Lavoro e disabilità: volere non è potere

Andando a lavorare avrei perso per sempre la reversibilità. Ma soprattutto mi sarei mangiato quasi tutto lo stipendio, se non tutto, dovendo utilizzare pulmini su prenotazione, pulmini con pedana di cooperative private che costano come taxi

di Max Cignarelli

21 marzo 2014 – Vi racconto, in breve, una mia vicenda, non per dirvi i fatti miei dei quali, giustamente, non ve ne frega niente, ma per farvi capire come, a causa di barriere culturali, mancanza di servizi efficienti e una politica troppo disattenta, scoppi la tempesta perfetta, e un laureato alla Cattolica di Milano si ritrovi nel tempo in un centro diurno con operatori, educatori e disabili fisici, ma anche con lieve ritardo mentale: discorsi limitati, difficoltà di apprendimento.

In questo articolo, il mio scopo non è parlare male dei centri diurni per disabili, nè del mio.

Mi trovo bene con quasi tutti gli operatori e sono affezionato ai ragazzi. Tanto meno voglio dire che sono superiore a loro: il problema non è questo.

Il problema è che, avendo l’idoneità lavorativa, avrei preferito lavorare: sarebbe stato un mio diritto e, per me, molto più gratificante.

Purtroppo non tutti i disabili, a causa del loro handicap, possono lavorare, ma la questione è che ci sono troppi disabili disoccupati, anche tra quelli che potrebbero essere inseriti nel mondo del lavoro. Motivi principali: la crisi, ma questo vale per tutti, l’inapplicazione delle leggi e soprattutto le barriere culturali da parte di qualche azienda che ci reputa lenti e improduttivi.

Nel tempo tutto tutto questo l’ho toccato con mano, ma c’è di più.

Passando il tempo, mio papà è morto. Andando a lavorare avrei perso per sempre la reversibilità.

Ma soprattutto mi sarei mangiato quasi tutto lo stipendio, se non tutto, dovendo utilizzare pulmini su prenotazione, pulmini con pedana di cooperative private che costano come taxi e che, oltrettutto, possono venirti a prendere solo in certi orari, avendo tante corse.

Li uso non potendo guidare e raggiungere da solo la fermata dei mezzi che, oltretutto, non sono accessibili sempre.

Con sarcasmo voluto ringrazio l’assessore Maran, assessessore ai trasporti del comune milanese, che da luglio non si è ancora degnato di rispondermi su questo tema in un precedente articolo (problema costo eccessivo pulmini cooperative private, le cose che ho detto anche qui sopra). Mentre sinceramente ringrazio Angelo Miotto di essersi interessato, non solo per la pubblicazione di quell’articolo.

Ha cercato piu volte di contattare Maran.

MARAN NON È MAI TROPPO TARDI PER UNA RISPOSTA.

E così Max per ripiego, per non rimanere a casa, va in un cdd (centro diurno per disabili) con un pulmino pagato dal Comune. Per i cdd funziona così.

Io mi auguro che Renzi faccia di più per i disabili che possono e vogliono lavorare e ci guidi verso la vera integrazione sociale.

.

.

Sosteneteci. Come? Cliccate qui!

associati 1



Lascia un commento