Trieste Film Festival

Appuntamento con l’est: in corso la 25ma edizione del Trieste Film Festival, la rassegna dedicata al cinema dell’Europa orientale. Quest’anno, per la prima volta, nessun film “ex Jugoslavo” in concorso

di Nicola Falcinella, tratto da Osservatorio Balcani Caucaso

20 gennaio 2014 – Il bellissimo film di Danis Tanović “Epizoda u životu berača željeza – Un episodio di un raccoglitore di ferro”, apre domani sera il 25° Trieste Film Festival (fino al 22 gennaio). La pellicola, Orso d’argento e premio per il migliore attore a Nazif Mujć al Festival di Berlino 2013, è anche tra le nove in lizza per la nomination all’Oscar come miglior film straniero.

Un’apertura di grande livello per la storica manifestazione dedicata al cinema dell’Europa centro-orientale, che sempre più sta allargando i suoi confini, in programma fino a mercoledì 22 con proiezioni al Teatro Miela e alla Sala Tripcovich.

Il film di chiusura sarà “Wałesa, Man Of Hope” del regista polacco Andrzej Wajda, ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa, in uscita nelle sale italiane ad aprile.

trieste-film-festival-2014

L’impostazione della rassegna è sempre basata sui tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari) che fanno il punto sulla produzione recente dell’area, ma si distinguono eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno al Caffè San Marco da lunedì). Anche se ormai sono un ricordo le bellissime retrospettive sui registi dell’est, tra scoperte e riscoperte, che hanno fatto la storia della manifestazione. Anche quest’anno i premi saranno attribuiti dal pubblico in sala.

Concorso lungometraggi

Tra gli otto titoli, tutti in anteprima italiana, del concorso lungometraggi spicca l’assenza di film dall’ex Jugoslavia ed è forse la prima volta. Su tutti c’è il romeno “Când se lasă seara peste Bucuresti sau Metabolism – Quando la sera scende su Bucarest o Metabolismo” di Corneliu Porumboiu, già in concorso a Locarno e Sarajevo.

Il film ungherese “A nagy füzet – Il grande quaderno” di János Szász (che uscirà nelle sale a fine aprile), vincitore del Festival di Karlovy Vary e tra i nove della short list di candidati all’Oscar, è tratto dall’omonimo romanzo che fa parte della “Trilogia della città” di K. di Ágota Kristóf.

Il russo “Styd – Vergogna” di Jusup Razykov, è ambientato tra i fiordi della penisola di Kola, dove in un piccolo insediamento vivono le famiglie dell’equipaggio di un sottomarino e le guardie di frontiera e dove arriva una giovane donna sposata con un sommergibilista. Da tener d’occhio il kazako “Harmony Lessons – Lezioni di armonia” del debuttante Emir Baigazin, dura storia di bullismo dentro un orfanotrofio già premiata lo scorso anno a Berlino per la fotografia.

I documentari

Nel concorso documentari 11 opere. Tra questi “Četrdesmit Divi – Quarantadue” della lettone Laila Pakalniņa, “Judgment in Hungary – Sentenza in Ungheria” dell’ungherese Eszter Hajdú sulla storia agghiacciante del processo a quattro membri del gruppo di estrema destra che tra il 2008 e il 2009 portò a termine una serie di aggressioni contro una comunità di rom uccidendo sei persone. “Mama Europa – Mamma Europa” della slovena Petra Seliškar è uno sguardo all’Europa attraverso gli occhi di Terra, una bambina di 6 anni nata nei Balcani, ma cresciuta come cittadina del mondo dal padre di origine cubana e macedone e dalla madre slovena.

In concorso l’italiano “The Special Need. L’amore secondo Enea” dell’udinese Carlo Zoratti (nelle sale italiane il 2 aprile), storia di Enea, ragazzo autistico che, per fare sesso alla “luce del sole”, s’imbarca in un viaggio in Europa con gli amici Carlo e Alex, per risolvere il problema.

In “Szerelem patak – Flusso d’amore” di Ágnes Sós gli abitanti di un villaggio della Transilvania anche se anziani discutono di amore e desiderio e raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni più intimi. Fuori gara è “Parole povere” di Francesca Archibugi sull’incontro con il poeta friulano Pierluigi Cappello.

Tra i 16 cortometraggi ci sono l’italiano “Anna” di Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino, e due animazioni (“Alerik” di Vuk Mitevski dalla Macedonia e “Boles” di Špela Čadež dalla Slovenia). Nella selezione non competitiva di 15 cortometraggi di animazione anche il serbo “Rabbitland – La terra dei conigli” di Ana Nedeljković e Nikola Majdak jr..

