Rally & cocaina

Il circo della Parigi-Dakar diventa la copertura di un maxitraffico internazionale di stupefacenti. La polizia francese scopre 1,4 tonnellate di polvere bianca all’interno delle gomme di scorta trasportate nei camion del team Epsilon

di Lorenzo Bagnoli

3 marzo 2014 – Non ci sono solo Gioia Tauro, Barcellona o Amsterdam. Le rotte della coca hanno nuovi porti. Le Havre, in Normandia. Varna, Custoza, Odessa sul Mar Nero. E sono finiti i tempi in cui per arrivare in Europa la cocaina doveva passare tra le mani della ‘ndrangheta. Oggi, lo dice il rapporto 2013 di Europol, il mercato è sempre più aperto, in particolare alle mafie dell’Est.

Come quelle bulgare, che si accollano la parte più rischiosa dell’affare: il trasporto. Che poi, per evitare guai, basta la copertura giusta. C’è una storia che racchiude in sé tutti questi aspetti: un sequestro avvenuto poco lontano da Le Havre, il 22 febbraio

epsilon truck

Dal porto di Valparaiso, Cile, attracca una nave cargo che trasporta i mega camion di soccorso utilizzati alla Parigi-Dakar, che quest’anno si è tenuta a gennaio tra Argentina, Cile e Bolivia. Contengono centinaia e centinaia di gomme di scorta. In uno di questi, appartenente al gruppo Epsilon (gruppo stimato e difeso strenuamente in rete dagli amanti della Dakar), la polizia francese scopre 1,4 tonnellate di cocaina purissima, di produzione boliviana e colombiana: 100 chili per ogni gomma. Era stata mascherata attraverso una sostanza speciale spruzzata sul carico con uno spray: aveva reso invisibile la coca ai raggi X dello scanner del porto.

Finiscono in manette Xavi Mora e J.B., che si trovano sul mezzo, e il fondatore del team Epsilon, David Oliveras, che sta nella sua casa a Barcellona. Altri due francesi che lavorano al porto vengono tratti in arresto.

Il sequestro è un record per la Francia. Il 22 febbraio 2014, cinque mesi prima, la polizia dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi ha intercettato in 30 valigie un carico da 1,3 tonnellate. Il volo di proveniva da Caracas: in più di 20 persone, tra assistenti di volo e personale di Air France, sono finiti in manette nella capitale venezuelana.

Gli artefici del traffico internazionale di cocaina, secondo gli inquirenti dell’Europol, sono due cittadini bulgari, arrestati due giorni dopo a Varna, sul Mar Nero. Il totale sequestrato dalla polizia francese a Le Havre vale qualcosa come 273 milioni di euro.

Il mercato finale a cui rivolgersi resta sempre lo stesso. Nel caso di Le Havre, l’obiettivo dei trafficanti bulgari era vendere a Sud della Spagna, una dei mercati più fiorenti d’Europa. Non è la prima volta che di ritorno dalla Parigi-Dakar attraccano nei moli europei camion con carichi inusuali per una gara automobilistica. È successo anche nel 2010, quando la polizia spagnola ha fermato a Bilbao un camion diretto verso il sud del Paese, destinazione Isole Baleari. Al suo interno erano nascosti 800 chili di cocaina, 15 mila pillole di ecstasy, armi e 47 mila euro cash. A capo dell’organizzazione c’era un ragazzo di Ibiza di 28 anni. Nel suo apprtamento gli inquirenti hanno trovato anche 6 mila euro di documenti falsi. Da quando nel 2009, per motivi di sicurezza, il rally più famoso del mondo ha migrato in Sudamerica, oltre a ritornare in Europa pieni di fango e sabbia, i mezzi della Parigi-Dakar si portano indietro anche l’oro bianco.



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