La Bosnia Erzegovina al bivio

Estratti del Q Code café 5/3/2015

La Bosnia Erzegovina di oggi, a vent’anni dagli accordi di Dayton, versa in una condizione di stagnazione e di blocco istituzionale, dove il livello di corruzione è inversamente proporzionale alla fiducia dei suoi cittadini nelle istituzioni.

Le proteste della primavera 2014 hanno mostrato il potenziale esplosivo della frustrazione, ma anche la capacità della popolazione di articolare un discorso di cittadinanza alternativo a quello nazionale che ha dominato la scena politica dal primo dopoguerra.

Fermenti che però trovano difficoltà ad esprimersi in un’alternativa politica, anche per la pervasività del sistema partitico tradizionale basato su formazioni mononazionali.

Di questo e di altro si è parlato al Q code cafè con Tanja Sekulic, sociologa dell’Università Milano Bicocca, Zaira Tiziana Lofranco, antropologa dell’Università di Bergamo, Valentina Pellizzer, attivista e femminista che da anni vive a Sarajevo, Andrea Oskari Rossini, giornalista di Osservatorio Balcano Caucaso e Federico Sicurella, autore del documentario Sarajevolution e dottorando in Scienze del discorso all’Università di Lancaster.

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