Ebola vince in Africa

La psicosi in Europa e negli Stati Uniti è irrazionale. Solo l’Africa è il continente che rischia davvero il contagio su larga scala. Ecco perché

[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.buongiornoafrica.it/wp-content/uploads/2012/06/raffa01.jpg[/author_image] [author_info]di Raffaele Masto, @RAFFAELEMASTO. Faccio il giornalista e lavoro nella redazione esteri di Radio Popolare. Nei miei oltre venti anni di carriera ho fatto essenzialmente l’inviato. In Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa, continente nel quale viaggio in continuazione e sul quale ho scritto diversi libri dei quali riferisco in altri spazi del blog www.buongiornoafrica.it. Insomma, l’Africa e gli africani, in questi venti anni, mi hanno dato da vivere: mi sono pagato un mutuo, le vacanze e tutto ciò che serve per una vita di tutto rispetto in un paese come l’Italia.[/author_info] [/author]

16 ottobre 2014 – Informazione e provvedimenti per fermare l’epidemia di ebola dimostrano ancora una volta che il modo di vedere e interpretare il mondo dipende dalla prospettiva, cioè dal luogo dal quale si guarda.

Ebola infatti sta scatenando una psicosi in Europa e Stati Uniti dove l’ipotesi di una diffusione a livello di epidemia del virus è veramente remota perché gli ospedali sono in grado di praticare isolamento e quarantene e nello stesso tempo di somministrare terapie in sicurezza ai pazienti affetti dal virus.

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“Hai scelto di infastidire il Paese sbagliato”

Tutte cose che in Africa non è possibile fare e, anche quando arriveranno gli aiuti promessi, sarà possibile fare solo parzialmente perché in Guinea, Sierra Leone, Liberia ci sono villaggi irraggiungibili, non ci sono strade asfaltate, non ci sono ambulanze attrezzate. Si dovrebbe poter contare su elicotteri attrezzati, ma in questo caso la logistica e i costi diventerebbero insostenibili.

Dunque la psicosi in Europa e Stati Uniti non è giustificata, mentre lo sarebbe in Africa se si trasformasse in azioni concrete e in aiuti immediati e copiosi. Sì, perché è in Africa che si dovrebbe fermare la diffusione del virus per essere certi che non ci sarà una epidemia in Europa e Stati Uniti.

Oggi Guinea, Liberia e Sierra Leone sono come una ferita che è stata lasciata andare in suppurazione ed ora sparge virus, pus e infezioni in tutto il resto dell’organismo.
Insomma, si sta ripetendo, moltiplicato per mille a causa della virulenza di ebola, ciò che avviene da sempre per la malaria, per la tubercolosi, per il colera. Invece di curare quella ferita si fa esattamente il contrario. Ho l’impressione che ancora oggi si sottovalutino le dimensioni dell’epidemia in Africa.
Ebola infatti sta ancora avendo la meglio e anzi ha raggiunto una crescita esponenziale che è proprio ciò che bisogna evitare che facciano le epidemie. Il tasso di riproduzione netto di una malattia è una cifra che in epidemiologia indica quante persone infetterà in media ogni singolo malato.
Per sconfiggere una epidemia questo numero deve arrivare a zero, mentre nei paesi dell’Africa occidentale oggi è intorno a 1,5-2. Dunque il numero di casi raddoppia ogni tre settimane circa. Se si fa una semplice proiezione si capisce che stiamo parlando di numeri da paura.

Ecco è quella ferita infetta che bisogna guarire per evitare la diffusione della malattia. Quanto più si lascia una ferita infetta senza terapie tanto più difficile sarà curarla.



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