The Crown

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14 Novembre 2020

La quarta stagione di The Crown segna l’arrivo della figura della Thatcher e rivive una guerra ai diritti senza precedenti

La prima stagione di The Crown, una delle produzioni più celebri di Netflix, creata da Peter Morgan, sceneggiatore di The Queen (2006) si apriva col matrimonio della Regina Elizabeth con il Principe Philip nel 1947 e nel corso delle successive tre stagioni la serie ha affrontato dinamiche familiari e intrecci con la storia del Regno Unito, dalla disintegrazione del matrimonio della Principessa Margaret con Anthony Armstrong Jones al complicato amore tra il Principe Charles e Camilla Shand, la crisi di Suez e la progressiva dissoluzione dell’Impero coloniale britannico.

Nella quarta stagione ci si sposta negli anni 80’ e fin dalla prima puntata la suddetta intersezione tra la storia della famiglia più celebre del Regno Unito e la storia del Regno con la morte di Lord Mountbatten (interpretato da Charles Dance, il Tywin Lannister di Game of Thrones ) zio del Principe Philip e figura influente nella storia della famiglia a opera dell’ IRA nel 1979.

II ricordo della violenza dei Troubles non è una memoria lontana nella storia dell’ Irlanda del Nord e del Regno Unito ed è tornato spesso al centro della discussione da quando il Primo Ministro Boris Johnson si è dedicato a giocare col fuoco della Hard Brexit e la relativa possibilità di mettere a rischio gli Accordi del Venerdì Santo del 1998.

Parlando di Primi Ministri, vi è poi l’esordio di Margaret Thatcher, interpretata da una Gillian Anderson in stato di grazia, capace di interpretare i manierismi, le movenze, il timbro vocale e la retorica della Prima Ministra Conservatrice in maniera eccelsa.

La Regina, interpretata come nella serie precedente da Olivia Colman ( La Favorita) trova nella Thatcher di Anderson una figura politica molto diversa da coloro che la hanno preceduta, guidata da una ideologia sfrenata e portatrice dell’ agenda neoliberista nel Regno Unito e di una accesa retorica contro l’ Europa, qualcosa di decisamente familiare in un Regno Unito che si avvia alla fine del periodo di transizione post Brexit.

Sullo sfondo della retorica di Thatcher si denota poi il tasso galoppante di disoccupazione, la recessione e il costo economico dell’impresa militare britannica nelle Falklands, o Malvinas, un conflitto militare combattuto non certo sulla base di principi di democrazia visto che i rapporti tra Thatcher e Pinochet erano invece ottimi, al punto da inviargli una bottiglia di ottimo scotch durante i suoi arresti domiciliari nel 1999.

Le differenze tra la Regina e la sua Prima Ministra accrescono nel corso della serie, in particolare quando viene ripercorsa la storia della intrusione nelle stanze della Regina di Michael Fagan, imbianchino e decoratore nel 1982 presentandone una versione nella quale Fagan chiede alla sovrana di liberare il Paese da Thatcher e dalle sue politiche.

Quando Thatcher e la sovrana ne discutono, Anderson riadatta una delle più famose espressioni del pensiero thatcheriano, secondo il quale la società non esiste, ma esistono solo gli individui e le loro famiglie, motivo per il quale il ruolo dello Stato deve essere ridotto, secondo la stessa retorica che stava riscuotendo successo oltre l’ Atlantico con Ronald Reagan.

Lo scontro tra le due donne più potenti del Regno raggiunge tuttavia l’apice sul fronte delle sanzioni dei Paesi del Commonwealth al Sudafrica dell’apartheid, sanzioni che Nelson Mandela definì come fondamentali per la caduta di quel sistema e che videro una durissima opposizione da parte di Thathcher che considerava l’African National Congress di Mandela una organizzazione terroristica.

Thatcher non era mossa solo dall’ideologia in questo caso, ma anche dagli affari del marito Denis, in uno scenario nel quale Londra era fondamentalmente rimasta l’unica voce di supporto per il Sudafrica dell’apartheid.

Il percorso della leader conservatrice presenta la sua ascesa e la sua caduta, ma contrariamente a un film come La Lady di ferro con Meryl Streep la rappresentazione è molto sfaccettata e critica.

Mentre non mancano sotto-trame come il peggioramento della salute di Margaret e la scoperta di un oscuro segreto di famiglia è certamente il matrimonio tra Charles e Diana a farla da padrone, insieme alla sua progressiva deteriorazione.

Diana, interpretata da Emma Corrin occupa lo schermo e rappresenta una ulteriore sfida per la Regina interpretata da Colman.

Vi sono ancora due stagioni di The Crown prima della sua conclusione, ma nel frattempo la quarta stagione illustra molto bene il peso della Corona britannica sul capo della sua sovrana, tra sfide storiche e familiari.