GameTrification

di and

6 Ottobre 2020

A Milano, in Giambellino il cambiamento lo si fronteggia giocando 

Siamo alla fermata dell’autobus 64 in via Lorenteggio. Ogni tanto dal sottosuolo emergono dei rumori sordi: «È la talpa», dicono, sta scavando la galleria che tra tre anni dovrebbe portare in Giambellino tre fermate della M4. Per ora si vedono solo le cesate grigie dei cantieri che ritagliano nuove geometrie di anfratti, vicoli ciechi e cumuli di rifiuti. All’orizzonte i grattacieli del Vodafone Village, tutt’intorno le pareti scrostate delle case popolari. Un’“attivista” sulla trentina sfoglia frettolosamente il suo settimanale preferito, “Intranational”, appoggiata al muro della tabaccheria, una “sciura” è seduta con le borse della spesa sotto la pensilina del bus e un ragazzo baffuto che ha tutto l’aria di essere un “creativo” scrolla annoiato la homepage di Instagram. Alle loro spalle, un cantiere. Fino a pochi mesi fa era il palazzo di via Lorenteggio 181, uno dei 31 civici che compongono il comparto di edilizia residenziale pubblica del Giambellino. Di proprietà di Aler-Regione Lombardia, il quadrilatero è composto da circa 2.500 alloggi e abitato più o meno da 6 mila persone. Il 181 è stato demolito in quanto oggetto di un progetto di riqualificazione che sulla carta prevede, entro la fine del 2021, l’abbattimento e la ricostruzione di alcuni palazzi e la ristrutturazione di 326 alloggi su un patrimonio stimato di circa 800 non locati.

 

Un improvviso spostamento di calcinacci provoca una nube polverosa che si disperde nell’aria.

'l'attivista'

Attivista: «Che cavolo, tutto questo casino e non si sa neanche per chi!».

Sciura: «Ma che modi…il quartiere è più invivibile che mai».

Creativo: «Cough cough…Questa città è sempre più inquinata».

Attivista: «Beh più che inquinata è sempre più cara e inaccessibile. Guarda qua, stanno abbattendo case popolari per costruire chissà che cosa. Nel giro di cinque anni questo quartiere sarà completamente diverso».

Creativo: «Beh speriamo, qua ci starebbe troppo un progetto architettonico all’avanguardia tipo “Condominio green”. Lo conosci Stephan Boero? È l’architetto più cool del momento. In centro è pieno di suoi progetti: palazzi con fondamenta in bambù, rivestimenti in muschio e licheni… roba figa sai. E una quota delle abitazioni è sempre destinata all’housing sociale».

Attivista: «Agghiacciante. Qui dovrebbero ricostruire le “Case popolari” che hanno eliminato, anzi aumentarle. La casa è un diritto e chi non può pagare un mutuo o un affitto ai prezzi di mercato – o dell’housing sociale – deve poter avere un’alternativa».

Sciura: «Col cavolo, più case popolari ci sono più gente occupa. In questa città nessuno pensa a noi, agli anziani. Se alla mia età si può ancora sognare, allora io propongo un bel “Villaggio della terza età”. Ho visto in televisione un servizio su questo grande centro con badanti e infermieri disponibili h24, pavimenti anticaduta, gare in girello, panchine delle frasi fatte. Questo tipo di struttura porta a un automatico aumento del commercio di bianchini, semolino e purè”.

 

il 'creativo'

Questa conversazione non è avvenuta nella realtà, ma – semolino a parte – è più realistica che mai. A intrattenerla i personaggi di GameTrification, il gioco della rigenerazione urbana ideato per mettere a confronto diverse visioni e interessi che ruotano intorno ai processi di cambiamento che investono le città. Un dispositivo ludico per avvicinare gli abitanti di un quartiere a decisioni che riguardano tutti ma che normalmente vengono calate dall’alto.

