Mare Nostrum: sistema già in crisi

Porto Empedocle (Agrigento) attesi nuovi sbarchi di massa dalle navi di Mare Nostrum. A Siracusa viene meno il sistema di accoglienza nelle tendopoli

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tratto da Diritti e Frontiere, blog di Fulvio Vassallo Paleologo

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4 aprile 2014 – Evidentemente il sistema di accoglienza costruito ad Augusta (Siracusa) attorno alla missione Mare Nostrum, che sbarcava i migranti raccolti in mare nei porti di Augusta e Pozzallo (Ragusa), è andato già in tilt.
Ed è solo l’inizio della nuova stagione degli sbarchi, che in realtà avvengono dalle navi militari dopo operazioni di salvataggio in alto mare.

Hanno fatto passare mesi preziosi senza predisporre un sistema di prima accoglienza, non hanno neppure i fondi per finanziare i progetti di seconda accoglienza, i centri degli SPRAR gestiti dai comuni, che dovevano partire ieri, con il risultato che i centri di prima accoglienza e i CARA, centri per richiedenti asilo, che andavano decongestionati sono ancora pieni.

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Si illudevano che rafforzando gli astrumenti repressivi, anticipando le identificazioni a bordo delle navi e accrescendo la collaborazione con le guardie libiche avrebbero determinato condizioni dissuasive rispetto alle partenze dalla Libia verso la Sicilia.

Hanno affidato la prima emergenza ai Prefetti che adesso non sanno più come gestire i trasferimenti di queste persone. La circolare del ministero dell’interno 2204 del 19 marzo del 2014 è la tragica ammissione di una completa impreparazione del nostro sistema di prima accoglienza, come se questi sbarchi e queste partenze non fossero state previste o prevedibili.
Adesso a pagare il conto saranno i migranti e le comunità locali. Ancora prevale la solidarietà, ma presto si inseriranno gruppi organizzati di destra che strumentalizzeranno questi arrivi.

Ed il Giornale o Libero fanno già da cassa di risonanza. Attaccano persino la missione Mare Nostrum, che almeno sta salvando migliaia di vite evitando il ripetersi delle stragi, come quelle dello scorso anno, costate centinaia di morti. Stragi che oggi tutti, sembra, abbiano dimenticato.

In Libia secondo stime dell’UNHCR e dell’OIM ci sono tra 40 e 50.000 migranti costretti a nascondersi, detenuti, abusati, ai quali si impedisce persino di procurarsi il cibo, se non pagano un pizzo quotidiano. Arriveranno, anche se gli spareranno addosso dopo la partenza.

I VARI GOVERNI E L’UNIONE EUROPEA NON HANNO FATTO IN TEMPO LE UNICHE COSE CHE ANDAVANO FATTE. CORRIDOI UMANITARI PER INGRESSI AGEVOLATI PER MOTIVI DI PROTEZIONE TEMPORANEA E SOSPENSIONE DEL REGOLAMENTO DUBLINO III PER PERMETTERE UNA EQUA DISTRIBUZIONE DI TUTTI I PROFUGHI DALLA LIBIA NEI DIVERSI STATI DELL’UNIONE EUROPEA.

Perché come si è verificato nel 2011, e come qualche giudice ha pure riconosciuto, TUTTE le persone che fuggono dalla Libia, per la situazione di conflitto tribale a bassa intensità che caratterizza quel Paese e per la persecuzione di cui sono oggetto i “neri” , le donne e tutti coloro che non sono di fede musulmana, dunque TUTTE le pesone che fuggono dalla Libia, adesso, hanno diritto quanto meno alla protezione umanitaria, e dunque a entrare in Europa, senza pagare il “viaggio” ai trafficanti e senza rischiare la vita in mare.

I governi europei purtroppo faranno l’esatto opposto, le elezioni si avvicinano, ed anche qualche migliaio di profughi in fuga dalla Libia, tra loro anche i siriani per cui si piange tanto quando sono lontano a morire, piuttosto che suscitare solidarietà, alimenteranno le campagne xenofobe e razziste delle destre populiste che si preparano a conquistare, anche su queste disgrazie, un posto rilevante nelle assemblee parlamentari, in Europa come in Francia. Un passo in più dalla democrazia al fascismo.

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