Napoli in chiaroscuro

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17 Maggio 2019

Un video reportage dopo il ferimento di una bambina per strada durante una sparatoria

Napoli. Due giorni dopo la sparatoria che ha ferito gravemente la piccola Noemi, piazza Nazionale si è riempita di una piccola folla di napoletani.

Striscioni, megafoni, parenti delle vittime di camorra che urlavano la loro rabbia, gente del quartiere che ragionava ai microfoni sull’assenza dello Stato, qualcuno che litigava, il figlio di un boss che mostrava a tutta la città il volto del coraggio.

Poche centinaia di persone in una città di più di un milione di abitanti.
E, la sera prima, grande festa ai Quartieri Spagnoli, invasi dai B&B e dai tavoli dei nuovi locali che pedonalizzano di fatto tratti di strada dove il Comune non osa porre divieti di transito, musica, canti, mentre sulla giostra della città ruotavano palazzi e chiese, monnezza e grandi mostre, Caravaggio, Chagall, ossari sotterranei, castelli e bassi dove non si è mai parlato italiano.

Napoli mescola e assorbe tutto, fino a quando la sua magnifica polifonia viene spenta dagli spari della camorra.

Nelle ore immediatamente successive alla sparatoria, mentre la bambina lottava fra la vita e la morte, i napoletani non sono scesi per strada.

Nelle case, davanti i televisori accesi, la città illuminata, lontana e incombente oltre le finestre, ascoltavano ammutoliti gli inviti reiterati alla preghiera.