Confermata “Tendenze di genere” che guarda alla produzione “popolare” proponendo film che hanno avuto grande riscontro al botteghino in patria. “Svećenikova djeca – Scherzi da prete” di Vinko Brešan (sarà nelle sale italiane in maggio) è il più grande successo al box office nella storia del cinema croato: un giovane sacerdote, spinto dal desiderio di aumentare il numero delle nascite sull’isola della Dalmazia dove vive, inizia segretamente a bucare tutti i pacchetti di preservativi prima che vengano venduti.

Sergej Paradžanov

Tra gli omaggi spicca quello a Sergej Paradžanov, cineasta-pittore, artista visivo, spirito ribelle, nato in Georgia nel 1924, autore dalla breve ma folgorante filmografia, vissuto in povertà e perseguitato dal regime sovietico. In occasione del novantesimo dalla sua nascita (e il quarantesimo dalla sua prima condanna ai lavori forzati “per traffico di opere d’arte e per omosessualità”), il regista armeno Serge Avedikian e l’ucraina Olena Fetisova hanno realizzato il biografico “Paradjanov”. Saranno proiettati anche “Sayat nova – Il colore del melograno” e al documentario di Levon Grigorjan “Vospominanija o “Sayat nove” – Reminiscenze su “Sayat Nova””.

Tornano gli Italian Screenings, con film italiani recenti proposti ai professionisti del settore: “La mia classe” di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea, “Piccola patria” di Alessandro Rossetto, ambientato in Veneto, “Il treno va a Mosca” di Federico Ferrone e Michele Manzolini, l’utopia comunista e la sua fine nello sguardo e i filmati del barbiere romagnolo Sauro Ravaglia e il viaggio musicale in Grecia “Indebito” di Vinicio Capossela e Andrea Segre.

Arte e cinema

Tra le novità Trieste FF Arthouse, tre titoli dove arte e cinema si intrecciano. “Projeckt: Rak – Progetto cancro” dello sloveno Damjan Kozole (“Slovenka”) è incentrato sulla figura di Ulay, pioniere della body art, della performance art e della polaroid art, a lungo compagno di Marina Abramović e dal 2009 stabilitosi a Lubiana. “Melting Street” della croata Ivana Hrelja è basato sulla performance dell’artista triestina Elisa Vladilo a Pola.

Domenica 19 al Teatro Miela si svolgerà inoltre una tavola rotonda sul cinema “Made in FVG” per fare il punto su un anno straordinario in cui produzioni di film di cineasti della regione hanno raggiunto grandi premi e successi di pubblico. Su tutti il “caso” “Zoran il mio nipote scemo” del goriziano Matteo Oleotto, il cui successo è iniziato alla Mostra del Cinema di Venezia con il Premio della Settimana della Critica ed è proseguito con un tour internazionale e un’uscita in sala con ottimi risultati. Inoltre “Tir” di Alberto Fasulo, Marc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma, “The Special Need” di Carlo Zoratti.

Cinque i finalisti della quarta edizione del Premio Corso Salani per un’opera italiana indipendente e low budget in corso di realizzazione.

Due bellissimi lungometraggi fuori concorso. In anteprima italiana il greco “I kori – La figlia” di Thanos Anastopoulos, co-prodotto dalla triestina Mansarda Production, poi “Class Enemy – Nemico di classe” dello sloveno Rok Biček (uscirà in sala a settembre con Tucker).

Ai confini del suono

Spazio alla musica nella sezione Ai confini del suono con due titoli. In “Anplagd” del serbo Mladen Kovačević una detective in pensione e un anziano del paese sono gli ultimi due “suonatori di foglie”, mentre un inventore dilettante cerca di decodificare questa oscura arte. “Pravi človek za kapitalizem – L’uomo giusto per il capitalismo” di Dušan Moravec racconta la storia di Damir Avdić, musicista, poeta e scrittore bosniaco di Tuzla che vive in Slovenia e trasforma i suoi concerti in atti di accusa alla società contemporanea.

Ancora “Pussy Riot: A Punk Prayer” di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin su Nadia, Maša e Katia, le tre attiviste che con la loro preghiera punk hanno scandalizzato e provocato il potere russo.

Infine l’evento speciale “1914-2014 I cento anni della Grande Guerra”: domenica sarà proiettato “La Grande Guerra” di Mario Monicelli e a seguire il documentario “I sentieri della gloria – In viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra” di Gloria De Antoni. Alcuni dei titoli saranno in streaming in partnership con MYmovies.it.



Lascia un commento