Colonna destra: Christian Elia

La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.

Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale. 

 di Christian Elia

24 dicembre 2013 – Fermarsi, soffermarsi, respirare. Per un momento, per un giorno intero. Per un minuto. Farlo per nutrire tutti i sensi, tutti i momenti di giornate scandite da ambienti intimi, momenti familiari, ma anche solitudine e mancanze.

Le segnalazioni che seguono sono un consiglio, nulla di più, le certezze sono prigioniere del futuro incerto. Buon momento a tutti, a ciascuno il suo.

Guardo.

A World Not Ours, 2012, di Mahdi Fleifel. Presentato in Italia al festival Middle East Now, è un documentario a metà tra la memoria, il racconto e l’incontro. Il regista torna nel campo profughi palestinese di Ai nel-Hilweh, a Beirut, dove è nato come tutti i discendenti dei palestinesi scacciati dalla loro terra nei conflitti con Israele. Il suo amico di sempre Abu Eyad, è rimasto per tutta la vita al campo, metafora di quel popolo palestinese che protegge la sua identità nel racconto, nella memoria, facendo della diaspora una pianta da innaffiare con lacrime e risate. I mondiali di calcio diventano il palcoscenico di questo confronto, tra una nazione che esiste solo nell’anima e la vita di tutti i giorni.

 

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Jas sum od Titov Veles, 2007, di Teona Strugar Mitevska. Film macedone, ambientato in una città scossa dai cambiamenti in atto nella regione. Un affresco tra deindustrializzazione e privatizzazioni selvagge, nel quale si muovono tre sorelle sole al mondo, che come i vecchi paesi della ex-Jugoslavia si devono inventare un futuro. Sposarsi per sbarcare il lunario, emigrare per cambiare vita, aspettare che vengano mantenute le promesse che sono di un uomo, ma sembrano quelle di un Occidente che non è mai come lo immaginavano.

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Ascolto.

Sicilia araba, 2013, disco dei Milagro Acustico, con il cantante tunisino Marwan Samer. Un progetto musicale nato nel 1995, per iniziativa del leader Bob Salmieri, che non hai mai smesso di navigare il Mediterraneo, in tutti i sensi di marcia. Perché i flussi, seguono la storia, e ciclicamente si invertono, si scambiano, si contaminano. Sicilia Araba è il terzo lavoro di una trilogia dedicata ai poeti arabi di Sicilia, perché è sul tema del dominio arabo nel Mediterraneo che il progetto musicale indaga. Negli anni sono decine gli artisti con cui i Milagro si sono incontrati e mescolati, questa volta tocca la suonatore di oud Marwan Samer.

 

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A Sarajevo, l’estate scorsa, un movimento di protesta ha assediato il Parlamento. In prima fila tra i dimostranti il musicista Damir Imamovic, erede e nuovo interprete del genere della sevdah, lo struggente blues balcanico.

Dopo aver pubblicato due dischi con il Damir Imamović Trio e altri due dischi da solo, ha attualmente dato vita ad un nuovo progetto musicale, il Damir Imamović Sevdah Takht, con Ivan Mihajlović (basso) e Nenad Kovačić (percussioni), per esplorare ulteriormente la sevdah secondo un continuo processo di apprendimento e ricerca.

 

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Leggo.

 

Un asino in mezzo ai suoni, di Wajdi al-Ahdal, 2010, Poiesis editore.
Un noir nello Yemen che si preparava alla guerra civile tra le due parti in cui era diviso il Paese. Zaynab, Arwa e Thaira sono tre donne colte e intelligenti, che abbattono ogni stereotipo e preconcetto. Insieme, in una dimensione tra sogno e realtà, combattono le tre anime di una società che fatica a premiare la sua anima femminile: famiglia, politica, religione.

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L’erba che non muore mai, di Yashar Kemal, 1968, Tranchida editore.

Terzo e ultimo capitolo della Trilogia della montagna, il ciclo di romanzi che racconta le vicende degli stagionali del cotone in Turchia. Interi villaggi di montagna che, all’affacciarsi dell’autunno, scendono verso le pianure per far da manodopera (spesso con retribuzioni schiavistiche) nella raccolta del bianco fiore. Yashar Kemal, con la sua affabulazione fluviale, trascina il lettore dentro questo mondo a sé, con la maestria dello sciamano, del cantore epico e del narratore socialista.

NZO

Alba Dorata – La Grecia nazista minaccia l’Europa, di Dimitri Deliolanes, 2013, Fandango editore. L’autore, per più di trenta anni, ha raccontato l’Italia come corrispondente della television di stato greca ERT. Tutto è cambiato: la stessa televisione è caduta sotto i colpi di scure della troika Ue, mentre i nazisti di Alba Dorata, finanziati dalla ricca borghesia degli armatori greci e protetta da una polizia connivente, sono entrati in parlamento. Un’Europa capace di salvare le banche, ma non di fermare il neonazismo. Un libro necessario, tra inchiesta e riflessione, sull’anima nera della Grecia, che finisce per essere quella dell’Europa, perché in Grecia nasce e muore l’Europa della democrazia.

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