Un triste divertimento

Alla manifestazione di Parigi hanno sfilato i rappresentanti di diversi Paesi in cui la libertà di stampa non viene garantita

Ho sempre trovato affascinante il Carnevale di Viareggio. Nulla togliere alle ballerine di samba o alle maschere veneziane, ma dietro i carri di Viareggio ci sono mesi e mesi di studio sul personaggio, ricerca e costruzione materiale delle enormi figure in cartapesta che spesso rappresentano gli uomini politici più influenti del nostro tempo.
È Carnevale, ogni scherzo vale e ci possiamo anche prendere il lusso di ridere della politica per un giorno e lasciare il pianto agli altri 364 giorni dell’anno quando, basiti, ci tocca sorbire interventi in tv, sparate ad effetto e liti da mercato rionale.

Tornata da un lungo ed estenuante viaggio apro il giornale e ti vedo un’immagine che, complice il jet lag o due notti insonni, mi ha fatto letteralmente sganasciare dalle risate.
Che sia già arrivato Carnevale, mi sono chiesta, e che quest’anno a Viareggio non abbiano badato a spese e te li abbiano fatti sfilare tutti ma proprio tutti!

Nell’immagine ci sono insieme Netanyahu, Re Abdullah e Ahmet Davutoglu, solo per citarne alcuni, che sfilano nello stesso corteo accanto a un sempre più spaesato Hollande.
Al loro seguito, un corposo numero di normali cittadini che manifesta il suo sdegno nei confronti di terroristi e di chiunque voglia limitare la libertà di stampa…
È soprattutto in giorni come questo che rimpiango la prematura dipartita di David Foster Wallace; lui con la sua ironia esilarante su questa foto ci avrebbe sicuramente scritto un cult.

Reporters without borders ha individuato tra i vari presenti alla manifestazione gli occupanti delle posizioni 159, 15 1, 148, 121 e 118, su un totale di 180 paesi, nella classifica della libertà di stampa.

La Turchia, ben rappresentata dal suo primo ministro Ahmet Davutoglu, attualmente ospita ben 70 giornalisti nelle proprie prigioni, molti dei quali rei di aver espresso giudizi poco graditi al presidente Erogdan (sì, quello che faceva prendere a mazzate i pacifici manifestanti di Gezi Park)

Come lui anche il re Abdullah di Giordania, di cui si è già parlato in un apposito post del blog, ha il vizio di spedire in carcere i giornalisti che osano attaccare la famiglia reale giordana, per non parlare dell’Egitto, presente nella manifestazione col ministro degli Affari Esteri Choukry, dove 16 giornalisti sono stati arrestati nel 2014 con l’accusa di terrorismo e di creare false notizie.
Sfilano anche i ministri di Russia, dove i giornalisti non graditi (e non solo, guarda alla voce Pussy Riot) vengono direttamente spediti in Siberia, e Algeria, paese in cui vige persino una legge che vieta manifestazioni e proteste pubbliche.

Che ci sia una grave mancanza di coerenza nel mondo oggi o che davvero Carnevale sia stato anticipato a nostra insaputa?

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