 

Il vuoto creato da un cantiere è un grande attrattore di proiezioni. Specialmente se a definirne i confini è l’incertezza o la poca chiarezza. Quando è così, è capace di attirare illusioni. In Giambellino disillusioni. Per gli abitanti del quartiere, negli ultimi due anni, il civico 181 di via Lorenteggio ha simboleggiato proprio questo: lo scarto tra la retorica del più importante intervento di rigenerazione urbana realizzato a Milano nell’ultimo decennio e la realtà dei fatti. Lo stanziamento è pari a circa 100 milioni di euro, una cifra esorbitante: di questi, 60 milioni li mette l’Unione europea, tra fondi Por-Fesr, Por-Fse e Pon-Metro; altri 20 milioni arrivano dal bilancio del Comune di Milano; circa 12 milioni dal Piano Nazionale di Edilizia Abitativa (PNEA) e 5 milioni da Regione Lombardia, primo azionista in quartiere visto che possiede l’intero patrimonio del quadrilatero ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) attraverso Aler Lombardia. Lo stesso su cui insiste il piano di riqualificazione, quello delimitato da via Giambellino, piazza Tirana, via Inganni, via Lorenteggio e via Odazio.

Una dotazione di 150 mila mq di edifici costruiti agli inizi del boom economico. Architetture monotone, abitazioni essenziali disegnate in funzione dell’unico compito che dovevano svolgere: accogliere la classe operaia. Al loro interno 80 anni di storie che accomunano gran parte delle periferie d’Italia e a partire dalle quali sono stati costruiti i personaggi di GameTrification.

 

Il progetto di riqualificazione ha visto la luce a inizio 2015 attraverso un processo di partecipazione innovativo che includeva – oltre alle istituzioni pubbliche – gli abitanti del quartiere e le organizzazioni locali. Da un paio di anni però il dialogo si è interrotto. Le associazioni che si sono viste estromesse da questo processo, dopo una prima fase interlocutoria, nel 2018 hanno firmato una lettera indirizzata al Sindaco di Milano e a Regione Lombardia con cui si chiedeva da una parte di sapere e dall’altra la garanzia che gli obiettivi fissati nel Masterplan firmato da Regione Lombardia e Aler venissero rispettati. Tra questi, il vincolo che il Giambellino mantenesse la stessa quota di case popolari.

 

E qui si torna al 181: mentre all’inizio era previsto il solo abbattimento di un piccolo corpo di fabbrica di questo civico – il primo ad essere raso al suolo nel 2017 – e la riqualificazione di tutti gli altri edifici interessati dal piano, di fatto negli anni all’elenco degli abbattimenti si sono aggiunti anche i palazzi in via Manzano 4, via Segneri 3 (solo 1 scala), Lorenteggio 179, Odazio 8 e Giambellino 150 con una perdita netta di 160 alloggi secondo le organizzazioni locali e i sindacati inquilini.

 

La domanda dunque è una: quale impatto si vuole generare attraverso questi grandi processi di cambiamento? Chi ne sono i reali beneficiari, gli abitanti che per anni hanno subito le dimenticanze di un padrone di casa miope? Oppure chi ha iniziato a guardare al Giambellino, quartiere geograficamente semi-centrale, come alla nuova zona su cui investire e speculare? Quali sono gli interessi in gioco?

Queste e altre domande vengono stimolate dalle dinamiche di GameTrification, un gioco nato dal desiderio di presentare la pluralità di attori, interessi e relazioni che in questo momento stanno concorrendo al cambiamento del Giambellino, un quartiere della periferia sudovest di Milano. Un dispositivo che vuole tradurre fenomeni complessi in informazioni accessibili e stimolare  l’immaginazione di traiettorie di cambiamento possibili, promuovendo il confronto – e anche il conflitto – tra i diversi attori coinvolti. L’idea è di Dynamoscopio – agenzia interdisciplinare di ricerca, progettazione e produzione negli ambiti della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale – e di SPLUF – Spazio pedagogico ludico formativo.

foto di copertina - la 'sciura'