Giocare con le regole è permesso?

di

15 Dicembre 2020

Mio zio è morto. All’improvviso. Non rientrerà nelle vittime del Covid-19 in Lombardia.

L’esito del tampone negativo è di due giorni prima. “Meno male” aveva detto lui. “Allora vediamo se il fiato corto passa” aveva detto il medico. “Sto meglio e torno al lavoro” aveva detto lui uscendo di casa. Passano meno di due ore e mio zio muore, impossibile rianimarlo. Mio zio non aveva il Covid-19 eppure è morto.

Non ci fosse stata l’emergenza Covid-19 una radiografia, una visita di controllo forse l’avrebbe salvato. O forse no: anche prima dell’emergenza Covid-19 le persone morivano, all’improvviso.

Ma in questo tempo, oltre alle domande che accompagnano i lutti, arrivano altri dubbi: “mi è consentito andare al funerale?”

Senza riti, senza incontri, l’informazione “lo zio è morto” ha la doppia spunta blu ma non emozioni, se non lo sgomento di una doppia assenza: dello zio e di reazioni.

È un tempo sospeso, assurdo. In cui cercare di capire le regole, cosa è permesso. Nelle regole mi perdo, tra un link e uno screenshot mi ritrovo in spazi da interpretare. “Come voglio io o come vuole lo stato o come vuole il buon senso?”

Sembra un gioco, una serie di enigmi da risolvere. E mi risuonano le storie dei protagonisti di Chi è Chil’escape room ‘tascabile’ di We Are Müesli, un libro giocabile a casa.

Riprendo in mano il volume. È un oggetto bello che tocco, che sfoglio, che profuma di carta, che fa rumore e che non fa click. Una cosa vera.

La storia che questo libro racconta si svolge in uno Stato «in cui le regole sono molto importanti, anzi sono la cosa più importante». Il braccio operativo del controllo statale è lo Schloss, il Servizio di Chiarificazione della Lealtà e dell’Orientamento per la Sicurezza dello Stato.

Nove personaggi raccontano le loro vite, ispirate a episodi della Germania Est raccolte da We Are Müesli per realizzare l’escape room WER IST WER in occasione del trentennale del crollo del muro di Berlino. Personaggi che oggi rivivono nel libro.

Leggendo i resoconti degli interrogatori, osservando e manipolando i reperti, risolvendo gli enigmi che via via si incontrano sono tenuta a superare un Test di conformità, a valutare se le regole vigenti nello “Stato di qua” sono state rispettate.

Mi chiedo se a una domanda devo rispondere ciò che lo Schloss si aspetta o ciò che penso.

È lo stesso dubbio che sento davanti all’autocertificazione “Se dichiaro che lo spostamento è determinato da “altri motivi” dicendo “stato di necessità” sono conforme?”

Chi è chi è il libro che in questo tempo porta a giocare su una domanda che non è un gioco:

è davvero possibile ridurre la complessità dell’essere umano alla scelta tra conformità e non-conformità?

La risposta del libro, la fine del gioco, dipende dalla risposta che ogni giocatore sceglie di dare a questa domanda.

La mia somiglia a quella della vigilessa che incontro nel parco a fine giornata, e a cui riporto i miei dubbi sul funerale fuori città.

“Per lei è necessario andare?” Mi chiede sorridendo con gli occhi, che mi sembrano essere lucidi quanto i miei.

“Sì”

“E allora si è risposta da sola, è uno stato di necessità”.

 

Questa recensione è stata scritta prima dell’ennesimo nuovo DCPM.

CHI È CHI 

198 pagine illustrate

18 enigmi da risolvere

3 livelli di difficoltà

A cura di We Are Müesli

 

Fondato nel 2013 da Claudia Molinari-Ivanović e Matteo Pozzi, lo studio di design indipendente We Are Müesli mette al centro della propria attività progetti di “storytelling non convenzionale” all’incrocio tra gioco e cultura, realizzando esperienze narrative interattive a tema storico e artistico.