HRNs – La mia classe

Q Code Magazine è media partner della XIV edizione dello Human Rights Nights International Festival, che si svolge a Bologna dall’8 al 18 maggio 2014. Il tema di quest’anno: le Nuove Povertà. Con un ricco programma di cinema, arte, musica, sport, il festival approfondisce i temi dei diritti negati, della dignità alla vita, dei doveri e responsabilità, del benessere e felicità, del diritto alla cultura e alla cittadinanza.

 

di Cora Ranci

 

14 maggio 2014 – È iniziata oggi la parte più attesa dello Human Rights Nights Festival, quella dedicata al cinema. Alle 9,30 di mattina la sala Mastroianni del cinema Lumière di Bologna era già piena. Sono venute diverse classi da una scuola media, ragazzi e ragazze di 14 anni. Molti di loro sono di origine straniera, tra le poltrone spuntava qualche fazzoletto in testa. Vociare scomposto mentre le luci si abbassano, poi, quasi per magia, il silenzio – o quasi.

Il film con cui l’associazione promotrice del festival ha deciso di inaugurare la sezione cinema è “La mia classe” (Italia/2013), del regista Daniele Gaglianone. Siamo a Roma, quartiere del Pigneto. Valerio Mastandrea interpreta un insegnante di italiano per stranieri, la sua classe è composta da persone provenienti da molti Paesi diversi. Con stile asciutto, quasi documentaristico, la cinepresa si aggira discreta tra i banchi della classe, indaga le espressioni degli alunni, si sofferma sui loro silenzi. La classe forma un gruppo affiatato: nonostante le diverse culture di provenienza, adesso si trovano tutti in Italia, in cerca di lavoro, alle prese con le assurdità di una legislazione che da un giorno all’altro li rende illegali.

E un giorno succede. Un ragazzo della Costa d’Avorio arriva a scuola con un foglio su cui c’è scritto che deve tornare al suo Paese. Succede per davvero: la realtà irrompe nella finzione. Sì, gli stranieri stanno interpretando loro stessi, ma dove comincia la finzione e finisce la realtà? In fondo, è cinema del reale. Gaglianone sceglie di mostrarci i fonici che posizionano i microfoni alla camicia dei migranti. Ogni tanto vediamo il regista stesso che chiede di ripetere la scena. È un continuo saltare di livello di narrazione all’altro. E quando improvvisamente uno dei ragazzi diventa illegale si pone il problema: continuare a girare il film oppure no? La troupe entra in scena, discute, pondera la situazione. È deciso, si va avanti.

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Dopo la proiezione del film c’è stato un dibattito intorno alle tre parole chiave della mattinata: Identità, Diversità, Integrazione. Sono intervenuti Fabian Nji Lang, operatore socio culturale, Alison Marchiò, mediatrice culturale e i ragazzi di On The Move, un laboratorio hip hop attivo a Bologna che si occupa, nelle loro parole, di “sradicare le etichette assegnate”: «Non vogliamo che sia qualcun altro a dirci cosa siamo. Usiamo la musica hip hop come arma. Arma di protagonismo, narrando le nostre storie, individuali e collettive. Arma di visibilità, perché a volte ci sentiamo invisibili, e invece abbiamo qualcosa da dire. Attraverso il rap, la cultura hip hop, lo sport e la socialità cerchiamo di costruire, giorno dopo giorno, spazi di confronto, di riflessione e di azione che producono cambiamento nella città in cui viviamo, lavoriamo e studiamo».

 

I ragazzi di On The Move si esibiscono per le scuole - Biblioteca Renzo Renzi

I ragazzi di On The Move si esibiscono per le scuole – Biblioteca Renzo Renzi

 

Questa sera alle ore 20.00 verrà inaugurata ufficialmente la sezione cinema del festival con la proiezione del film “Omar” (Palestina/2013) di Hany Abu-Assad. La proiezione, che sarà introdotta da Roberto Morgantini, è nell’ambito della proposta di candidatura al Premio Nobel di Marwan Barghouti.

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[Continua]

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