Non bastava l’handicap, anche la povertà

Il 40% delle persone con grave disabilità e il 25% di tutte le persone disabili, nell’Unione europea, sono a rischio povertà. Appena il 45% ha un lavoro, il 22% degli studenti disabili abbandona gli studi

di Max Cignarelli

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25 maggio 2014 – A differenza di molti disabili e persone senza handicap, ho sempre pensato che essere disabili è una disgrazia in quanto condizione che porta limiti e ad una vita più difficile. Non lo dico per commiserazione, ma perché è così. Pur per fortuna essendo una persona serena e socevole, mal digerisco essere disabile e voglio continuare a pensarla così. Quando poi alla disabilità si aggiungono l’indifferenza e la disattenzione della politica, ecco che scoppia la tempesta perfetta e la qualità di vita si abbassa drammaticamente. Tra i tanti spettri emerge anche il rischio povertà.

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Sebbene solo sette Paesi dell’Unione europea su 28 garantiscano ai disabili la possibilità di voto, su queste elezioni i disabili ripongono molte speranze nel senso di una maggiore attenzione italiana ed europea in merito al rispetto dei loro diritti.

Tuttavia, come dicevo, ci sono fantasmi all’orizzonte.

Il 40% delle persone con grave disabilità e il 25% di tutte le persone disabili, nell’Unione europea, sono a rischio povertà. Appena il 45% ha un lavoro, il 22% degli studenti disabili abbandona gli studi (con punte del 45% in alcuni paesi) e l’11% delle persone gravemente disabili affronta privazioni materiali e non è in grado di provvedere alle proprie spese, non può permettersi pasti adeguati con carne o pesce e non possiede un telefono: sono alcune delle cifre ricordate dall’European disability forum (Edf), nella Risoluzione adottata ieri, a conclusione dell’Assemblea annuale che si è svolta a Zagabria, in presenza di oltre 200 partecipanti da tutti i Paesi europei. Dal confronto di due giorni, è emersa una generale preoccupazione per l’impatto della crisi economica sulla capacità dei movimenti dei disabili europei di partecipare alla vita sociale.

Alla luce di quanto evidenziato, il forum chiede con urgenza che le istituzioni dell’Unione europea e i singoli governi assicurino “azioni in supporto di un dialogo civile inclusivo, a cui le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità possano effettivamente partecipare”, come previsto dalla Convenzione Onu.
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