Free, come free speech

Ecco il manifesto dei giornalisti freelance
In tutta Italia sono 31mila i giornalisti freelance, il doppio dei giornalisti assunti. Pagati a “cottimo” per ogni singolo pezzo, con cifre spesso irrisorie. Ieri, 31 gennaio, si concludeva a Chianciano il Congresso della Federazione nazionale della Stampa Italiana e i freelance facevano sentire la loro voce con un documento unitario. Che chiede solo rispetto. Per la professione e per chi la svolge in maniera degna. Lo hanno ispirato le giornaliste Rosy Battaglia e Carola Frediani, che su Facebook hanno creato la pagina Italian freelance journalist UNITED. E questo sarà solo l’inizio.

Di seguito il testo del Manifesto.

1) Siamo giornalisti freelance e orgogliosi di esserlo: free come in free speech, non come in free beer.

2) Siamo uno dei pilastri del mondo dell’informazione attuale e ancor più del suo futuro, anche se il nostro lavoro non sempre è riconosciuto per quello che è: un misto di competenze, esperienza, contatti, flessibilità, innovazione, capacità di organizzazione.

3) Il nostro lavoro è una risorsa per tutti: per questo va pagato. Bene. E nei tempi previsti dalla legge.

4) I nostri articoli non devono essere stravolti nel contenuto, titolo e contesto in cui sono presentati.

5) Siamo liberi professionisti. L’esclusiva? Va pagata.

6) Siamo collaboratori esterni delle redazioni: la disponibilità quotidiana e la reattività immediata sono un di più che vanno negoziati. Ma abbiamo anche il diritto a essere informati per tempo di decisioni redazionali che possano avere un impatto sul nostro lavoro.

7) Se ci chiedete proposte, idee, progetti, siete liberi di non sceglierli, ma ci aspettiamo una risposta in tempi ragionevoli.

8) I lavori commissionati, consegnati e corrispondenti a quanto richiesto vanno pagati anche se per vostri motivi decidete di non pubblicarli. E vogliamo sapere in anticipo il compenso di un lavoro.

9) Abbiamo diritto al rimborso delle trasferte. E a una copertura legale da parte delle testate per cui lavoriamo.

10) Abbiamo diritto a ferie, malattia, maternità, pensione: purtroppo oggi questi diritti per noi, come per molti altri lavoratori freelance, sono una chimera. Vogliamo impegnarci perché non sia più così.

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