Party Girl

di Marie Amachoukeli-Barsaq, Claire Burger, Samuel Theis, Con Angélique Litzenburger, Joseph Bour, Mario Theis, Samuel Theis, Séverine Litzenburger, Cynthia Litzenburger.

Premio Caméra D’or per la miglior opera prima e Prix d’ensemble nella selezione Un Certain Regard al festival di Cannes 2014.

Nelle sale

di Irene Merli

 

1 ottobre 2014 – Quando la giuria di Cannes ha premiato Party Girl, dal palco ha detto di averlo fatto perché era un film coraggioso, ribelle e “maleducato”. Non c’è presentazione migliore per questa piccola opera prima scritta e diretta da tre autori, che si muove tra tanta realtà e poca fiction, per raccontare una storia di confine e di confini.

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Angélique, infatti, fa l’entreneuse da sempre ma ha 60 anni. Lavora in un nigh-club di una zona della Lorena tra Francia, Germania e Belgio dove una volta c’erano le miniere e ancora oggi c’è forte immigrazione. Recita nei panni di se stessa e uno degli autori-registi è uno dei quattro figli che ha avuto tutti da uomini diversi. Altro che film “maleducato”!

Donna notturna, abituata alla vita rumorosa e disordinata di chi sbarca il lunario nei night club, Angélique ha passato l’intera vita a intrattenere e sedurre uomini. La sua è stata un’esistenza sempre alla giornata che l’ha resa un’eterna adolescente, nonostante le quattro maternità (l’ultima figlia, tra l’altro, vive con una famiglia d’adozione). E mentre i suoi ragazzi crescono e sperimentano i classici compromessi richiesti da lavoro, coppia & famiglia, la “ matriarca” dorme in una stanzetta piena di bambole,
adora braccialetti e minigonne, ama bere parecchio e andare alle feste.

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Angélique, insomma, non sembra ancora pronta a lasciare quel mondo che sente profondamente parte di sé, anche se ha sempre meno clienti. Il dubbio le verrà solo quando Michel, un suo ammiratore da anni, la sorprende con una domanda di matrimonio. La ama e vuole darle una casa, sicurezza, futuro.

Ma lei è libera, inaffidabile, egoista e generosa, proprio come una ragazzina. Ce la farà a cambiare vita? L’happy ending non abita qui. Sarà il corpo a decidere per Angélique, senza darle scelta: lei è una party girl, un’autentica forza della natura bloccata nella stagione della giovinezza.

Il film non giudica, fotografa solo una situazione. Ne fa vedere il lato comico, tragico, romantico e persino il dramma sociale, ma evita la trappola del moralismo e quella del sentimentalismo. Samuel Theis, uno dei tre autori di Party Girl e figlio di Angélique, a Cannes ha spiegato il materiale su cui ha lavorato con i suoi giovani colleghi: “La vita di mia madre, così speciale, andava raccontata. Amo il fatto che è una donna indipendente, coraggiosa. E ci ha dato molto amore, in un modo anticonvenzionale, a volte faticoso”. Certo, per Angélique non deve essere stata una passeggiata. Ma è stato Sam ad aiutarla ad abbandonare alcol e sigarette. E se un figlio a cui devi tanto si mette a studiare cinema…

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