Io non posso entrare

Quando esercitare il proprio diritto di voto diventa un’impresa titanica. L’Italia e le barriere architettoniche nei seggi elettorali

 

di Max Cignarelli 

 

31 maggio 2014 – Fa rabbia e si prova indignazione a comunicarvi notizie come questa in un Paese dove, talvolta, ma talvolta è ancora troppo, i disabili non possono neanche andare a votare i loro politici preferiti, proprio quelli che in Italia e all’estero , fanno ancora troppo poco verso chi ha un handicap.
Oltretutto il nostro è anche un Paese in cui la maggior parte di radio e tv, nonché i giornali che copriamo in edicola, ben si guardano dal raccontare di “noi invisibili” e le nostre disavventure vengono e rimangono per lo più ghettizzate e divulgate nelle riviste o nei siti dedicati all’handicap. Ringrazio questo giornale e Radio Popolare che mi aiutano a raccontarvi notizie come questa che non leggerete e ascolterete altrove.

Barriere architettoniche, ascensori rotti e cabine elettorali non accessibili con la carrozzina: questa la situazione di alcuni seggi della capitale dove per molti disabili votare alle elezioni europee è stata un’impresa.

Ed ecco cosa, per esempio, racconta la signora Mara a superabile.it. Lei è solo uno dei tanti esempi di persone che tribolano per andare a votare, purtroppo ci saranno state altre persone disabili che domenica hanno vissuto un’odissea per esprimere un diritto fondamentale.

«Ogni volta è una tortura. Non posso entrare con la sedia a rotelle all’interno della cabina», racconta Mara Ruggeri, 67 anni, affetta da poliomelite. «Alle precedenti votazioni mi hanno portata dietro un albero per compilare la scheda. Due anni fa, invece, hanno smontato la cabina ma una parete mi è caduta addosso. Umiliazioni che nel tempo si ripetono, nonostante le mie segnalazioni».

 

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Il seggio di Mara, la scuola di via Palombini nel quartiere di Casal de Pazzi a Roma, è stato segnalato dal comune come una delle sezioni elettorali senza barriere architettoniche. Peccato però che la cabina destinata ai disabili sia troppo stretta per permettere l’accesso a una persona sulla sedia a ruote.
Così, quando alle 16 del pomeriggio Mara arriva in via Palombini, è costretta ad aspettare pazientemente che la presidente del seggio trovi un modo per farla votare tra l’imbarazzo degli altri scrutatori. Alla fine l’unica soluzione è allargare una delle pareti della cabina e togliere il tavolo dove si appoggiano le schede per scrivere il voto.

Ma anche così la carrozzina di Mara non entra completamente. La presidente del seggio assicura: «Farò una relazione al comune. Non accadrà più». E poi si scusa: «Dovevo controllare che la cabina fosse montata con una cerniera apribile».

Interviene nel dibattito anche Nunzia Coppedè, presidente calabrese della Fish ( Federazione italiana superamento handicap) che domenica scorsa in occasione delle elezioni europee ha vissuto l’ennesima disavventura per poter esercitare il suo diritto di voto.
Coppedè vive a Lamezia Terme, una delle più grandi cittadine calabresi che col suo hinterland raggiunge ormai i 100mila abitanti. La responsabile regionale della Fish dovrebbe votare al seggio 25 del rione San Teodoro, un quartiere del centro storico di Lamezia costituito da un agglomerato di case abbarbicate una sull’altra a ridosso di una timpa.

Il seggio 25 è stato realizzato al pianterreno della scuola del quartiere, quindi è accessibile per chi è in carrozzina ma non è decisamente accessibile la strada per arrivare alla scuola, una salita ripida con una pendenza terribile. Per Nunzia Coppedè che si muove su un Doblò attrezzato, una strada off limits, «una vera e propria barriera naturale», come la stessa presidente Fish la definisce.

«In quella difficile posizione per me e per qualsiasi altra persona disabile in carrozzina – spiega Coppedè – è molto complicato scendere e salire dalla macchina a causa dell’inclinazione della strada». Coppedè racconta che «prima della promulgazione della Legge 15/91, per votare mi accompagnavano con la macchina, venivano da me alcuni scrutatori del seggio per consegnarmi la scheda ed in macchina esercitavo il mio diritto di voto; da quando è stata emanata la Legge 25, cioè dal 1991, vado al seggio 17
(accessibile) della scuola media Manzoni sempre a Lamezia Terme, vicinissima alla mia abitazione di residenza e comodissima perché mi permette di arrivare alla sezione elettorale senza mettere a rischio la mia incolumità. Stanca di subire l’ignoranza di chi occupa ruoli di potere, discriminata perché sono una persona con disabilità, denuncio formalmente di aver dovuto subire una feroce umiliazione e chiedo a chi di competenza, di garantire per le prossime elezioni, personale adeguatamente formato, capace di applicare le leggi di competenza e di rispettare i diritti e la dignità di tutte le persone disabili».

 

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