Donne – 2^ parte

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Questo blog racconterà la rabbia di un Paese intero. La Romania trova sempre poco spazio sui media italiani, nei quali si parla della cronaca, ma mai dell’anima di una comunità che in patria lotta per i suoi diritti. Le questioni aperte sono tante, le proteste ancora di più. Questo blog diventerà una finestra per quei movimenti che hanno deciso di non arrendersi. [/note]

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/01/VioBN.jpg[/author_image] [author_info]di Violeta Vasian. Romena di origine, italiana per scelta. Laureata in Giurisprudenza in Romania, trascorre 9 anni in due studi legali milanesi, ora traduttrice di testi specialistici in diversi settori. Da sempre un senso spiccato delle cose giuste, per le libertà e i diritti delle persone. Attiva come membro e organizzatore di community, manifestazioni ed eventi che diffondono consapevolezza in Romania e in Italia sui danni dello sfruttamento selvaggio del territorio (fracking, cyanide mining, land grabbing). Una passione per il genio umano e per l’inventiva, per la capacità di trovare soluzioni dove sembri che non si intravedano. Entusiasmo per il verde e per le montagne, per la vita semplice. Spera di tornare un giorno a dipingere. [/author_info] [/author]

9 febbraio 2014 – Straordinarie nella loro normalità, eccezionali per semplicità, bagliori di vita vera.
Queste nonne, sorelle, mamme, figlie collegate tra loro da legami naturali o “imparentate” semplicemente nel difendere la vita tutte intorno al mappamondo portano avanti una lotta molto dura, in prima linea.

Crina

Lo sciopero della fame di Sandu è diventato uno sciopero a staffetta anche quando il termometro segnava -12°C, mentre gli interlocutori, i rappresentanti pro tempore dello Stato continuano ad essere assolutamente assenti.

Crina Veres vive a Cluj ed è medico e terapeuta, con un’ulteriore diploma in chimica e fisica, madre di quattro figli di età comprese tra 7 e 18 anni.  Ha fatto ricorso a questa forma di protesta nel desiderio di lasciare ai suoi figli “un suolo stabile e acqua pulita di sorgente”, non “schifezze imbottigliate” del supermercato. Durante il suo sciopero della fame a Bucarest, la figlia 18enne ha portato avanti la gestione della famiglia e della casa.

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Qual’ è la mia motivazione? E’ molto semplice, a casa ho quattro figli.

La Romania non ha bisogno di gas da scisto, non si sa nemmeno se esiste veramente questo gas. Tutte queste cose sono soltanto speculazioni, mentre si sa per certo che esistono tantissimi brevetti e invenzioni che se fossero sfruttate ci renderebbero indipendenti da tutti. Le nostre invenzioni vengono usate dai francesi, dai russi, da tanti Paesi attorno a noi, ma da noi no. Sono nostre, sono i nostri cervelli, abbiamo gente geniale in questo paese, ma noi li mandiamo via.

Mi guardo attorno e mi rendo conto che viviamo in un mondo deragliato, un mondo ignorante che non si rende conto di cosa succede attorno, mentre le televisioni ci trasmettono solo gossip.

Quando sono entrata in sciopero, una cara amica mi ha detto che seguirà i notiziari. Le ho detto di non sperarci visto che Sandu è stato qui per 22 giorni, mentre l’unica equipe televisiva presente si è messa a mangiare panini davanti a noi.

Io non sono importante, importante è l’idea! Io e gli altri non siamo presenti qui come Crina o chicchessia, siamo presenti come persone, come cittadini di questo paese, responsabili e coscienti del fatto che corriamo il rischio di non avere più un Paese.

Dal 1 gennaio del 2014 avranno via libera per trivellare 70% del paese. Trivelleranno nel giardino del contadino e lo risarciranno come e quando vorranno.

Che Paese lasceremo ai nostri figli, o come riusciremo a comprare una casa se non potremo nemmeno pagare le tasse perché saremo troppo malati e non potremo prenderci cura nemmeno di noi stessi? Come potrò guardare negli occhi i miei figli se tra qualche mese non avranno più acqua potabile?

La messa in vendita di questo Paese è una follia, non riesco a stare a casa e mangiare tranquilla o dormire sapendo che succede tutto questo.

Anche se per nulla considerati dalle autorità, spero che saremo presi in considerazione dalle persone.

Facciamo qualcosa di concreto in modo che tutta questa assurdità abbia fine! Siamo esseri umani e apparentemente con la mente a posto, ma da come ci comportiamo mostriamo atteggiamenti da bambini ignoranti che non hanno una maturità emozionale, nemmeno di sette anni, perché a 7 anni un bambino trova delle risposte intelligentissime a tutte le cose sbagliate intorno a noi”.

