Il mese in musica – Luglio 2021

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31 Luglio 2021

2001/2021 Genova, il seme sotto la neve di Angelo Miotto

Il long form di Angelo Miotto pone un primo quesito fondamentale “Ma come si fa a raccontare Genova a chi non c’era? Se i temi di allora sono ancora sul tavolo e con tanti anni di ritardo, è anche vero che tutto si è mosso velocemente e giorno dopo giorno a ogni latitudine. La geopolitica e la società, il tema della sicurezza e del lavoro, i nuovi media e una memoria che ogni minuto che passa si affievolisce in favore di una search di Google, memoria collettiva di date e materiali spesso difficili da trovare. Una palude in cui i predatori della disinformazione ci tendono agguati e dove le spinte delle letture mainstream sono più facili da ottenere se non foss’altro per algoritmi ben rifocillati da marketing e denaro.” E da qui continueremo a raccontare.

Per raccontare quei giorni chiedo anche aiuto agli Assalti frontali con Rotta indipendente, scritta nel 2004.

Carlo Giuliani
noi facciamo la storia, mentre quelli fanno i piani
come a Genova quel giorno, niente rumori di
Fondo e noi all’ assedio ai padroni del mondo
usciti dal carlini, non torniamo indietro davvero
affronti il Nemico e vedi il suo volto vero.

Tra gli sfruttati di Cassibile di Maria Grazia Patania

Il racconto di Maria Grazia Patania ci lascia sconcertati, ci dice che nulla sta cambiando sotto i cieli delle ingiustizie. Ci porta da Padre Carlo d’Antoni: “alla domanda sull’attuale pandemia di Covid-19 e sul lockdown, ride apertamente. “Non c’è stato nessun lockdown a Cassibile. L’anno scorso, a marzo, i lavoratori stagionali raccoglievano patate, vivevano come animali e se ne sono andati quando la raccolta era finita. Lo schema è lo stesso da circa 30 anni. Ogni anno, a gennaio, le autorità locali iniziano ad affrontare l’argomento come un’emergenza imprevista. A febbraio si chiacchiera molto e si agisce poco. Così, quando i braccianti arrivano, sono costretti a vivere in condizioni disumane” spiega il sacerdote. “Nessuno si preoccupa di queste persone, della loro salute, del loro lavoro, dei loro diritti di lavoratori e di esseri umani. Noi permettiamo ai caporali di gestire i rapporti lavorativi a livello privato e lasciamo l’agricoltura completamente nelle loro mani””

E torno ad altre parole, quelle di Piero Ciampi.
Ciampi che ci racconta di insicurezza, qualcosa che non so, non lo so.

C’è la mia ombra che chiede asilo
Perché purtroppo anche stavolta
Devo dirti che è andata male.

Meglio di un romanzo: bando 2021

Nelle cose importanti di Agosto ci sarà la scadenza della call for papers di Meglio di un romanzo.
Ecco la che torna la call for papers di giornalismo narrativo che Festivaletteratura dedica ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni, con scadenza il 20 agosto 2021.
Tre i temi proposti quest’anno: movimento, frontiera, spazio. Per partecipare basta scegliere una storia contemporanea, piccola o grande, e presentare un progetto su come raccontarla e dove (carta stampata, un blog, un video o altro).

A volte oltrepassare una frontiera non è semplice, un po’ di bit con M.I.A. e Paper planes.

Fate volare i vostri papers!
(senza spari ovviamente)

I fly like paper, get high like planes
If you catch me at the border I got visas in my name
If you come around here, I make ‘em all day
I get one done in a second if you wait

Sindrome Italia, storia delle nostre badanti recensione di Luca Rasponi

Il bellissimo graphic novel firmato Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello ci viene presentato per il ciclo nona arte da Luca Rasponi: “L’ostacolo della lingua, un mestiere sconosciuto e totalizzante, l’ostilità delle persone assistite da una parte. La sensazione degli anni perduti, il distacco dalla famiglia e l’impossibilità di un ritorno alla normalità, dall’altra.

Schiacciate in questa morsa, tante donne come Vasilica si sono ritrovate a soffrire degli stessi sintomi, una volta tornate al Paese d’origine: cattivo umore, tristezza persistente, perdita di peso e inappetenza, insonnia, stanchezza, fantasie suicide.”
Per raccontare Sindrome Italia ho deciso di scegliere una canzone della tradizione italiana, Quella carezza delle sera, New Trolls, 1978. Perché? Perché esiste una narrazione dell’Italia all’estero, fatta anche attraverso le canzoni. Non so se Vasilica avesse mai ascoltato questa canzone prima del suo viaggio verso il nostro Paese, ma in questo verso leggo quella sua speranza di ritrovarsi e di andare via, pur non sapendo veramente dove andare.

Non so più il sapore che ha
Quella speranza che sentivo nascere in me
Non so più se mi manca di più
Quella carezza della sera o quella voglia di avventura
Voglia di andare via di là

Più grande di me. Voci eroiche dalla ex Jugoslavia di Matteo Pioppi

Più grande di me. Voci eroiche dalla ex Jugoslavia, fino al 12 settembre al Maxxi di Roma, è una mostra coraggiosa e radicale se contestualizzata a questi primi vent’anni di XXI secolo caratterizzati in ambito culturale e istituzionale da grandi forze conservatrici e conformiste, rassicuranti.

Così Matteo Pioppi ci invita a prendere parte a questo viaggio nella storia e nella mia testa è partita immediatamente la canzone di David Bowie, anno 1977.

Though nothing, will keep us together
We could steal time,
just for one day
We can be Heroes, for ever and ever
What d’you say?

Un salto nel Chile che rivive il sogno di Salvador Allende di Francesco Fusi

“Il Cile di oggi, che parla di inclusione, lotta alla povertà, tutela dell’ambiente, rivive quel sogno nato con Salvador Allende, che pur di restare fedele al suo popolo scelse di morire sotto le bombe golpiste. E allora per citare uno degli ultimi discorsi del Presidente Allende: “Sappiate che quanto prima, si apriranno nuovamente grandi strade dove camminerà l’uomo libero, per costruire una società migliore”.” Con queste parole ci saluta Francesco Fusi dopo il racconto sulle presidenta Elisa Loncon.

E per celebrare questo cambio di passo e questo alito di speranza, ascoltiamoci una Violeta Parra del 1960.
Yo canto a la diferencia.

Yo canto a la chillaneja
Si tengo que decir algo
Y no tomo la guitarra
Por conseguir un aplauso
Yo canto a la diferencia
Que hay de lo cierto a lo falso
De lo contrario no canto

Sthepia, casa. Il podcast di Angelo Miotto

Il podcast realizzato da Angelo Miotto racconta un lavoro di Codici Ricerca e Intervento in collaborazione con Q Code Magazine.
Un racconto che ci porta per mano, ci fa attraversare i territori toccando direttamente la voce dei protagonisti. Per accompagnare questo lancio ho scelto una canzone che normalmente non avrei scelto, ma che ho selezionato per voi proprio perché si tratta di un lavoro musicale dei Negramaro per raccontare le migrazioni albanesi degli anni novanta e si sente un cuore che batte e una voce che trema.

Lo so che l’orizzonte è tuo
Che il mare non è mica mio
Lo so che mentre vado a fondo
Non importa chi è il mio Dio
Che tanto non si è ricordato
Di me che sempre l’ho pregato
Comunque ci son sempre stato
E in fondo al mare non mi sente il figlio mio
Sono arrivato prima io

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