#Hokkolorob

A Calcutta da un episodio di molestia nei confronti di una studentessa è partito un movimento di protesta che ha portato in strada 100mila persone in varie città

di Alessandro Ingaria
@aleingaria

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28 settembre 2014 – Hok Kolorob è un brano del cantante del Bangladesh Shayan Chowdhury Arnob e letteralmente può essere tradotto in “Lascia che sia rumoroso”. A settembre 2014 è diventato la colonna sonora e l’hashtag delle proteste studentesche nella Jadavpur University di Calcutta (India).

Una protesta che ha interessato decine di migliaia di persone, rivelando una società che si desta contro le gerarchie universitarie e la macchina repressiva dello stato. C’è ottimismo quando una comunità reagisce e si unisce. C’è allegria, calore e speranza.

La protesta dell’Hok Kolorob Movement è iniziata il 3 settembre in seguito alla denuncia delle molestie subite da una studentessa all’interno del campus universitario da dieci studenti della medesima Università. Addirittura sembra che le molestie, e il pestaggio del ragazzo che accompagnava la studentessa, sono avvenuti di fronte al sovrintendente del dormitorio dove la ragazza è stata trascinata dai molestatori. Dopo la denuncia del padre della ragazza, l’episodio è stato oggetto di un tentativo di insabbiamento e di successivi atti decisamente misogini nei confronti della vittima.

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foto di Ronny Sen

Due membri della commissione d’inchiesta interna (Internal Complaints Commitee) si sono recati nella casa della ragazza, senza qualificarsi, e interrogandola insistentemente sui vestiti indossati nella notte dell’incidente.

Da questo episodio gli studenti hanno iniziato un Gherao per chiedere la sostituzione dei membri della commissione con persone esterne all’Università e le dimissioni del vice-Rettore vicario, secondo molti responsabile del tentativo di insabbiare l’episodio.

Il Gherao è un termine hindi che significa letteralmente “stringere in cerchio”, cioè una tecnica di lotta sindacale nata nel 1967 in West Bengala, che consiste nel circondare fisicamente il politico o il funzionario sinché questi non risponde alle questioni poste.

La tensione tra vice-Rettore vicario e studenti è progressivamente aumentata sino a quando il 16 settembre il primo ha chiesto alla polizia di intervenire per sgomberare i picchetti organizzati dai ragazzi. La polizia di Calcutta è entrata in azione in maniera violenta il 17 settembre arrestando 37 studenti e ferendone 40. La reazione generale è stata di sdegno per il violento intervento delle forze di sicurezza in un sit-in pacifico e composto da persone disarmate. Internet ha svolto il suo ruolo nell’attivare la coscienza civile e il 20 settembre la manifestazione in solidarietà degli studenti ha visto quasi 30mila persone percorrere Calcutta. Manifestazioni di solidarietà avvenivano nello stesso momento a Dehli, Mumbai, Hyderabad e Bengalore.

Il 25 settembre il vice-Rettore vicario ha annunciato le proprie dimissioni.

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foto di Kashyap Mitra

La società indiana ha un problema con la propria parte femminile. I frequenti stupri, la condizione delle donne, i matrimoni combinati, le vedove che si lasciano morire, sono solo alcuni casi di un fenomeno profondo e preoccupante. Episodi come quelli della Jadavpur University lasciano sperare che nel cambio generazionale avvenga l’auspicato cambio culturale che consenta agli indiani di comprendere che la donna non è un oggetto ma un essere umano.

 

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