Gente da marciapiede

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/04/logo-Qlaus_all-black-on-red.png[/author_image] [author_info]QLAUS è un nome e un concetto collettivo. QLAUS è me, noi, ma è anche voi, è chiunque. Oggi QLAUS sono io che lotto contro qualcuno, domani qualcuno sarà QLAUS che lotta contro di me. Ma sempre, e ovunque, la parte peggiore di me siete voi. [/author_info] [/author]

 

Il marciapiede è quella parte della strada, esterna alla carreggiata,
rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni.
(Art. 3 del D. Lgs. n. 285 del 30.04.1992, Nuovo Codice della Strada)

 

 

Vi vedo sfrecciare sul marciapiede.
O in strada contromano.
E non vi fermate col rosso. Mai.
Nessuno di voi lo fa, manco le vecchie.

A Milano ci sono 140 chilometri di piste ciclabili.
I ciclisti veri le usano, o vanno per strada.

Voi no.
Perché?

Ho provato a chiedervelo quando mi scampanellate di spostarmi dal centro del marciapiede, ma mi avete mandato affanculo.
Una volta mi avete urtato e fatto cadere, e poi mi avete mandato affanculo.
Solo in un paio di casi avete rallentato per rispondere scocciati che andare in strada “è troppo pericoloso” (ovviamente dopo mi avete mandato affanculo).


bici

 

La verità è che voi siete negati su quelle due ruote, quindi avete paura.

Voi traballate, oscillate, sbandate, non arrivate coi piedi per terra, non sapete sterzare, frenare, aspettare. Quindi la strada vi terrorizza. E poi, poverini, vi fa male il pavé sotto il culo. Vi spaventano i barriti degli autobus, ed è troppa fatica voltarsi indietro o fermarsi a uno STOP, alzare un braccio per segnalare una svolta, far passare una fila di macchine in una via troppo stretta. E le rotaie, brrrr, che terrore! E le ciclabili? Troppo lontane dalle vetrine.

E quindi?
Quindi tutti sul marciapiede.
E dei pedoni chissenefotte.
Delle regole, chissenefotte.

Quello che vi salva è che i vigili non esistono più, si sono estinti negli anni Novanta. E i pochi esemplari rimasti osservano il mondo tranquilli chiacchierando a coppie o parlando negli auricolari nascosti dai caschi.

Scendete dal marciapiede.
Oppure scendete da quella cazzo di bici.
Chi di voi potrà permetterselo, prenderà il taxi. Gli altri: a piedi, o col bus.

E non scuotete la testa, ché poi vi traballa il manubrio.
Io ho ragione, e voi torto.

E poiché avete torto, ora state per dirlo: “i problemi sono altri”.
Per quelli come voi i problemi sono sempre altri, qualsiasi sia il problema.

No, il problema siete voi.

Voi, che non siete ciclisti.
Ma fifoni, e cafoni.

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