Genuino clandestino

Un’inchiesta itinerante sulle resistenze contadine

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/07/Schermata-2014-07-03-alle-12.15.41.png[/author_image] [author_info]di Michele Lapini. @MicheleLapini. Classe 83, dal Valdarno, nel mezzo tra le città di Arezzo, Firenze e Siena, si trasferisce per seguire l’università prima a Firenze e poi a Bologna, dove tuttora risiede. Laureato in Cooperazione, Sviluppo e Diritti Umani, affianca i suoi studi ed interessi alla fotografia, considerandola uno strumento efficace per informare e creare coscienza. Attraverso la macchina fotografica cerca di dar voce a quelle storie nascoste o scomode, documentando realtà sociali che spesso si perdono nel continuo intreccio di avvenimenti del nostro mondo globale. Collabora con agenzie fotografiche, realtà sociali e culturali, festival italiani ed internazionali ed ha all’attivo numerose pubblicazioni su riviste e giornali italiani, ed internazionali[/author_info] [/author]

 

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Fabrizio di TerraTerra, rete romana di Genuino Clandestino

11 luglio 2014 – “Genuino Clandestino, il libro” è un progetto collettivo per un libro fotografico sulle realtà di Genuino Clandestino, un movimento di comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare e l’agricoltura contadina. Tutto parte un anno fa, quando a Sara Casna e Michele Lapini (i due fotografi del progetto) viene chiesto di fare degli scatti in alcune realtà contadine. L’invito ben accolto si stringe così assieme al desiderio di Roberta Borghesi e Michela Potito (le due scrittrici del progetto) di scrivere sulla rete “Genuino Clandestino” e sul percorso che dalla sua nascita nel 2009, sta portando avanti nei territori.

È così che nasce l’idea di un libro fotografico ma che contenga allo stesso tempo un diario di viaggio ed una parte tematica, in modo da poter diffondere i ragionamenti e le pratiche di Genuino Clandestino ad un pubblico più vasto. Come si legge dal blog del progetto, il libro, “pur senza voler cristallizzare nella forma scritta la realtà di Genuino Clandestino, vuole contribuire a diffondere l’esperienza concreta maturata in questi anni, raccontare le storie di scelte – individuali e collettive – di vita rurale e di percorsi cittadini verso l’economia solidale e rendere disponibile a un pubblico più ampio la riflessione politica del movimento. Proprio come fa Genuino Clandestino, vuole comunicare la teoria a cominciare dalle pratiche.”

 

Un viaggio di oltre 6.000 chilometri per l’Italia contadina, genuina e clandestina. Un progetto già in corso d’opera, così come la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso, necessaria per realizzare il viaggio che terminerà poi nel libro.

 

Di fronte all’avanzare della crisi, l’agricoltura contadina rappresenta una reale alternativa al sistema dominato dalla grande distribuzione che sfrutta i territori e affama i contadini. Ribaltare il concetto di legalità (per questo il termine clandestino) rispondendo con la certificazione partecipata ed i metodi tradizionali, con il contatto diretto tra produttore e consumatore e le battaglie per l’accesso alla terra.Questo è il desiderio di “Genuino Clandestino, il libro”, raccontare la vita contadina, la resistenza quotidiana di chi ha scelto di ritornare alla terra per dare risposte concrete, genuine e clandestine alla crisi e per vivere degnamente dei frutti della terra, rispettandola.

 

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La prima tappa dagli Strulgador, erboristi di CampiAperti in Emilia-Romagna

 

Vuole comunicare realmente ai giovani una strada per scegliere la terra come fonte di sostegno per la propria vita, se non si hanno a disposizione grandi investimenti.

Vuole far vedere quale è l’alternativa ai posti di lavoro che l’industria della cementificazione crea.
Da dove si può uscire dalla crisi.

Vuole affascinare chi non ne sa nulla di economia solidale con la bellezza dei volti contadini.

Vuole essere un compagno di viaggio nella ricerca della propria identità.

Vuole contribuire a ridefinire l’immaginario collettivo della produzione del cibo.

Perché di questo si tratta, di facce e mani che lavorano la terra e aggiustano oggetti, riappropriandosi del diritto di esistere.

 

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