La Carta di Lampedusa per bambini e bambine – 2

Pubblichiamo in quattro puntate un adattamento per bambini del testo originale della Carta di Lampedusa, realizzato da Elisa Marini (www.retesenzaconfini.it)

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primaIllustrazione di Haregu

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I principi – Libertà di movimento

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Ascolta, ora, cosa c’è scritto nella Carta di Lampedusa.

Le persone che si sono incontrate a Lampedusa, si sono chieste: che cosa vogliamo perché le ingiustizie non ci siano più?
 Leggiamo le loro risposte: vogliamo che sulla Terra ci sia

1)  Libertà di movimento

2)  Libertà di scelta

3)  Libertà di restare

4)  Libertà di costruzione e realizzazione del proprio progetto di vita, in caso di 
necessità di movimento

5)  Libertà personali

6)  Libertà di resistenza

Queste sei “libertà” vengono dette principi.

Non basta, però dire: vogliamo la libertà, non bastano i principi; è importante sapere cosa bisogna fare perché l’ingiustizia non ci sia più, perché la libertà possa veramente esserci.

Così, le persone che hanno scritto questi principi, hanno scritto anche quali azioni fare, quali leggi bisogna cambiare per vivere la nostra libertà di esseri umani sulla Terra.

Mi puoi spiegare meglio?


Cosa vuol dire “libertà di movimento”?

Sai, fin dai tempi più antichi, gli esseri umani si sono spostati da una parte all’altra della Terra. 
Si spostano anche oggi.
 Molti uomini e donne, però, sono costretti a muoversi anche se non vogliono. Scappano da una guerra, non hanno più lavoro, non possono curarsi, non hanno più da mangiare. Così fuggono per sopravvivere.

Altri esseri umani, invece, si spostano perché vogliono avere sempre di più: vogliono comandare altri popoli o vogliono usare le ricchezze degli altri (questi modi di agire vengono chiamati: imperialismo e colonialismo). 
Poche persone possono liberamente viaggiare sulla Terra: loro hanno scelto di muoversi per star bene loro e gli altri, senza nessun obbligo.

La Carta di Lampedusa dice che tutti gli esseri umani devono poter muoversi in libertà, se lo desiderano e se è giusto per stare bene.
Gli spostamenti, poi, non devono essere limitati dalle leggi.

Cosa vuol dire?

Ricordi cosa abbiamo detto all’inizio: ogni Stato ha i suoi confini e le sue leggi, che decidono chi può uscire e chi può entrare da questo Stato.
 La gente, quindi, non è libera di muoversi come vuole!
 Non solo: abbiamo anche detto che il viaggio delle persone è pieno di pericoli, soprattutto se scappano dalla guerra o dalla fame o da altro.

Questo non deve più succedere: la gente deve essere libera di muoversi sulla Terra e il suo viaggio non deve avere pericoli o violenze.
 Il viaggio deve essere sicuro.

E come si fa?

Prima di tutto bisogna togliere le armi. Si dice vietare la militarizzazione.

Perché?

A questa domanda puoi rispondere anche tu! 
Le armi servono per fare la guerra.
 La guerra porta fame e dolore.
 Dai paesi in guerra e dove non c’è più da mangiare, la gente è costretta a fuggire. La libertà non c’è più!

Gli Stati, poi, hanno i loro confini militarizzati, cioè con agenti armati che controllano le persone. 
Chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalle ingiustizie non può entrare e mettersi in salvo.

Cosa succederebbe se non ci fossero le armi?

Se non ci fossero le armi non ci sarebbe la guerra, non ci sarebbero agenti armati, le persone potrebbero muoversi in libertà e sicurezza.

Ma come si fa a togliere le armi?

Le industrie fabbricano le armi.
 Le armi sono oggetti di distruzione.
 Invece di fare armi, queste industrie potrebbero costruire altre macchine, altri oggetti utili agli esseri umani e alla vita sulla Terra.
 Gli Stati che comprano le armi, potrebbero comprare questi nuovi oggetti utili per tutti gli abitanti.

Gli Stati spendono soldi per difendere i confini; senza armi, non c’è più bisogno di difendere i confini.
 I soldi degli Stati, allora, potrebbero essere spesi per aiutare le persone ad entrare e uscire dai confini in libertà e sicurezza.

Dove sono le fabbriche di armi?

Oh, anche in Europa: in Germania, Francia, Inghilterra (Regno Unito), Paesi Bassi, Italia, Spagna, Svezia…

In Italia?

Sì, anche in Italia!
 Ripetiamo: togliamo le armi, così non ci sono guerre e forze armate ai confini. Togliamo anche i controlli alle persone che entrano ed escono dagli Stati.

Come si fa a controllare queste persone?

Con delle leggi o degli accordi fra Stati.
 Per togliere i controlli ai confini, ad esempio, bisogna distruggere i muri e togliere le reti costruite ai confini, così tutti possono passare liberamente. Inoltre, non bisogna preparare le forze armate a combattere per fermare le persone ai confini (si dice: addestrare). Questi addestramenti vengono fatti in luoghi detti “basi militari”.

Ah, le basi militari!

In Italia, in Sicilia, a Sigonella, ci sono i militari degli Stati Uniti d’America che insegnano/addestrano le forze di polizia africane.
 In un altro paese, Niscemi, sempre in Sicilia, vogliono costruire una stazione per far partire mezzi per controllare addirittura il Mar Mediterraneo.

E come fanno?

Nel mare non puoi costruire un muro, allora usano aerei che volano senza pilota (i droni) e che permettono di sapere chi sta arrivando dal mare, soprattutto se naviga dall’Africa verso l’Italia e l’Europa.

