La strada delle maree a Mandø, Jutland, Danimarca

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31 Agosto 2020

Mi sono trovato a prendere una decisione intorno alle 13.40. Proseguo oppure no? Il bollettino delle maree del municipio di Ribe, nello Jutland meridionale, dava come ogni giorno informazioni sugli orari delle due ondate di alta marea previste: nel mese di maggio quella diurna era prevista alle 14, quella notturna alle 2 di notte. I cartelli di fronte invitavano alla prudenza e a non proseguire nel caso in cui ci si trovasse nell’ora di picco. Ho aspettato quindi un po’.

L’isola di Mandø (si pronuncia monde) è collegata alla terraferma dello Jutland, in Danimarca, da una strada sterrata di 7 km. Un selciato di ciottoli e sabbia che danza sul mare, lo stesso mare che lo inghiotte per due volte al giorno. La chiamano la “strada delle maree” e si prova una certa apprensione nell’affrontarla. Sono arrivato da Copenaghen con una macchina noleggiata e mi sono fermato a Ribe, antica cittadina del sudovest dello Jutland. La particolarità di questa zona sta nella sua morfologia: un territorio piatto e livellato affacciato sull’Oceano Atlantico e particolarmente esposto al fenomeno delle maree. Qui il paesaggio cambia continuamente a seconda dell’ora del giorno e anche del meteo. Quando soffia forte il vento da ovest, infatti, oltre il livello normale di marea bisogna calcolare anche l’effetto del vento stesso, capace di innalzare ulteriormente il livello delle acque.

Mandø vista dall’alto, con la strada delle maree visibile tra le acque

Oggi il vento soffia con raffiche da est ed è per questo motivo che il picco più alto di marea non riesce a inghiottire del tutto la strada. Lo capisco quando all’ora “x” la strada resta accessibile e non coperta del tutto di acqua. Così come il vento occidentale amplifica il fenomeno, quello orientale lo inibisce. Fidandomi di questo assioma proseguo, accertandomi più volte che dopo le 14 il livello dell’acqua abbia davvero iniziato la ritirata, come previsto dal bollettino.

La disastrosa marea del 1999, amplificata dalla forza del vento
Dall’archivio di welt.de

Viaggiare per questa strada dello Jutland dà una sensazione di libertà incredibile: l’acqua che si ritira crea un terreno paludoso ricco di specie animali, tra cui foche e innumerevoli uccelli migratori che danno vita allo spettacolare fenomeno del “sole nero”. Accade spesso al crepuscolo, quando gli stormi si levano in cielo oscurando il sole.

Il fenomeno del “sole nero”

Insieme alle altre due isole vicine (Rømø e Fanø) e una porzione costiera della terraferma presso Ribe, l’isola di Mandø costituisce un ecosistema protetto che prende il nome di Nationalpark Vadehavet. La sede di tale parco si trova proprio all’inizio della strada (la Laningsvejen) che porta a Mandø e consiste in uno splendido museo (link qui). Se lo visiterete capirete tutto di come funzionano le maree e il loro complesso gioco che ha a che fare con la forza che il Sole e la Luna esercitano sulla Terra. Inoltre nel museo si trova un percorso interattivo che illustra storia, fauna e flora del parco.

La strada parzialmente inghiottita

Con un certo sudorino freddo sul collo dovuto al timore di non aver calcolate bene la marea, arrivo al capolinea del villaggio di Mandø, una manciata di abitazioni tra le dune di sabbia. Un luogo surreale, fuori dal mondo. Qualche tipica casetta colorata, un faro, un punto ristoro, un piccolo museo di storia locale. Quanto basta per passare un’ora in compagnia di altri turisti che sono arrivati qui prima di me… a bordo di speciali Traktor-Bus.

Ne prendo atto solo adesso, la macchina non era l’unica alternativa per arrivare qui (eh infatti, mi sembrava strano). Dal Vadehavet Center partono regolarmente questi speciali trattori che trainano un vero e proprio vagone. Tali mezzi non temono la marea e anzi, riescono a destreggiarsi nel fango, permettendo di raggiungere Mandø senza problemi e ansie, anche se sono felice di aver appreso della loro esistenza solo dopo…

Souvenir vintage dal capolinea della strada

Info per il viaggio

Quando andare? Il periodo migliore per visitare questa zona va da Aprile a settembre. Il bollettino delle maree si trova qui. Nel resto dell’anno le condizioni meteorologiche (in particolare vento e pioggia) potrebbero rendere più difficoltosa la visita, per non dire rischiosa. Per maggiori info sul clima della Danimarca consulta questa scheda.

Come raggiungere Ribe e il Vadehavet National Park? Dall’Italia esistono vari collegamenti per l’aeroporto di Billund, nello Jutland centrale. Da qui, con un’auto a noleggio, si raggiunge facilmente Ribe (60 km, 1 ora di viaggio). Billund e Ribe sono collegati anche da treno (cambio a Esbjerg) e autobus. Il miglior sito per visionare i mezzi pubblici e gli orari in Danimarca è questo.

Cosa vedere nei dintorni?

In molti arrivano a Billund con l’intento di visitare Legoland. Ma c’è senz’altro di più da fare. Come descritto in questo articolo, si può innanzitutto dirigersi a sudovest verso la deliziosa cittadina storica di Ribe, tra le più antiche di Danimarca, con la sua impressionante cattedrale. Dopo aver visitato il Vadehavet National Park si può risalire verso nord lungo la costa occidentale dello Jutland, la meno battuta dai turisti. Una tappa consigliata è Klitmøller, paesino di surfisti battuto dal vento nel Thy National Park. Chi ha disposizione una settimana, può spingersi fino a Skagen, l’estrema punta settentrionale, dove il Baltico incontra il Mare del Nord. Skagen è un villaggio dalla luce ammaliante, malinconica e rilassante, molto amato dagli artisti e con un museo molto interessante di pittura. Il rientro a Billund può essere fatto per le strade dello Jutland centrale, toccando le seguenti tappe: la portuale e di notte vivace AalborgSilkeborg e i suoi laghi, la dinamica e carismatica Aarhus, fino a Vejle e quindi Billund.