La musica della settimana – 6

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Nell’enorme flusso di informazioni che ci investono ogni giorno, le parole sono importanti, e le notizie pure.
Per fare ordine in questo magma continuo, ogni settimana Q Code Mag selezionerà sette storie per fare un po’ di ordine, per riassumere i momenti che meritano più di altri. Per fare il punto.
E visto che la musica è il veicolo migliore, ognuna di queste sarà accompagnata da una canzone che la rappresenta, che ne descrive l’essenza.
Per fare ordine, per essere ricordata. Per mettere un punto e andare a capo.[/note]
[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/12/IMG_1659.jpeg[/author_image] [author_info]a cura di Alessandro Tibaldeschi. Ultra trentenne pentito, giornalista musicale, speaker radiofonico in pensione, dopo una carriera iniziata a diciassette anni e finita per sopraggiunta paternità. Padre di una bellissima bambina e compagno innamorato. Amante del gelato e della birra artigianale, tifoso della Pro Vercelli, si sveglia ogni mattina con qualche canzone strampalata nelle orecchie. Non canta sotto la doccia, ma non si tira indietro su quelle di Peppa Pig e dello Zecchino d’Oro per dovere familiare. QCode gli ha dato l’arduo compito di commentare in musica le notizie della settimana. Riusciranno i nostri eroi?[/author_info] [/author]
dal 02 al 09 febbraio 2014
C.S.I. – Ederlezi
Canzone tradizionale del popolo rom che celebra la primavera, momento di rinascita, nella versione – sublime – di Ginevra Di Marco e Consorzio Suonatori Indipendenti.
I Baustelle dicevano che ‘in ogni estate in fondo c’è / un po’ di morte’, mentre la primavera, come l’araba fenice… Oh, la primavera.
Porrajmos, a cura di Francesca Rolandi.
Beirut – Elephant gun
Avete altro d’aggiungere?
Una terrazza su Beirut, di Clara Capelli – Ai tuoi ordini, Nasrallah, di Chiara Calabrese
Pink Floyd – Brain damage / Eclipse
Si, ok, questa pietra miliare della storia della musica (Dark side of the moon) è ispirato dalla tragedia umana di Sid Barret e dell'(ab)uso di droghe, ma è ciò che mi è sembrato più adatto all’argomento.
E poi a me ricorda la sartoria di Viale Abruzzi a Milano il cui il proprietario, che stira tutto il giorno (forse anche di notte), è pieno di tic.
E poi è il passaggio tra un pezzo e l’altro più bello che abbiate mai sentito. Amen.
Dragonomics, di Gabriele Battaglia
Inno sovietico
Stride la pomposità di questo inno con le macerie che ha lasciato.
L’inverno ucraino, di Marina Sorina
Joann Baez – Where have all the flowers’ gone
I nostri fiori sono sul pelo dell’acqua.
Buon compleanno, Vik. Di Alessandra Arrigoni
Francesco De Gregori – L’abbigliamento del fuochista
“Figlio con quali occhi e quale pena dentro al cuore,

adesso che la nave se ne è andata e sta tornando il rimorchiatore.
Figlio senza catene, senza camicia, così come sei nato,
in questo Atlantico cattivo, figlio già dimenticato.
Figlio che avevi tutto e che non ti mancava niente
e andrai a confondere la tua faccia con la faccia dell’altra gente”

In queste poche frasi è racchiusa tutta la tragedia dell’emigrazione. In Principe, solo lui.
Elio e le Storie Tese – Carro
La donna volante, pericolo costante. Ovviamente è ironia.
Yo decido, di WomenArEurope



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