Ah, così possono rimandarlo indietro!

E già! 
Per questo la Carta di Lampedusa chiede che non venga usata la base militare di Sigonella e non venga costruita la stazione di mezzi militari a Niscemi.

Ho capito: senza armi, senza controlli armati ai confini e senza muri ci si può muovere liberamente.

Purtroppo non basta!

Perché?

Parliamo del “visto” e facciamo un esempio.
 Una persona italiana vuole andare in Francia.
 La Francia è in Europa ed è uno Stato dell’Unione Europea. 
Per andare in Francia, basta avere un documento che ci dice chi siamo, dove siamo nati, dove viviamo e altre informazioni (si dice: basta avere la carta d’identità).
 Se, invece, una persona italiana vuole andare in Marocco, in Africa, deve avere un documento chiamato “passaporto”.
 Sul passaporto, il Governo del Marocco deve scrivere che questa persona ha il permesso di entrare in Marocco. Questo permesso, si chiama “visto”.

Che cos’è il visto?

Il visto è un permesso speciale che dice: tu puoi entrare in questo Stato e restare per tre mesi o per un anno o per due anni.
 Dice anche: tu puoi entrare in questo Stato solo per studiare o solo per curarti. Oppure puoi entrare solo se hai un lavoro o per tornare a vivere con il tuo papà o la tua mamma.

Un Governo può anche non dare il visto ad una persona.

Allora non si è liberi di muoversi fra gli Stati!

E no! 
La Carta di Lampedusa dice che bisogna togliere questo obbligo di avere il visto: ogni persona deve poter viaggiare senza prima dover chiedere questo permesso.
 Non solo: ci sono i trattati fra Stati.

Che cosa?

Gli Stati si mettono d’accordo fra loro e decidono quante e quali persone possono passare da uno Stato all’altro.
 Si accordano anche su come fermare la gente che vuole muoversi lo stesso, anche senza permesso.

Allora, sono anche gli Stati che decidono chi si muove e chi deve restare?

Sì, è un po’ così. 
E anche questo non è giusto.
 La Carta di Lampedusa dice che negli accordi fra gli Stati (si dice appunto: nei trattati), devono essere cancellate tutte le regole che controllano le persone che vogliono entrare o uscire dai confini, cioè che controllano gli immigrati e le immigrate.

Se si tolgono anche queste regole, ci si può muovere in libertà?

No, ce ne sono delle altre!
 Ad esempio: per entrare in uno Stato, le persone immigrate devono dimostrare di avere una casa, un lavoro e abbastanza soldi per vivere. 
Il loro permesso di entrare e vivere in uno Stato, il loro permesso di soggiorno, dipende dal lavoro, dal guadagno, dai soldi! 
Chi non ha un lavoro non guadagna e non ha soldi, allora non può restare in uno Stato nuovo.
 Anche questo non giusto!
 Pensa, molte persone sono costrette a muoversi proprio perché devono cercare lavoro in altri Stati.
 Come si può pensare che nel nuovo Stato abbiano già un lavoro, un guadagno e una casa!
 E sai anche che cosa succede?
 Gli Stati decidono il numero di persone che possono entrare ogni anno (si dice: il numero degli immigrati e delle immigrate per gli ingressi, cioè le “quote”).
 Facciamo un esempio con numeri molto piccoli, per capire.
 Lo Stato dice: 8 persone possono entrare.
 Ci sono, però, 10 persone che vorrebbero entrare.
 Allora, 8 persone entrano e 2 persone no.
 E’ chiaro?

Sì, sì… ma allora non tutti possono muoversi!

Giusto!
 La Carta di Lampedusa dice che anche questo non va bene e va tolto, vanno tolte le “quote”.
 Ci sono leggi che controllano anche le famiglie che vogliono andare a vivere insieme in un nuovo Stato.

Che leggi?

Un papà oppure una mamma è in un nuovo Stato per lavoro; guadagna dei soldi per vivere e ha un posto dove abitare.
 Vuole allora che anche la sua famiglia venga a vivere nel nuovo Stato (si dice: vuole la ricongiunzione familiare).

Ma non può farlo liberamente.
 Deve chiedere un permesso e questo permesso non può averlo se guadagna troppo poco e se la casa è troppo piccola.
 Oppure può avere il permesso di far venire nel nuovo Stato solo i familiari più vicini: se è un papà o una mamma, arrivano i figli e le figlie; se è un marito, arriva la moglie; se è una moglie, arriva il marito.

Non può avere il permesso di far venire nel nuovo Stato un familiare lontano, ad esempio un cugino della mamma… anche se gli vuole molto bene!
 La Carta di Lampedusa, invece, dice che tutte le persone devono poter vivere insieme ai propri familiari vicini e lontani e devono poter vivere insieme a tutte le persone a cui vogliono bene.

Ma viaggiano anche i bambini?

Quelli piccoli piccoli devono viaggiare con gli adulti, ma ci sono dei giovani più grandicelli che arrivano nel nuovo Stato senza papà e senza mamma.
 Sono minorenni, cioè ragazzi e ragazze che non hanno ancora 18 anni. 
Quando ragazzi e ragazze viaggiano senza un adulto, si chiamano: minorenni non accompagnati.

Per loro, la Carta di Lampedusa dice che, quando arrivano in un nuovo Stato e sono soli, dovrebbero essere aiutati, curati, accompagnati non da poliziotti o da carabinieri, ma da persone esperte che si prendono cura di bambini e bambine, ragazzi e ragazze.

[Continua]

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