Class enemy

CLASS ENEMY, di Rok Bicek, con Igor Samobor, Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik, Masa Derganc, Robert Prebil. Premio Fedeora alla Semaine de la Critique di Cannes 2013 e Premio Miglior Film per il Sindacato nazionale dei critici cinematografici. Nelle sale dal 9 ottobre

 di Irene Merli

 

9 ottobre 2014 – Un regista di 28 anni al suo debutto, un manifesto del film inquietante, una storia vera accaduta in Slovenia, quando l’autore studiava ancora.

Lubiana, oggi. Un liceo come tanti, una classe come tante. Ma la normalità è solo una maschera, una patina di superficiale tranquillità. Basta l’arrivo di un nuovo insegnante di tedesco duro e intransigente per innescare un pericoloso corto circuito. Il professore è severo, impassibile, si rifiuta di parlare in sloveno durante le lezioni e pretende di “creare persone”, non solo di insegnare. La classe inizia un escalation di ribellioni e i ragazzi arrivano persino a dargli del nazista. Quando poi una studentessa si suicida, il giorno dopo un colloquio con il docente da cui era uscita in lacrime, gli equilibri già fragili vanno in pezzi. Il dolore dei ragazzi diviene rabbia e caccia al colpevole, al nemico. E di chi può essere la colpa se non dell’odiato professore, che da parte sua insiste nel voler forgiare le loro personalità a ogni costo?

foto(5)

Il film è girato tutto in un liceo, tranne la scena finale. Il microcosmo scolastico diventa così riflesso del macrocosmo, ovvero della società a cui appartiene. Tra la classe-popolo e l’insegnante-capo, che pretende di imporre un’unica legge (la sua) è davvero conflitto di classe, senza vinti né vincitori. E’ scontro tra due generazioni molto diverse che non sanno più parlarsi, tra le quali si è aperto un baratro. Ed è scontro anche tra i ragazzi, che iniziano a scagliarsi rimproveri. Ma qualcuno si era davvero interessato della compagna morta, quando tutto sembrava tranquillo?

La Slovenia vanta uno dei tassi di suicidio più alti d’Europa e gli sloveni sono conosciuti per essere particolarmente refrattari all’autorità, vista la tormentata storia del loro piccolo, fiero Paese. E al riguardo risulta emblematica una frase dell’unico studente asiatico della classe: “Voi sloveni se non vi ammazzate da soli , vi uccidete tra voi”.

L’impeccabile sceneggiatura del film opera continui ribaltamenti del punto di vista, rendendo impossibile capire fino in fondo chi abbia torto o ragione nell’irriducibile conflitto, e indaga magistralmente gli stati d’animo dei personaggi, tutti trovati tra veri studenti di liceo salvo il “nemico” e altri insegnanti. “Penso che la combinazione tra attori professionisti e non sia interessante solo se si può approfittare dell’energia che si crea tra di loro” ha spiegato Bicek. “ Per questo ho voluto che non ci fosse alcun confronto tra di loro prima dell’inizio delle riprese. E sì, l’incomunicabilità è sicuramente il nucleo, il detonatore del film. L’eruzione che poi mette a nudo le paure e le frustrazioni sotto la pelle della società europea”. Class enemy è un’opera che turba e coinvolge, in cui niente è di troppo. Davvero un bell’esordio, lo ricorderemo.

.

 


Sosteneteci. Come? Cliccate qui!

associati 1

.



Lascia un commento