Per sempre partigiani

“Cammina frut”, la mostra del fotografo e reporter udinese Danilo De Marco, racconta i volti di donne e uomini della Resistenza italiana ed europea

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/03/Sara.jpeg[/author_image] [author_info]di Sara Lucaroni. Nata ad Arezzo nel 1980, giornalista professionista, si è laureata con una tesi sulla metafisica cartesiana. Si occupa di sociale, lavoro, politica, storie di sport. Ha collaborato con Italia7, TV2000 e Globalist. È coautrice di un romanzo sulla disabilità e autrice di due documentari: sull’immigrazione, “Chi siamo noi” e sulla Resistenza, “Diari di Guerra”.[/author_info] [/author]

 

25 aprile 2014 – È la cosa più facile o più difficile del mondo fotografare gli occhi di qualcuno e catturare nient’altro che la loro libertà? Il fotografo Danilo De Marco ha attraversato l’Europa, ne ha incontrati più di mille e ha chiesto loro di mostrarsi un attimo. Quel che ci ha trovato dentro non è stata solo la memoria di giovani che furono, ma l’origine del carattere più radicale e “fondativo” della Resistenza: vita e vissuto messi in gioco in nome della coscienza, della vis di giustizia e dignità, del senso viscerale dell’umano e della solidarietà. E poi il loro essere per sempre questa scelta, spesso compiuta a prezzi altissimi, anche oggi che la memoria scivola e le rughe sono trofei solo se visti da un’angolazione particolarmente illuminata. Perché si è partigiani per sempre, “partigiani a vita”, come ha scritto Erri De Luca.

.

.

Cammina frut” è la mostra fotografica che raccoglie molti di questi ragazzi, frut, in dialetto friulano: gli occhi sono al centro della messa a fuoco, su un volto che perde nitidezza. Il taglio della foto segnaletica con la forza espressiva del ritratto, per raccontare non una sola biografia, ma le migliaia che ogni volto contiene: una per ogni azione, fatica, lavoro, scelta e sentimento. L’immagine della massa indistinta voluta dal nazi-fascismo cancellata da quei singoli, eroicamente normali, che hanno saputo resistere e poi consegnare al futuro il senso dell’autodeterminazione, la condizione etica della democrazia e della libertà.

Questa mostra è dedicata a tutti quei ragazzi sconosciuti o quasi che hanno allora disobbedito a un ordine ingiusto; a quelli che disobbediscono oggi e a quelli che, spero, trovino la forza, le ragioni, le condizioni per ritrovare lo straordinario potere individuale che è quello di dire no”- scrive De Marco, che nel libro dal titolo “R/Esistenze” aveva già raccolto storie e volti di resistenze in Occidente e nel mondo. Friulano trapiantato a Parigi, fotografo e reporter, ha raccontato uomini, culture e oppressioni da Cina, Turchia, Uganda, Congo, Iraq, India, Sri Lanka, Messico, Colombia, Ecuador, Bolivia, maai partigiani della sua terra e a quelli tedeschi, francesi, polacchi, jugoslavi, greci e austriaci ha dedicato gli scatti più intensi di un progetto ancora aperto, frutto di una ricerca che va avanti dal 2004.

.

Giulia

.

In questo come in altri progetti, la sua macchina fotografica vuol essere solo mediazione. Niente presunzioni narrative o commemorazioni: solo una sfida al tempo che segna sì i volti, ma mai la forza impressa negli occhi e nei nomi di battaglia: Walchiria, Argante, Giulia, Dorica, e soprattutto Cid, che del fotografo è stato amico e maestro, scomparso lo scorso febbraio. Dire no, prosegue De Marco, è “rendere legittima la rivolta che porta a nutrire un grande entusiasmo nell’essere uomini, e di conseguenza un profondo rispetto della natura e del mondo. Riprendere quell’idea di solidarietà che aveva visto uniti i resistenti di tutta Europa, legittimando allora la rivolta, per ripensare quell’idea di un’Europa dei popoli che abbiamo perduto. Assieme essere Partigiani di un’altra Europa, di un’Europa portatrice di quel ‘Minimo di civiltà’ che serve come fragile, ma fondamentale piattaforma comune”.

.

CID

.

La mostra è visitabile fino al 30 giugno presso la ex “Stalla Pasqualis” ad Aquileia (Udine), ed è inserita nel programma di iniziative dal titolo “ La più ardita gioventù-Volti e memoria della Resistenza regionale ed Europa”, promossa da Anpi e dai comuni della Bassa friulana.

.

.

Sosteneteci. Come? Cliccate qui!

associati 1

.

 

 



Lascia un commento