Matera: un ricordo e una riflessione fuori tema

Il fatto che Matera abbia vinto la candidatura a capitale europea della Cultura 2019 è una sorpresa, perché è stata una scelta non scontata, non facile, che non ha risposto a logiche di potere o di convenienza

 Testo e video di Claudia Bellante

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21 ottobre 2014 – Sono stata a Matera per la prima volta due anni fa. Ero in giro per l’Italia a caccia di storie sul terzo settore: persone che davanti a un problema, in totale autonomia rispetto allo stato che non c’è, si organizzano e danno una risposta vera, concreta, coraggiosa.

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Lì ho conosciuto Raffaello De Ruggieri, avvocato e presidente dell’associazione Zètema (http://www.zetema.org/) nata come lui stesso racconta sulle ceneri di un circolo, La Scaletta, composto da un gruppo di giovani che negli anni ’60 esplorararono il territorio in cui abitavano per riportarne alla luce i tesori. Raffaello mi ha raccontato della sua città, della sua lotta, politica e culturale per dare dignità ai “sassi”, definiti, da destra e da sinistra, “infamia e vergogna” di un Paese che doveva guardare al futuro, allo sviluppo, alla ricchezza.

Ma quei sassi, lui dice, sono la “culla della nostra civiltà” è da lì che veniamo. E per capirlo basta guardarli e fare attenzione a quello che si sente dentro, a quel misto di rispetto e magia che suscitano in noi.

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Due anni fa la corsa alla candidatura per diventare Capitale europea della Cultura 2019 era già cominciata ma sembrava difficile poter vincere contro rivali famose in tutto il mondo e a tutto il mondo collegate. Matera è l’unica città dove non arriva il treno, un bell’handicap poteva sembrare allora, oggi invece sarà un’avventura. Arrivare laggiù farà parte dell’esperienza.

Il fatto che Matera abbia vinto è una sorpresa, perché è stata una scelta non scontata, non facile, che non ha risposto a logiche di potere o di convenienza.

Ci voleva una Giuria internazionale? Forse sì, forse no, ma cosa importa. L’importante è che quel viaggio verso il Sud nel 2019, o magari anche prima, venga intrapreso da molti. Perché ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di ritrovare la Storia e di pentirci amaramente per ciò che abbiamo permesso altrove, lasciandola scomparire, ricoprendola di sangue. Due anni fa guardavo Matera e rivedevo Aleppo, quelle case bianche che lottano contro il cielo per rimanere vive. Oggi Aleppo non esiste più e anche se non ne siamo consapevoli, un pezzo di noi è andato per sempre distrutto con lei.

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