MitOst Festival a Novi Sad

Connsessioni culturali e impegno no profit: una festival a Novi Sad, Serbia

di Patrizia Riso

12 ottobre 2014 – Un festival multiculturale per celebrare connessioni e impegno no profit. Il MitOst è nato nel 1996 in Germania dall’incontro tra organizzazioni tedesche e dei Paesi dell’Europa del sud–est che quest’anno si sono incontrate a Novi Sad dall’1 al 5 ottobre. MitOst è anche una piattaforma interattiva tra organizzazioni non governative. Le tematiche sono tante, che risulta difficile riassumere l’intento del festival in poche parole data anche la densità di conferenze, workshop pratici e teorici, tour guidati in città su due ruote, film e feste.

Ventiquattro ore per capire il MitOst

Giovedì due ottobre a Novi Sad fa caldo ma il cielo è coperto. Alle nove del mattino, presso il Centro di Volontariato della Vojvodina – Volonterski Centar Vojvodine – si tiene l’incontro “MitOst as platform for NGOs”. L’intento è di creare connessioni tra i partecipanti ai quali viene chiesto di presentare sinteticamente le proprie Ong. Dopo aver chiacchierato con Valeria e Yanina, provenienti rispettivamente da Moldavia e Bulgaria, mi sposto all’associazione dei giornalisti – Udruženje Novinara per seguire l’incontro “Civic engagement, Social Capital and Democracy Promoting: analysing the Democracy Supporting Potential of Transnational Networks of Civic Engagement with Particular Reference”. Il lungo titolo resterà un mistero dal momento che gli organizzatori parlavano solo tedesco.

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Mi sposto verso la Crna Kuća, un centro giovanile. In un angolo del giardino trovo alcune persone sedute attorno ad una ragazza. E’ vestita in maniera semplice ed elegante e ha lunghi capelli neri. Occhi grigi e brillanti. Anica viene dall’Albania, è non vedente e ama l’arte. Per condividere questa passione ha deciso di organizzare un incontro nel quale ha spiegato come intende e vive l’arte. Ha chiesto ai partecipanti di descriverle delle sculture e concetti quali ombra e contrasto, mentre presenti si passano l’un l’altro, delicatamente, un’opera braille tentando di “guardarla con le dita”.

Dopo l’abbondante pranzo preparato dagli attivisti della Cucina vegana della Crna Kuća, Quando anche il workshop di stencil su stoffa che ha animato la mattina si è concluso, mi dirigo di nuovo all’associazione dei giornalisti per l’incontro-discussione “Ngo-Cracy on the Balkans? How to support the “Real” Civil Society?”. Si discute del ruolo delle Ngo che, durante la fase di transizione, sarebbero dovute essere strumento di collegamento tra i cittadini e la politica dei piani alti. Per gli speaker il problema resta il distacco tra i cittadini attivi nel sociale e il resto della gente, i cittadini “passivi”. “E comunque – ammette francamente Ivana Ćirković, direttrice dell’Ufficio per la Cooperazione con la Società Civile del Governo della Rep. Di Serbia – i governi non hanno mai davvero voluto raggiungere i cittadini”.

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“L’intento iniziale del MitOst era quello di connettere organizzazioni della società civile di diversi Paesi, cosa non facile negli anni ’90” spiega Nils Zimmerman, moderatore dell’incontro e organizzatore del MitOst. Alla domanda perché organizzare il festival a Novi Sad e cosa rappresentano i Balcani, risponde: “Negli anni ‘2000 i partner dell’organizzazione sono cresciuti e il gruppo di Novi Sad ha proposto di fare qui il festival. Non abbiamo mai creduto nella categoria UE, ma crediamo che nell’area balcanica si svolga il futuro dell’Europa”.

L’incontro alla sede dell’Unione Sindacati Autonomi di Novi Sad – Savez Samostalnih Sindikata Grada Novog Sada I Opština sulla diffusione degli spazi di aggregazione sociale nelle aree periferiche della città, il centro del festival si sposta al bar Izba. Il film musicale “Danube Sounds” racconta il viaggio di quattro ragazzi tedeschi, impegnati a raccogliere esperienze e contributi musicali da Berlino al Mar Nero. Sebbene non molti cittadini di Novi Sad fossero a conoscenza dell’esistenza del festival, per qualche giorno la piccola e affascinante città sul Danubio si è riempita di una folla di partecipanti non interessati esclusivamente ai divertimenti notturni come l’Exit ha abituato, ma armati di quaderno e penna e, spesso, di un forte accento tedesco.

 

 


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