 

Alexandra

 

Architetto e mamma di tre figli meravigliosi. Per tre settimane, nel mese di gennaio di quest’anno ha informato ogni giorno i passanti a “La Clopot” (campana), una piazza centrale di Cluj.

Presente sempre con i suoi piccoli appresso, Alexandra ha offerto generosamente sapere e coscienza parlando con tantissime persone, distribuendo volantini scritti e disegnati a mano, uno ad uno, disegnando coi gessetti nella piazza oppure scrivendo messaggi sulla neve fresca.  Ma i figli di Alexandra sono cosi piccoli e sono stanchi, e lei è tanto addolorata e stanca non solo fisicamente, per il freddo o per aver dedicato giorni interi ai suoi concittadini, ma per la “leggerezza” con cui i suoi concittadini hanno risposto al suo appello per la vita.

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“I miei propositi per il 2014. Nel 2013 ci siamo battuti come dei pesci fuor dall’acqua per svegliare la nostra comunità, del nostro paese e dentro di noi. Per quattro mesi siamo usciti alle proteste con i bambini con il sole, con vento, nella pioggia, nel freddo, ogni domenica senza alcuna eccezione.  Abbiamo sopportato quelle trombette cretine, i fischietti e i megafoni, i bambini hanno risentito dell’energia negativa, di tutto lo stress e di tutto il nostro turbamento. Quando sono iniziate le proteste, Iana aveva 5 anni, Teea 2, e Vladut 7 mesi… Alla loro età, i bambini sentono fortemente tutte le energie intorno a loro e sono profondamente empatici con gli stati d’animo dei genitori. Sentono tutto e soffrono. E noi ci siamo dedicati corpo e animo per quattro mesi di continuo, con tutte le forze”.

“Perché lo abbiamo fatto? Perché crediamo con tutto il nostro animo che il cambiamento sia possibile, perché crediamo con tutto il nostro essere che anche i pesci piccoli, se organizzati bene, possano vincere contro gli squali incoscienti e distruttivi, perché un qualcosa di profondo dentro di noi ci dice che non possiamo restare impassibili e guardare come viene distrutto tutto intorno a noi, e una voce grida dentro di noi dal dolore.

Allo stesso tempo, la gente che ci circonda ci guarda e ci etichetta come persone bizzarre che non hanno altro da fare, come perdenti che si agitano per niente. La gente intorno a noi continua a proseguire serenamente nella vita, di smoothie e di party…i bambini sono rilassati, viziati e protetti da qualsiasi stress. La gente va avanti con le conferenze, la socializzazione rilassata o i suoi progetti personali.

Allora io dico BASTA. Voglio anch’io essere “leggera”, guardarmi allo specchio e farmi la piega trendy, voglio creare arte sull’onda dell’ispirazione, ma soprattutto voglio proteggere i miei bambini dallo stress e dal negativismo.

Che arrivi allora la fratturazione idraulica a crivellarci le terre, la liberalizzazione catastale, che vendano tutto il Paese pezzo per pezzo, che radano a suolo le montagne per un pugno d’oro, che mantengano ancora l’indolenza… Noi da soli, senza unità, non possiamo cambiare tutto questo. Quindi se riteniamo si debba così, scoraggiati ma con l’illusione di “leggerezza” e accettare tutto senza almeno provare a lottare, cosi sia! Rinuncio alla lotta, allo stress e ai sacrifici e vivo anch’io normalmente. Lascio tutto così come desidera la maggioranza leggera.” 

Rodica

 Un impiego statale presso la dogana grazie al quale ha conosciuto gli attivisti bulgari antifracking. Inizia così la storia di Rodica la mamma di una bella adolescente che a tutto avrebbe pensato tranne al fatto che di lì a poco la sua vita avrebbe cambiato ritmo, amplificato i valori e si sarebbe riempita di conoscenze che poi avrebbe diffuso a fianco dell’Associazione Vama Verde

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Dal marzo del 2012 diventa una delle militanti più attive nella lotta al fracking, sia nella la campagna di raccolta firme a sostegno di un progetto di legge contro il fracking, sia nelle le manifestazioni di protesta a Mangalia, e per la partecipazione ai cosiddetti “Dibattiti di Informazione Pubblica”. Si tratta di “dibattiti” organizzati un po’ ovunque si trovino perimetri di estrazione di gas da scisto della Chevron, ma non sono altro che pagliacciate lobbiste. Si assiste alla triste partecipazione e al compiacimento di consiglieri locali o provinciali, a professori universitari che buttano via la carriera di una vita dicendo bugie o mezze verità, e dove soprattutto ai cittadini viene impedito di fare domande scomode.

Dopo aver visto il documentario di Josh Fox, dopo aver letto decine di studi internazionali sull’argomento, Rodica è una cittadina bene informata e non può più essere raggirata; grazie alle sue domande scomode nei “dibattiti” emerge chiaramente la malafede delle persone che sarebbero preposte ad informare.

