Troppa confidenza

Quando i deboli diventano il bersaglio dello scherno e dell’aggressività altrui, è solo una questione di paura della diversità

 

di Max Cignarelli 

 

11 maggio 2014 – Anni fa, ero già maggiorenne, avevo problemi di stomaco e andai da una gastroenterologa. Purtroppo trovai una perfetta incompetente che, per giunta, era anche piuttosto villana.
Alla mia affermazione, che mi piacevano molto minestroni, pastine e passati di verdura, mi rispose con un tono sarcastico e sgradevole che non avevo 92 anni, come se pastine, minestroni e passati di verdura, piacessero o dovessero piacere solo agli anziani. Ovviamente mangio anche altro, ci mancherebbe, ma per quei piatti vado matto.
Non solo fu una villana nei modi e nei contenuti delle sue esternazioni, cosa non da poco, ma non risolse neanche un po’ il mio problema. Cambiai gastroenterologo e per fortuna risolsi il mio problema.

 

pensare

Nel corso della mia vita ho spesso notato che, a volte, è più facile prendersi quella confidenza di troppo ed essere supponenti o villani con disabili, anziani e stranieri, fermo restando, è ovvio, che ci sono persone villane o gentili con tutti. Ma con disabili, anziani e stranieri è più facile allargarsi.

L’ho visto anche su di me in tanti anni. È di questo che in realtà volevo scrivere, non certo dei miei problemi di stomaco.
Quante persone mi hanno fermato per chiedermi se so leggere o scrivere o se capisco; quante persone, anche oggi, danno subito del “tu” e solo a me. Accade anche con gli stranieri. Quante volte a qualche operatore del centro diurno, non a tutti, piace fare il maestrino o trattarti da bambino anche se lì non abbiamo tutti la stessa disabilità.
Perfino nello scherzo, a volte , non c’è parità: lui o lei possono scherzare con te o su di te. Tu no. Anche quando lo scherzo è come deve essere, bonario.
Ho notato che l’eccessiva confidenza di cui parlo sopra, che a volte sfocia in frasi o comportamenti poco delicati, è sì tipica della persona della strada, ma nella mia esperienza non è affatto assente in chi ha a che fare sia per lavoro, che per semplice volontariato con disabili e anziani.

Sebbene logicamente vadano evitate generalizzazione, questo fenomeno c’è e merita una riflessione. Il più debole, o il cosiddetto diverso, è più gestibile essendo più fragile. Il diverso in fondo dà fastidio e allora in alcune persone si crea un meccanismo di difesa e di aggressività o di confidenza per ripararsi dalla stessa diversità che ha davanti.

Per fortuna ci sono disabili che si fanno rispettare, altri per timidezza, sottomissione e paura di rimanere soli, chinano la testa.
nessuno pensi che voglia generalizzare parlando di atteggiamenti non belli verso disabili, anziani e stranieri. Sarebbe sbagliato, come non aprire gli occhi davanti a ciò che non va nella nostra società.



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