Il grande carrello, chi decide cosa mangiamo

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7 Giugno 2019

Recensione del libro di Fabio Ciconte e Stefano Liberti sui meccanismo della grande distribuzione

Il supermercato, luogo così spesso ricorrente nella nostra quotidianità, può essere visto come il paradigma di tante distorsioni del nostro tempo e della nostra società.

Clienti sovrani, possiamo decidere fra una scelta potenzialmente di prodotti cosa vogliamo comprare. Non solo, questo accumulo di merci ci consente di “risparmiare”, dando a tutti la possibilità di consumare secondo il proprio potere d’acquisto.

Eppure, nella maggior parte dei casi il consumatore ignora le storie nascoste dietro questo velo di convenienza e “democratizzazione dei consumi”.

In continuità con le inchieste realizzate per Internazionale, ne “Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo” (edizioni Laterza), Fabio Ciconte e Stefano Liberti guidano il lettore tra i meccanismi della grande distribuzione, illustrando in modo analitico e puntuale come funziona il percorso che conduce una merce dalla produzione alla cassa del supermercato.

Poco più di cento pagine attraverso strategie di marketing, rapporti tra produttori e distributori, comportamenti di acquisto, descrivono un quadro in linea con le logiche del capitalismo contemporaneo.

Come già scriveva oltre dieci anni fa Raj Patel ne “I padroni del cibo” (edizioni Feltrinelli; titolo originale: Stuffed and Starved), la grande distribuzione è il collo di bottiglia tra produttori agricoli costretti in una lotta al ribasso dei prezzi e consumatori alla ricerca dell’offerta più conveniente.

“Il grande carrello” racconta molto bene queste dinamiche, descrivendo il funzionamento delle aste on line alla base di molte offerte sottocosto che troviamo negli scaffali dei supermercati, fino alla situazione della filiera del pomodoro pugliese, in cui i produttori si trovano a comprimere fino all’osso il costo del lavoro per rimanere “competitivi” rispetto alla grande distribuzione.

Il pregevole lavoro di ricomposizione dei vari anelli della filiera fatto da Ciconte e Liberti consente al lettore di districarsi in modo ragionato tra produzione, lavoro, commercializzazione, consumo, fino al paradosso ultimo del cliente dal limitato potere d’acquisto costretto di fatto a scegliere i prodotti più a buon mercato, a loro volta sovente conseguenza di un forte contenimento salariale.

La sovranità del “cittadino-consumatore” ne esce sensibilmente ridimensionata, non solo per quanto concerne il sottocosto, ma anche per le altre tipologie di cliente.

A ogni bisogno corrisponde una gamma di merci dedicata, dall’insalata già imbustata per risparmiare minuti in un mondo sempre più frenetico, ai cibi “senza” (glutine, zuccheri, olio di palma, etc.) che soddisfano il nostro desiderio di un consumo alimentare adeguato al nostro status. Una sofisticata macchina di marketing pronta a rispondere ogni nostro desiderio. O a crearne di nuovi.

 

 

Agli autori va soprattutto riconosciuto il merito di avere trattato un tema così delicato senza mai scadere in banalizzazioni tra perfidi distributori e consumatori vittime, mantenendosi sempre nel solco della descrizione documentata di fenomeni socio-economici, appunto intrinsechi al capitalismo contemporaneo: dalla concentrazione del consumo intorno a grandi piattaforme di distribuzione (discorsi analoghi si potrebbero in fondo fare anche per Amazon e altri portali di acquisti on line), alla compressione salariale fino all’impatto ambientale dei nostri consumi.

Un caso di grande interesse nel libro riguarda a titolo di esempio l’olio di palma, bandito dal nostro consumo non perché responsabile di massicce operazioni di deforestazione ed esproprio di terre a danno delle popolazioni locali, bensì per gli effetti che esso avrebbe sulla salute individuale.

Il cuore della questione è questo: recuperare o costruire conoscenza responsabile del proprio ruolo economico all’interno della società, non per tutelare unicamente il proprio benessere di consumatore individuale, ma per cercare di ribilanciare laddove possibile una serie di preoccupanti dinamiche che influenzano e modellano il mondo in cui viviamo.