Liberati! Partigiani di carta

[note color=”000000″]In occasione del 25 aprile la sezione “Storia e memoria” di Q Code propone lo speciale “Liberati!” Per la Festa della Liberazione continuiamo a raccontare “storie nella storia”: storie di vita che incrociano, in uno o più momenti, la Storia con la S maiuscola. Parliamo anche di memoria, intesa come memoria storica, collettiva, personale, memoria costruita o decostruita, per indagare le diverse sfumature di un processo che è tutto tranne che neutro.[/note]

 

Il fumetto “L’inverno di Diego: le quattro stagioni della Resistenza” di Roberto Baldazzini racconta la storia di un giovane nell’inverno 1943/44, alle prese con una difficile scelta: da che parte stare?

 

di Giulia Bondi

 

25 aprile 2014 – Il suo tratto è noto agli appassionati di fumetto erotico. Ma questa volta Roberto Baldazzini, disegnatore nato nel 1960 a Vignola (Mo), ha cambiato argomento. “L’inverno di Diego: le quattro stagioni della Resistenza”, pubblicato da The box edizioni a fine 2013, racconta la storia di Diego Varruti, giovane italiano figlio di un ufficiale fascista, di fronte alla difficile scelta se seguire le orme del padre o fuggire in montagna e unirsi ai partigiani.

 

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Il libro è dedicato a un partigiano modenese, Alfredo Cavazzuti, al quale l’autore si è rivolto per farsi raccontare episodi della guerra, ma soprattutto vita quotidiana, abitudini, modo di vestire. Tutti dettagli che poi ha riprodotto con cura, studiando su riviste dell’epoca e confrontandosi con oggetti originali prestati da collezionisti, dalle radio alle armi, dagli scarponi militari alle gavette.

«Alla Resistenza mi sono avvicinato quando alcuni amici mi hanno coinvolto nella regia di due documentari, ambientati sul nostro Appennino», racconta Baldazzini. «Poi, ho deciso di mettermi a disegnarla. Come artista sono sempre stato un ‘evasore dalla realtà’ – sorride: – questa volta invece volevo raccontare una storia legata al mio territorio».

Quella di Diego Varruti è una vicenda inventata, ma verosimile. «Io l’avrei voluta scrivere in dialetto – spiega ancora l’autore – ma l’editore non ha voluto, avrebbe condizionato troppo la distribuzione. Del dialetto è rimasta soltanto un’esclamazione, ‘cal porc dal Duce”, in bocca a uno dei personaggi».

 

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Il libro, costato quasi sei anni di lavoro, dalla prima fase della raccolta di documentazione fino alla pubblicazione, si presenta come il primo di una quadrilogia, dedicata alle “quattro stagioni della Resistenza”. Il prossimo volume, ancora in fase di ideazione, dovrebbe chiamarsi “L’estate di Silvana”. E se già accanto a Diego Varruti compariva la coraggiosa Luisa, partigiana con il fucile in pugno, le idee chiare e la battuta pronta, c’è da supporre che “l’estate” sarà un omaggio alle donne e alle ragazze della Resistenza. Quelle che, con o senza armi, hanno rischiato la vita per liberare l’Italia.

 

 

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