valentina che prima di partire, nei giorni degli allenamenti diceva: “Non ne vinceranno nemmeno una”.

 

IMG_0771 Tanzania

 

Ma loro continuano a svegliarsi prima di tutte, ancora. Loro che nelle tre partite della Coppa d’Africa hanno realizzato 1 gol e ne hanno subiti 56 da Ghana, Kenya e Sud Africa. Loro hanno vinto perché dal Kenya tornano con la forza di aver lasciato i mariti a casa, perché nonostante questo hanno continuato a giocare, ancora, con il loro motto: “Hatusikate Tamaa”, “Non molliamo”.  

 

 



Lascia un commento