Iscrizione negata agli alunni stranieri

La denuncia dell’Osservatorio respingimenti scolastici di Bologna: “C’è un sommerso di bambini nemmeno registrati, rimbalzati dalle segreterie da una scuola all’altra. Una pratica illegale”. Entro dicembre 77 minori in età d’obbligo scolastico arriveranno per ricongiungimenti

 

di Ambra Notari, Redattore Sociale

 

14 ottobre 2014 – A Bologna l’anno scolastico è cominciato con 33 ragazzi stranieri che, nonostante l’iscrizione, sono rimasti fuori dalle classi. A oggi, dopo un mese, sono ancora 7 quelli senza un’aula. I dati sono dell’Osservatorio sui respingimenti scolastici, un organismo informale costituito da varie realtà cittadine. Secondo i numeri della Prefettura, poi, entro dicembre arriveranno tramite i ricongiungimenti familiari altri 77 minori in età d’obbligo scolastico. Pochi giorni fa, l’annuncio: buona parte di questi 77 saranno accolti da 3 istituti secondari (le scuole Jacopo della Quercia dell’Ic7; le Guinizzelli dell’Ic8 e le Zappa dell’Ic15). Nelle intenzioni del comune e dell’Ufficio Scolastico, non saranno inseriti in classi-ponte (come quella che l’anno scorso fece molto discutere), ma in classi aperte: i bambini saranno distribuiti sulle diverse classi e gli insegnanti faranno anche corsi di alfabetizzazione e laboratori, per facilitare l’inserimento.

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“Bene, se le cose stanno davvero così siamo felici – commenta Andrea Grassia dell’Osservatorio, membro anche di Sim, la scuola di italiano con migranti di Bologna -Peraltro quest’anno, per la prima volta, la Prefettura si è premurata di fare avere il numero dei bimbi che sarebbero arrivati in Italia con un po’ di anticipo, come l’anno scorso abbiamo chiesto più e più volte. Però c’è tutto un sommerso con cui nessuno fa i conti: un sacco di bambini – e ovviamente non esistono dati ufficiali – vengono rimbalzati da una scuola all’altra. Faccio presente che questa procedura è illegale. Primo, non sono le famiglie che devono trovare una scuola per i figli, ma sono le scuole a doversi fare avanti. Secondo, c’è un rischio altissimo anche per i genitori. Se i servizi sociali scoprissero uno minore in età di obbligo scolastico non iscritto, dovrebbero intervenire e portarlo via alla famiglia. È normale?”.

La denuncia di Grassia è chiara: capita – spesso – che le scuole vengano meno al loro dovere di prendersi carico dell’iscrizione perché “Siamo pieni”, contravvenendo a un obbligo previsto dalla legge: “Rimandare a casa senza iscrizione tutti questi ragazzi finisce per renderli veri e propri fantasmi del sistema scolastico italiano e in alcuni casi è negato loro il diritto all’istruzione anche per più anni di seguito. Tra l’altro a volte le famiglie non conoscono bene i loro diritti, e le scuole se ne approfittano”.

Sono molti, insomma, i casi simili a quello del bambino bengalese escluso dalla scuola l’anno scorso per 8 mesi. Secondo l’Osservatorio, i problemi non finiscono qui: troppi minori sarebbero costretti a frequentare scuole anche molto distanti da casa e, guardando oltre l’età dell’obbligo, “alle superiori, per i ragazzi stranieri è diventato praticamente impossibile scegliere un percorso di studi in maniera autonoma e adeguato alle proprie inclinazioni: sempre più sono costretti a iscriversi in quegli istituti che hanno posti disponibili e che, guarda caso, sono solo scuole di avviamento al lavoro e professionali”. Contro i respingimenti scolastici, l’Osservatorio ha indetto per martedì 14 ottobre alle 10 un presidio davanti all’Ufficio scolastico in via de’ Castagnoli 1.

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