Croazia, decisione storica

Matrimoni gay: modificata la normativa sullo stato civile

[note color=”000000″]In questo blog si parlerà di confini che scorrono tra paesi, individui, generi, ideologie, in quello spazio che si trova a est di Milano e finisce prima di andare troppo lontano[/note]

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/Schermata-2013-06-15-alle-20.39.17.png[/author_image] [author_info]di Francesca Rolandi. Storica, ha portato a termine un dottorato in Slavistica e si occupa di studi sulla Jugoslavia socialista. Ha vissuto a Belgrado, Sarajevo, Zagabria e Lubiana e ha provato a raccontarle per PeaceReporter, Osservatorio Balcani Caucaso, Cafebabel e Profili dell’Est[/author_info] [/author]

20 luglio 2014 – Con una storica decisione il Parlamento della cattolicissima Croazia ha contribuito a superare i confini che separano le coppie gay da quelle eterosessuali.

Il 15 luglio scorso è stata votata una modifica alla legge sullo Stato civile, che comporta la possibilità, per due persone dello stesso sesso, di sposarsi. I diritti delle coppie gay sono stati equiparati a quelli delle coppie eterosessuali, ad eccezione della possibilità di adottare dei figli. Si tratta di una vittoria seguita a un’intensa attività di lobbying che ha visto la comunità LGBT attiva negli ultimi anni a difendere la sua visibilità e i suoi diritti.

 

zagabria

 

Una battaglia fatta di resistenze, aspri e duri colpi, come il referendum, promosso dalla coalizione di destra “Nel nome della famiglia”, che nel dicembre 2013 ha visto la Croazia votare compattamente – con l’eccezione dell’Istria e del Quarnero – a favore di una norma che introducesse nella Costituzione la definizione di matrimonio come unione tra un uomo e una donna. Norma che era già stata precedentemente definita illegale da una sentenza della Corte costituzione secondo la quale un cambiamento costituzionale non può ledere i diritti delle persone LGBT e delle coppie omosessuali.

Il governo SdP di Zoran Milanovic, che si è rivelato deludente in altri campi, in primo luogo in quello economico, ha tenuto fede agli impegni presi in campagna elettorale rispetto all’equiparazione delle coppie eterosessuali ed omosessuali. La strada, ricordano gli attivisti, è ancora in salita. L’omofobia è un problema concreto in Croazia ed è possibile che i matrimoni tra persone delle stesso sesso incorreranno in provocazioni o in varie forme di opposizione. A questo riguardo sarà una sfida per le autorità far sì che la legge contro le discriminazioni venga rispettata. Esistono due Croazie che si contrappongo: una che guarda all’Europa ai diritti civili; l’altra, conservatrice e richiusa in sé stessa, che vede nella Chiesa cattolica il suo bastione. È innegabile che, negli ultimi dieci anni, la prima abbia fatto grandi passi avanti.

 

 

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