Di ritorno dal Burundi

Un Paese poverissimo, a rischio di esplosione

[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.buongiornoafrica.it/wp-content/uploads/2012/06/raffa01.jpg[/author_image] [author_info]di Raffaele Masto. Faccio il giornalista e lavoro nella redazione esteri di Radio Popolare. Nei miei oltre venti anni di carriera ho fatto essenzialmente l’inviato. In Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa, continente nel quale viaggio in continuazione e sul quale ho scritto diversi libri dei quali riferisco in altri spazi del blog www.buongiornoafrica.it. Insomma, l’Africa e gli africani, in questi venti anni, mi hanno dato da vivere: mi sono pagato un mutuo, le vacanze e tutto ciò che serve per una vita di tutto rispetto in un paese come l’Italia.[/author_info] [/author]

15 aprile 2014 – Eccomi, appena tornato dal Burundi dove ho passato una settimana di lavoro in un paese seriamente a rischio di esplosione. Una settimana in cui ho dovuto trascurare questo blog. I motivi sono semplici: il Burundi è un paese poverissimo, non è facile avere connessione internet e non si può contare con certezza sulla rete elettrica per caricare cellulari, computer portatili, tablet dei quali ormai noi giornalisti europei non riusciamo a fare a meno per lavorare.

Ma se anche volessimo fare lo sforzo di fare a meno di tutto questo e volessimo scrivere a mano avremmo di fronte una difficoltà quasi insormontabile: se non c’è elettricità non c’è nemmeno la luce, questa sì indispensabile.

In ogni caso con i post dei prossimi giorni vi racconterò un paese interessantissimo e, come dicevo, fortemente a rischio e una popolazione molto riservata, anche impaurita per molti versi, ma che dimostra, ancora una volta, che la società civile africana è attenta, colta, desiderosa di conoscere e di confrontarsi e soprattutto ha un grande bisogno di esprimersi, cioè ha bisogno di democrazia e di una svolta profonda della società e della politica.

Batwa_women_in_Burundi

Intanto vi anticipo un commento di un giovane africano al problema dell’immigrazione (anche in Burundi sono arrivate notizie degli “aneliti” indipendentisti dei veneti).

Di fronte a quella notizia ho dovuto spiegare che una parte della popolazione italiana è preoccupata di una invasione di stranieri e di africani. Il ragazzo con il quale parlavo mi ha fatto questo esempio:

Quando in Africa si macella un mucca o un montone, se c’è uno che si prende le parti migliori, cioè le cosce, il filetto, le coste e tutto ciò che c’è di mangiabile è ovvio che tutte le mosche andranno da lui.

Ho trovato questa storiella deliziosa, profonda e realistica. Per i post successivi la politica e tutto il resto.

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