Sono tanti i giorni in cui non chiude occhio anche se è appena uscita dal turno di notte, perché poi va a informare altre persone che non hanno la possibilità di connettersi a internet o sono anziane o non hanno ancora capito che in gioco è proprio la vita loro e dei loro figli.

“Sono una persona semplice, mi piace la vita in tutte le sue forme, la natura, amo il colore, camminare scalza nell’erba o sulla sabbia, nuotare nel mare di giorno e di notte, gioisco della vita e perché tutto questo sia possibile anche per mia figlia e per i figli di tutti, per il loro futuro, io vado avanti, ogni giorno con più determinazione!”.

Mi accompagnano frasi e detti che sono diventati i miei slogan: “Quando ignori un’ingiustizia e non fai niente perché non accada, sei colpevole anche tu! Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere! Se non noi, allora chi? Se non ora, quando?”.

“Preferisco morire lottando contro quelli che vogliono ammazzarmi, che morire guardando come mi ammazzano!”. 

“L’acqua è la nostra vita, e non possiamo permettere che venga distrutta. L’acqua per noi è molto più importante di qualche posto di lavoro in più.[…] Possiamo facilmente trovare altre fonti di energia, ma non riusciremo più trovare l’acqua. Sto combattendo per la mia figlia e per tutti i figli i cui genitori non si rendono ancora conto di cosa sta accadendo”.

 

Zina Domintean 

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“Cosa mi ha determinato a cominciare una lotto contro i mulini a vento? Il dolore… il dolore profondo nel vedere bambini che crescono da soli perché i loro genitori sono all’estero a lavorare […], la frustrazione che provo vedendo medici e ingegneri che fuggono dal Paese per colpa di un Sistema corrotto, la rabbia verso i governanti che non fanno altro che riempirsi le tasche mentre vendono pezzo per pezzo tutto il paese… che non fanno altro che approvare leggi su misura per proteggersi, mentre ci aumentano le tasse”.

Mi fa male vedere romeni tristi dagli occhi vuoti, senza speranze, anziani che non possono permettersi altro che pane inzuppato in acqua e zucchero, mi fa male vedere bambini che fanno chilometri nel freddo e nella neve per raggiungere la scuola, vestiti malamente per affrontare le intemperie.

Cosa mi fa andare avanti? L’urlo di lotta degli avi che hanno bagnato col proprio sangue questa terra che adesso vogliono avvelenarci, il supporto dei romeni andati all’estero che vogliono ritornare in un paese pulito e dove regna la normalità, i romeni che ancora non hanno il coraggio di pretendere il loro diritto alla vita…Ma soprattutto il fatto che un giorno mio figlio mi chiederà cosa ho fatto mentre il suo Paese veniva svenduto, cosa ho fatto quando la sua terra è stata regalata agli stranieri per avvelenarla, cosa ho fatto quando l’acqua e l’aria sono state avvelenate, cosa o fatto quando una pugno di maledetti, ladri e criminali gli hanno rovinato il futuro. Cosa potrei rispondergli? Che avevo paura? Che avevo altro de fare? Che ho preferito stare davanti alla tv?

La mia speranza sta nell’unità dei romeni, nel non lasciarsi più dividere e aizzare l’uno contro l’altro da quelli che sono stati eletti per rappresentare i loro interessi, che non si lascino più comprare i voti con un chilo di farina, e sento che quel giorno si avvicina.

Ho conosciuto romeni pronti a morire per il loro paese, pronti ad andare nel carcere per fermare disastri come quello di Rosia Montana o la fratturazione idraulica per l’estrazione di gas da scisto. Ho visto romeni in lacrime, che imploravano che la terra che li nutre fosse lasciata pulita, e ho visto anche le lacrime di alcuni gendarmi ai quali è stato ordinato di usare la forza contro donne, bambini e anziani. Ho visto bambini inginocchiati davanti ai macchinari enormi di una compagnia straniera gridando senza paura il loro diritto di vivere. Tutto questo mi fa credere fortemente che l’umanità è ancora insita nell’animo dei romeni, che la dignità sta ancora in alto sulla scala dei valori, che non possono essere quantificati solo finanziariamente, che l’amore per questo Paese non appartiene soltanto al passato e che ne vado veramente fiera, dei miei romeni stupendi, ovunque si trovino.”

I loro nomi sono Ani, Liliana, Elena, Anna, Giulia, Roxana, Mirela, Maria, Georgeta, Anca, Mariana, Mihaela, Angy, Marina, Camelia, Veronica, Mioara, Daniela, Irina e tanti altri bellissimi nomi di Donne che in questo momento fanno di tutto per difendere la vita.



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