Il furto della crisi

Caltanissetta. Lo scassinatore seriale di macchinette delle merendine, il pensionato che ruba la spesa dalle auto in sosta del supermercato. Due casi raccontati dalla polizia di Caltanissetta dimostrano come il colpevole è vittima della crisi, a sua volta colpevole.

di Angelo Miotto

25 gennaio 2014 – La crisi economica sta inflazionando anche il settore dei furti. Lo scrive la Questura di Caltanissetta commentando l’arresto di uno scassinatore seriale di macchinette per le merendine. Nei comunicati, di cui abbiamo notizia grazie a IRPI, in poche ore si passa dalle monete dei dispenser al pensionato che ruba la spesa altrui nel parcheggio del supermercato.

Le parole del comunicato stampa vengono dalla stessa Questura che nei giorni scorsi ha messo a segno ottimi risultati nella lotta a Cosa Nostra. E che, contemporaneamente si trova a lavorare ‘meticolosamente’ anche con il rilevamento di impronte digitali sui furti seriali delle monete delle macchinette o sul pensionato che sottrae la borsa della spesa ai distratti clienti in un parcheggio. Ma partiamo con ordine.

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Il pensionato.
Siamo a Caltanissetta, è il 22 di gennaio. La Squadra mobile, 4^ sezione Reati contro il patrimonio sta ricevendo da qualche tempo delle segnalazioni di borse della spesa che, misteriosamente, spariscono davanti a un noto supermercato. Parte l’attività di ‘osservazione’.

Scrive la Questura:

Gli uomini dell’Antirapina che stavano monitorando il posto notavano, infatti, il pensionato T. G. che con nonchalance, dopo aver effettuato qualche acquisto in quel supermercato, posava i sacchetti all’interno della sua autovettura, per mettersi a gironzolare tra le altre autovetture in sosta, rilevando i possibili obbiettivi da colpire. L’intuizione degli Agenti veniva riscontrata poco dopo, allorquando il pensionato puntava un’autovettura sulla quale la vittima, dopo aver posato un sacchetto, si allontanava per posare il carrello della spesa, lasciando per quel breve tempo il veicolo aperto.

Nonostante la non più giovane età il pensionato, con mossa fulminea, apriva lo sportello dell’auto ed asportava quel sacchetto all’interno del quale erano contenuti dei panini imbottiti e  delle bibite. Gli agenti bloccavano il ladro immediatamente con in mano la refurtiva, che vistosi smascherato ammetteva con molto imbarazzo le sue colpe, venendo subito dopo indagato in stato di libertà per il reato di furto aggravato.

Il rapinatore seriale delle macchinette per lo snack

Il giorno dopo aver beccato il pensionato, siamo al 23 gennaio, nuovo comunicato stampa della Questura nissena. Questa volta in stato di arresto è finito un giovane di 23 anni, Michele G.  –il nome non è importante ai nostri fini  -. Michele, scrive la polizia, aveva scambiato le macchinette distributrici di merendine per dei bancomat, scassinandole in maniera seriale, portandosi via da 600 ai 1.200 euro a colpo, con un’ultima sortita notturna piuttosto sfortunata che gli aveva portato solo cento euro in tasca.

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Anche qui vale citare il racconto con la sintassi tipica del verbale che viene stilato nelle questure d’Italia, a tutti gli effetti un linguaggio codificato che ci riporta ai cinegiornale in bianco/nero. Si scrive:

Tra gli obiettivi presi di mira dai ladri figuravano in maniera preponderante i distributori di vivande installate nelle scuole e negli uffici pubblici, che rimanendo incustoditi nelle ore notturne, risultano prede facilmente aggredibili.

La facilità di poter violare tali edifici pubblici, nelle ore notturne e serali, ha generato nell’odierno arrestato la chiara determinazione a reiterare costantemente la tipologia dei reati commessi, al fine di trarne immediata utilità dalle somme in contanti asportate, agendo con cadenza seriale quasi maniacale, credendo di agire indisturbato e di poter preservare l’impunità.

Il G., infatti, pensava di agire nell’ombra, ma non aveva messo in conto che la tecnologia ha fatto passi da gigante consentendo di poter monitorare ogni luogo con sistemi di videosorveglianza, che ben posizionati nei punti cruciali degli obbiettivi hanno permesso di filmare le fasi salienti di ogni episodio delittuoso di cui si era reso protagonista l’odierno arrestato.

Ma di questa storia colpiscono altri due aspetti: il primo è quello che riguarda il danno economico che veniva subito dall’azienda a conduzioen familiare che distribuisce e cura la manutenzione delle macchinette. Furti di scarso valore, certo, ma la  manomissione, spese e mancato guadagno per l’impresa familiare sono l’ennesimo effetto domino fra ‘poveri’.
Il secondo aspetto è nell’analisi che viene inserita, in maniera quasi inaspettata, nel comunicato stampa stesso della polizia, laddove l’esperienza di periodo diventa utile per costruire una visione di prospettiva.

La crisi economica sta inflazionando anche il settore dei furti, e tale circostanza si rileva dal fatto che in molti casi di furto il bottino risulta anche di basso valore, come nel caso odierno, quali le monete contenute nei distributori di vivande installati nelle scuole, che in momenti di maggiore prosperità, venivano snobbati dai ladri che preferivano rivolgere la loro attenzione a colpi più fruttuosi.

Due storie diverse,  un’analisi  scolpita nella pietra e verrebbe quasi da abbozzare un sorriso in queste vicende che si prestano a diventare storielle. Perché il pensionato che agisce in maniera fulminea sembra una gag, così come immaginare un ragazzone di 23 anni che se ne va in giro nella stessa notte a scassinare cinque macchinette diverse nelle scuole poco custodite.

Ma il finale è amaro. Perché rubare sporte della spesa a 65 anni è un fatto che parla da sé di una condizione personale di estremo bisogno. E le nuove leve del furto, ci dice la polizia stessa, anche da lì vengono, dal fatto di non snobbare più nemmeno gli spicci per le merendine. Insomma, il furto è, anche, della crisi. Mantenendo fermi tutti i principi di scelta personale, quindi anche delle conseguenze che ogni singolo atto che compiamo produce in una comunità che si è data delle norme. Ecco. Poi va a finire che di colpo una pensa alla catena azione-reazione e si trova a pensare se valga o varrà, anche per il gotha finanziario e politico quando è non solo evidente, ma provato, che a non pagare questa crisi sono, ovviamente, solo quelli che l’hanno spinta, o che si sono resi complici nel darle una cornice normativa.



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