SE LA CENSURA IRANIANA DANNEGGIA LA SALUTE

In Iran si indaga sui danni causati dalle azioni di disturbo dei canali satellitari

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/1011723_10151970663739115_31057545_n.jpg[/author_image] [author_info]di Tiziana CiavardiniE’ antropologa culturale e giornalista. Ha trascorso gli ultimi vent’anni nel Sud Est Asiatico, Estremo e Medio Oriente. Laureata presso La Sapienza, dal 2002 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Antropologia dell’Università Cinese di Hong Kong (CUHK). È Presidente dell’Associazione Ancis Anthropology Forum, Centro Internazionale di Studi, con sede a Roma. Negli ultimi dieci anni si é interessata alle cerimonie rituali iraniane e alla cultura persiana. Ha collaborato con il centro Dialogue Among Civilizations (dialogo tra le civiltà) promosso dell’ex presidente iraniano Khathami. Ha organizzato convegni presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati di Roma con incontri dedicati al pluralismo religioso. Ha partecipato a molteplici congressi nazionali e internazionali sul dialogo interreligioso e interculturale; è autrice di articoli divulgativi volti alla conoscenza delle culture e delle religioni. [/author_info] [/author]

18 febbraio 2014 – Il ministero della salute iraniano ha istituito una commissione per condurre indagini sui possibili rischi per la salute dei propri cittadini come conseguenza delle azioni di disturbo dei segnali dei canali satellitari (jamming).

I canali televisivi con sede all’estero sono stati bloccati per anni in Iran e ci sono crescenti timori che il materiale utilizzato potrebbe causare il cancro o altre malattie.

Il Ministro per la salute e la formazione medica, Hassan Hashemi, ha detto all’agenzia di stampa statale Irna che il presidente Hassan Rouhani ha chiesto ai funzionari di studiare se il disturbo dei segnali TV può rappresentare un rischio per la salute della popolazione.

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Gli esperti della commissione includono rappresentanti del Ministero delle comunicazioni, nonché l’organizzazione per l’energia atomica del paese e gli altri uffici competenti. Come dichiarato dal Ministro questa commissione opera in totale libertá e se verranno a conoscenza di eventuali problemi ne daranno comunicazione.

I risultati contrastanti

Il ministro Hashemi ha inoltre ha affermato che i rapporti iniziali indicano che i segnali di jamming non causano alcun danno fisico e che comunque la commissione deve svolgere la sua indagine accuratamente. I possibili effetti del ‘jamming’ ovvero il disturbo dei canali satellitari e le conseguenze per la salute sono prive di alcun fondamento scientifico. Le voci circa la provocazione di malattie e di complicazioni quali aborti spontanei secondo il Ministro, non hanno alcuna validitá, se non vengono provate scientificamente.

Al contrario il dottor Abutaleb Saremi, capo della Sarem Cell Research Center, nel mese di ottobre 2012, aveva affermato che l’aumento degli aborti era legata proprio al disturbo dei canali satellitari stranieri, dichiarazione che venne immediatamente smentita dagli allora funzionari del Ministero della salute.

Le consequenze come il cancro e l’infertilitá

L’attuale Vice Presidente e Responsabile Organizzazione protezione ambientale Massoumeh Ebtekar , l’ex capo della Commissione Ambiente del Comune di Teheran ha più volte espresso preoccupazione per gli effetti dei segnali di disturbo sulla salute dei cittadini. Ci sono rapporti che indicano come le onde utilizzate per i segnali di inceppamento siano fisicamente dannose per l’uomo.

Alcuni rapporti sostengono che i tassi di cancro e di infertilità possono essere più elevati nelle regioni dove ci sono i dispositivi di jamming satellitari. Come riportato da Khabar Online lo scorso maggio 2013 la stessa Ebtekar ha affermato: “Come immunologa e ricercatrice , posso dire che questi segnali possono essere la fonte di molte complicazioni e malattie”.

Il blocco della TV e della radio

Il governo iraniano ha sempre cercato di utilizzare i segnali di disturbo per impedire la visione di trasmissioni e di programmi radiofonici dell’opposizione con sede all’estero.  La censura sulla TV e Radio si é intensificata in particolare negli ultimi 5 anni durante e dopo le contestate elezioni presidenzali del 2009 in cui le sommosse popolari vennero represse brutalmente.  Le immagine delle manifestazioni e della repressioni vennero allora condivise sui social media come Youtube, Facebook e Twitter.

Al fine di bloccare e vietare la condivisione delle notizie relative all’Iran e gli sviluppi interni le autoritá si sono impegnate in varie modalitá per bloccare questi servizi. Fino a pochi mesi fa le autorità hanno condotto dei veri e propri raid per confiscare le antenne paraboliche. La polizia spesso irrompeva nei condomini per trovare e distruggere le antenne paraboliche. Tuttavia, queste misure sono in genere state inefficaci e la maggior parte delle famiglie hanno sostituito facilmente le parabole confiscate acquistandone di nuove.

La linea di Rohani

Anche se le antenne paraboliche per ricevere i segnali sono illegali, milioni di iraniani circa il 60 della popolazione guardano i canali satellitari per tenere il passo con i programmi che sono spesso vietati nella televisione di Stato, come le gare di canto o i video musicali occidentali. Le autorità spesso intensificano il jamming nei momenti di agitazione politica o di conflitto interno.

Poco dopo essere stato eletto come presidente l’anno scorso, Rohani ha chiarito di essere contrario alla repressione dura da parte della polizia . “Nell’era della rivoluzione digitale, non si può vivere o governare in quarantena”, ha dichiarato. La decisione circa la revoca del divieto non è solo nelle mani del governo. L’élite delle Guardie Rivoluzionarie, vicino al leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei e la sua milizia volontaria Basij sono particolarmente preoccupati per l’accesso illimitato delle persone ai canali stranieri. In questo modo l’Iran sembra diviso a metá tra un voler aprire al mondo attraverso la linea morbida del nuovo presidente Rohani e la chiusura di sempre da parte della Guida Suprema.



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