La musica della settimana – 12

[note color=”000000″]

Nell’enorme flusso di informazioni che ci investono ogni giorno, le parole sono importanti, e le notizie pure.
Per fare ordine in questo magma continuo, ogni settimana Q Code Mag selezionerà sette storie per fare un po’ di ordine, per riassumere i momenti che meritano più di altri. Per fare il punto.
E visto che la musica è il veicolo migliore, ognuna di queste sarà accompagnata da una canzone che la rappresenta, che ne descrive l’essenza.
Per fare ordine, per essere ricordata. Per mettere un punto e andare a capo.[/note]
[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/12/IMG_1659.jpeg[/author_image] [author_info]a cura di Alessandro Tibaldeschi. Ultra trentenne pentito, giornalista musicale, speaker radiofonico in pensione, dopo una carriera iniziata a diciassette anni e finita per sopraggiunta paternità. Padre di una bellissima bambina e compagno innamorato. Amante del gelato e della birra artigianale, tifoso della Pro Vercelli, si sveglia ogni mattina con qualche canzone strampalata nelle orecchie. Non canta sotto la doccia, ma non si tira indietro su quelle di Peppa Pig e dello Zecchino d’Oro per dovere familiare. QCode gli ha dato l’arduo compito di commentare in musica le notizie della settimana. Riusciranno i nostri eroi?[/author_info] [/author]
.
dal 15 al 21 aprile 2014
.
Ani Di Franco – Hurricane
.

.
La pazza storia di quest’uomo non poteva che essere raccontata da Bob Dylan. Peccato che a lui non piaccia Youtube e, come molti uomini del Novecento, cerchi di controllare il web con un canale ufficiale su cui vengono pubblicate solo cose approvate.
Tra cui, ovviamente, non c’è il pezzo che serve a noi.
Per fortuna esistono molti artisti che si sono confrontati con questa canzone straordinaria, come ad esempio l’altrettanto pazza e bravissima Ani Di Franco.
.
.
.
Gotan Project – Rayuela
.

.
La bella iniziativa internazionale per chiedere la liberazione di Marwan e di tutti i prigionieri palestinesi, che consiste nel portare il tango in molte città, mi ha fatto tornare in mente il giorno in cui ho comprato il primo disco dei Gotan Project.
La bella confezione di cartone custodiva un cd che apriva un nuovo capitolo per un genere musicale straordinario: tre ragazzi, un argentino, un francese ed uno svizzero erano riusciti nell’impresa di far convivere campionatori e bandoneon, rivoltando come un calzino tutto quello che conoscevamo sul tango, aprendo tra l’altro la strada al cosiddetto french touch.
Questo pezzo, Rayuela, pur non facendo parte del loro primo album, è uno dei più riusciti. Richiama il titolo di un romanzo molto particolare di Julio Cortazar, che, proprio secondo le indicazioni dell’autore, può essere letto o dal capitolo 1 al 56, oppure a partire dal capitolo 73, seguendo quindi l’ordine segnalato dall’autore nella tavola d’orientamento alla lettura.
Surreale, paradossale. Proprio come il destino di un popolo, quello palestinese, scacciato dalla sua terra.
.
.
.
Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu
.

.
La guerra nei Balcani è ancora oggi una ferita non rimarginata. Alle porte di casa nostra c’era gente che moriva andando a fare la spesa al mercato, mentre l’Europa e la comunità internazionale osservavano dalle loro finestre i cecchini sparare alla gente.
Questa storia, di viaggi e di bici fa pensare che forse il genere umano si può salvare.
.
.
.
Pippo Pollina – Cent’anni di solitudine
.

.
“Tutto il respiro d’un continente su di me”
.
.
.
Mstislav Rostropovic davanti al muro di Berlino
.

.
Nei convulsi ed emozionanti giorni della caduta del muro di Berlino, quelli in cui tutti davvero erano berlinesi, la manifestazione di gioia più emozionante fu quella di Rostorpovic, il più grande violoncellista del secolo, che suonò Bach tra le macerie del muro.
Un momento di festa per l’arte e la storia. Ciò che vorremmo si ripetesse anche in Ucraina.
.
.
.
Eddie Vedder – Rise
.

Non credo sia possibile contare tutti quei ragazzi, tutte quelle persone che sono scappate da una situazione difficile nella loro casa, nella loro città o nel loro Paese.
Ricordo quando ho conosciuto Mu, un ragazzo di 16 anni arrivato in Italia dall’Afganistan nascosto dentro un tir greco.
Ed ecco, quindi, perché questo pezzo di Eddie Vedder, il cantante dei Pearl Jam, accompagnato dal suo fedele ukulele. E’ la bellissima colonna sonora del bellissimo Into the wild, film che racconta la (indovinate?) bellissima e tragica storia di Alexander Supertramp, al secolo Christopher McCandless, persosi volontariamente in Alaska.
L’ultima foto che si è scattato lì, da solo accanto al Magic Bus, lo ritrae con gli occhi pieni di gioia per aver raggiunto il suo scopo: la libertà.
Chissà se Hossein e Jasmine si sono scattati un selfie. Chissà i loro occhi.
.
.
.


Lascia un commento