Torino Film Festival a mente fredda

 La rassegna del capoluogo piemontese si è conclusa lo scorso week end. Tra premiati e incassi, un bilancio della sua trentaduesima edizione

di Alessandro Rocca

 

3 dicembre 2014 – Sabato 29 novembre serata di chiusura della 32esima edizione del Torino Film Festival. Come da tradizione una premiazione molto sobria, senza lustrini e tappeti rossi, con una Anna Mazzamauro, l’indimenticabile signorina Silvani della serie Fantozzi, nelle vesti di madrina e valletta un po’ particolare, che prima omaggia Anna Magnani, e poi fa sorridere la sala con battute degne del miglior cabaret.

 

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Una scena di “Endless Escape, Eternal Return” di Harutyun Khachatryan

 

Quello che più stupisce sono i numeri. La 32a edizione del TFF si è chiusa confermando il trend positivo fatto registrare l’anno scorso, quando gli incassi erano passati dai 205 mila del 2012 ai 267 mila euro del 2013. L’incasso complessivo del 2014 è di 259.000 euro. Tenuto conto che il numero delle sale a disposizione è sceso da 11 a 9, con una disponibilità di posti scesa da 2910 a 2347, il risultato è molto positivo perché evidenzia un aumento della presenza media degli spettatori ad ogni singola proiezione. In totale, gli spettatori del 2014 sono stati 90.000 circa.

Numeri che premiano il programma della rassegna con quasi 200 pellicole di vario genere in cartellone, suddivise nelle sezioni pensate da Emanuela Martini e il suo staff di selezionatori. Qualcuno ha sostenuto anche troppe. Ma la manifestazione torinese è sempre convincente, e anche quest’anno ha regalato ai cinefili film e documentari.

Ed è proprio questa sezione che ha mostrato quanto il cinema del reale sia vivo e vitale con opere che meriterebbe un pubblico più vasto, magari quello televisivo, in alcuni casi anche quello della prima serata e non solo i frequentatori di sale d’essai e festival.

I premi assegnati nella sezione documentari dalla giuria internazionale composta da Marek Hovorka, Fred Keleman e Jean-Baptiste Morain, sono andati come miglior film a “Endless Escape, Eternal Return” di Harutyun Khachatryan, con la seguente motivazione: con la sua sensibilità verso gli elementi più autentici del cinema e il loro uso consapevole e attento, il regista avvicina il pubblico al flusso mutevole della Storia e lo porta quasi a contatto fisico con la realtà. Attraverso la profonda bellezza delle immagini, l’uso del tempo, dei suoni atmosferici e della musica, la solitudine dell’essere umano in questo mondo trascende a un livello metafisico che connette il pubblico con la nudità dell’essere umano, la sua ricerca e la sua lotta per la felicità, la libertà e il desiderio di essere comunità.

 

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Una scena di “For Some Inexplicable Reason” di Gábor Reisz

 

Il premio speciale è andato al film “Snakeskin” di Daniel Hui, per sostenere il regista verso la sua ricerca della verità e di un cinema immaginifico capace di raccontare la complessa storia del suo paese, piena di fantasmi. In “Snakeskin”, Daniel Hui riesce a creare un’atmosfera che permette al pubblico di entrare nella realtà spirituale di quella regione.

La giuria di Italiana Doc composta da Maria Bonsanti, Jacopo Quadri e Marco Santarelli, ha invece assegnato il premio quale miglior film a “Rada” di Alessandro Abba Legnazzi, per la volontà di raccontare e confrontarsi in uno spazio cinematografico con storie di vita e personaggi.

Il premio speciale della giuria è andato a “24 heures sur place” di Ila Bêka e Louise Lemoine. Con la seguente motivazione: un film che si inscrive nella tradizione cinematografica riuscendo ad attualizzarla con generosità nello stile e nel contenuto.

Per la cronaca è doveroso segnalare i vincitori della sezione principale Torino 32 – Concorso Internazionale Lungometraggi. La giuria che era composta Ferzan Ozpetek, Geoff Andrew, Carolina Crescentini, Debra Granik e György Pálfi ha assegnato il premio quale Miglior Film che si porta a casa anche 15.000 euro a “Mange tes morts” di Jean-Charles Hue. La pellicola però non ha scaldato particolarmente gli animi degli attenti spettatori torinesi e nemmeno gli applausi sono stati così fragorosi come sarebbe richiesto per un primo premio!

Premio Speciale della giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a bel film “For Some Inexplicable Reason” di Gábor Reisz. A questo film, davvero emozionante e originale è andato anche il premio speciale del pubblico.

Menzione speciale della giuria a “N-Capace” di Eleonora Danco, che ha tenuto alto il nome dei registi italiani, elogiata sul palco da un Ferzan Ozpetek a dir poco entusiasta di questa regista, tanto da dichiarare “Ci aspettiamo altre grandi cose da te”.

 

 

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