Malattia planetaria, profitto di pochi

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5 Marzo 2021

Ecco perché non è ideologico, ma ragionevole, proporre che si possa considerare i vaccini anti-Covid una risorsa per l’umanità, sottraendoli alla legge del mercato, o quasi

Due domande per iniziare. Chi ha finanziato gli studi per i vaccini? C’è un’azione di prezzo calmierato sulla vendita di Big Pharma agli Stati?

Se ci fosse stato bisogno di una pandemia luttuosa e che stravolge le vite nel mondo per capire che il sistema capitalista nel 2021 è una contraddizione rispetto alla parola progresso – e lo scrivo senza ideologia – la dimostrazione sta tutta nella nostra quotidianità.

Un anno fa ricordo di aver comprato, ritenendomi fortunato, tre dispenser di gel disinfettante al triplo del prezzo che ho visto oggi in farmacia. Niente di strano, tutto come previsto: la domanda superava e di molto la richiesta, il bene scarseggiava, il prezzo saliva. Tanto. Fino a qui era la dimostrazione delle lezioni del professore di economia applicate alla realtà.

Mascherine, stesso esempio; con un intervento in seconda battuta dal Governo per fissare un prezzo. Ma le FFP2, sempre che siano a norma, oggi costano un terzo di quello che costavano dodici mesi fa. Stesso ragionamento.

In realtà, poi, le scuole passano delle mascherine agli studenti, gli uffici ai loro dipendenti, quindi sia il pubblico che il settore privato reagiscono a una tutela che serve a preservare l’ambiente in cui si svolgono le attività con concentrazione di persone.

Ma quando passiamo alle politiche di intervento, rifornimento e distribuzione del vaccino il discorso cambia. Non sono più io cittadino a chiedere una mascherina in farmacia, ma nel caso italiano il governo che si deve preoccupare dei suoi sessanta milioni di abitanti, e ancor di più il sovranazionale, a partire dalla Commissione europea, a dover interpretare un ruolo protagonista. Che a quanto pare non ha avuto.

“Le grandi aziende farmaceutiche non dovrebbero trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone. Una minaccia collettiva richiede solidarietà, non profitti privati. L’erogazione di fondi pubblici per la ricerca dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie sulla disponibilità e su prezzi controllati ed economici  . Non deve essere consentito a Big Pharma di depredare i sistemi di assistenza sociale”. È il punto 4 di una campagna che raccomando, firmatela perché è necessario che la campagna raccolga in Europa almeno un milione di firme.

Si chiama NO PROFIT ON PANDEMIC e la trovate cliccando sul nome.

Numeri. 20 miliardi di euro sono i soldi pubblici che dovrebbero finire nelle tasche delle multinazionali. Soldi pubblici. E in più il brevetto non sarebbe una licenza obbligatoria, ma rimarrebbe nella disponibilità privata.

Un anno fa l’OMS aveva chiesto che vaccino e brevetto fossero un impegno verso il pianeta al di là dei profitti.

Verrebbe da dire che ovviamente nessuno ascolta e il pubblico perde, perché le istituzioni non hanno evidentemente armi, o non le usano, contro chi specula su morti e contagiati. Vale a dire che il rapporto di forza fra noi umanità e loro Big Pharma si risolve con una sconfitta per miliardi di persone. Non fa impressione?

 

Poi ci sono articoli davvero stupefacenti, come questo che si trova sul sole 24ore in cui parte la solita crociata che addita nell’ideologia e in richieste da ingenui e disinformati cittadini del mondo (non lo sai che produrre costa?) la richiesta di avere il concetto di ‘bene comune’ legato a un rimedio globale per la pandemia.

Cosa manca in tutto questo è la nostra capacità di reazione e, per essere chiari, il fatto che ci si debba mobilitare costantemente al posto delle istituzioni pubbliche non solo è deludente, ma indice di tempi deboli, in cui si sente la mancanza di soggetti organizzati e strutturati che possano avere una voce in capitolo.

 

Partiamo dalle campagne, allora. Oltre a quella citata c’è Amnesty che ci ricorda che: “Gli standard internazionali sui diritti umani sono chiari: la salute pubblica ha la precedenza sul diritto delle aziende a proteggere la loro proprietà intellettuale”.

Non è il momento di fare assembramenti, ma ricordiamoci che tutte le conquiste nei diritti sociali e del lavoro, in quelli economici e salariali, in quelli della salute, sono avvenuti grazie alla mobilitazione di massa.

Perché alla fine, e banalmente, siamo di più. Solo che facciamo finta di non ricordarcene, o ci perdiamo fra distinguo o nella non belligeranza di chi si sente, così, molto classe dirigente (in genere i più abbienti).

I vaccini per una pandemia devono essere patrimonio di tutti, planetario. Non c’è altra via, non regge nessun altro ragionamento. Un nostro amico avrebbe scritto per chiudere: restiamo umani.