La musica della settimana/14

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Nell’enorme flusso di informazioni che ci investono ogni giorno, le parole sono importanti, e le notizie pure.
Per fare ordine in questo magma continuo, ogni settimana Q Code Mag selezionerà sette storie per fare un po’ di ordine, per riassumere i momenti che meritano più di altri. Per fare il punto.
E visto che la musica è il veicolo migliore, ognuna di queste sarà accompagnata da una canzone che la rappresenta, che ne descrive l’essenza.
Per fare ordine, per essere ricordata. Per mettere un punto e andare a capo.[/note]
[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/12/IMG_1659.jpeg[/author_image] [author_info]a cura di Alessandro Tibaldeschi. Ultra trentenne pentito, giornalista musicale, speaker radiofonico in pensione, dopo una carriera iniziata a diciassette anni e finita per sopraggiunta paternità. Padre di una bellissima bambina e compagno innamorato. Amante del gelato e della birra artigianale, tifoso della Pro Vercelli, si sveglia ogni mattina con qualche canzone strampalata nelle orecchie. Non canta sotto la doccia, ma non si tira indietro su quelle di Peppa Pig e dello Zecchino d’Oro per dovere familiare. QCode gli ha dato l’arduo compito di commentare in musica le notizie della settimana. Riusciranno i nostri eroi?[/author_info] [/author]
dal 23 al 30 giugno 2014
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Remo Remotti & Recycle – Mamma Roma (Addio)
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Forse non tutti sanno che Pasolini, oltre ad essere uno dei più splendenti intellettuali del Novecento italiano, era anche un apprezzato regista. In alcuni dei suoi film, assieme a ragazzi presi dalla strada per rendere il reale ancora più reale, hanno recitato giganti come Maria Callas o Totò.
Uno dei suoi film, Mamma Roma, mi ha fatto tornare in mente questo monologo di Remo Remotti, rivisto in chiave elettronica.
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Youssou N’Dour – 7 seconds
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Quando si parla di Senegal, è scontato pensare a Youssou N’Dour, che è riuscito a fondere la tradizione musicale del suo Paese con il pop internazionale, anche grazie a quell’angioletto di Neneh Cherry.
Certo, ha avuto anche lui i suoi momenti di sbandamento dovuti alla vecchiaia (la partecipazione a Sanremo con Pupo e Paolo Belli), ma ai grandi artisti si perdonano anche questi scivoloni.
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Brett Dennen & Jason Mraz – Long road to forgiveness
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Questi due ragazzotti hanno contribuito con questa canzone ad un progetto in difesa delle comunità tribali.
Inutile parlare dei rischi che corre il polmone del mondo da almeno trent’anni. Eh già, facevo io le elementari e già se ne parlava da tempo.
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Gabriella Ferri – La società dei magnaccioni 
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Gabriella Ferri è riconosciuta come l’ambasciatrice della musica tradizionale romana che, come tutte le musiche tradizionali o i proverbi, sintetizza in modo fulminante un pezzo della nostra società.
Ma che ce frega, ma c’emporta.
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Giovanna Marini – Ballata su Ustica
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Per restare sul terreno della musica tradizionale, un’altra grande artista è proprio Giovanna Marini.
Decisamente schierata e alla lunga difficile da digerire, si è comunque ricavata uno spazio importante nella nostra musica grazie a pezzi importanti e collaborazioni di valore, su tutte quella con Francesco De Gregori, con cui alla fine ha fatto anche un album intero.
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Prima guerra mondiale – Il Piave mormorava
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Niente, anche qui resto sullo scontato, o sul rigore a porta vuota, se preferite.
Giusto qualche giorno fa, però, pensavo a tutti quei ragazzi che quegli anni hanno imbracciato (o dovuto farlo) un fucile e non sono tornati mai a casa, nonostante i toni trionfalistici di giornali e canzoni patriottiche.
Ed è solo uno dei lati ingiusti della guerra.
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