Il mese in musica – Novembre 2021

di

30 Novembre 2021

Transizione o finzione ecologica?  di Alessio di Florio

Mi sono fatta prendere la mano dale parole di Alessio Florio e, proprio mentre leggevo il suo pezzo, ho cominciato a canticchiarmi la super hit di Freddie Mercury “The great pretender” e il resto è solo: alzare il volume!

Oh yes I’m the great pretender (ooh ooh)
Pretending I’m doing well (ooh ooh)
My need is such I pretend too much
I’m lonely but no one can tell

Oh yes I’m the great pretender (ooh ooh)
Adrift in a world of my own (ooh ooh)
I play the game but to my real shame
You’ve left me to dream all alone

Confini mutevoli tra “noi” e “loro” di Celeste Gonano

Un gruppo a cui sono molto affezionata sono i Calexico e il pezzo di Gonano mi ha portata nelle loro atmosfere anche se il territorio è decisamente differente.
E allora, buon ascolto: frontera.

He hopes for awhile he’ll reconcile
The pain that never dies
The ghosts of his family constantly
Gnawing at his insides

Diritti, ordine pubblico, strenne natalizie di Angelo Miotto

E la strenna di Angelo Miotto la voglio tradurre così, con le parole di Paolo Pietrangeli che ci ha lasciato, ma la sua musica non ci lascerà mai.

Pensa un po’
che quei palmizi
che ti fan ombra dal sole
son due lampadine accese sul comò
e ti svegli e non è festa
senti un vuoto nella testa
e una voglia una gran voglia di fumar.

Dissolvenza Sovietica di Christian Elia e Martina Napolitano

Anche qui non ce l’ho fatta e ho chiamato in causa Pietrangeli, in un classico, una dissolvenza.
Eh, si, proprio così.

Voi gente per bene che pace cercate
La pace per far quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sotto terra
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
Nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato

Origini di Matteo Pioppi

“Non conta dove stanno le cose. E nemmeno da dove si viene. Conta solo dove si va. E alla fine nemmeno quello.”
Così si conclude la recensione di Matteo Pioppi.
Che, dico la verità, ti vien proprio voglia di leggerlo questo libro.
E allora leggiamolo e mettiamoci un po’ di colonna sonora, magari con Ode to my family, The Cranberries.

Understand the things I say
Don’t turn away from me
’
Cause I’ve spent half my life out there
You wouldn’t disagree
Do you see me, do you see?

I feticci dell’azione climatica di Andrea Rizzi

In questi giorni sto guardando Get Back e così mi sono rimessa ad ascoltare vecchie canzoni, immaginandomi scenari e in questo trip, è arrivata Strawberry Fields forever proprio mentre leggevo il pezzo di Rizzi.
Godetevela!

Living is easy with eyes closed
Misunderstanding all you see
It’s getting hard to be someone
But it all works out
It doesn’t matter much to me
Let me take you down
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever

EZLN: oggi, 38 anni fa di Andrea Cegna

Qualche tempo fa, ho scoperto questa cantante dalla voce profondissima, che non avevo mai sentito, messicana e oggi scelgo (per molte ragioni) Amparo Ochoa,
En la tierra humeda.

en la tierra humeda nacio

en la tierra humeda nacio
el indio Manuel

a la luz de la mañana

con la piel de lodo

y los ojos de obsidiana
en la tierra humeda crecio

en la tierra humeda crecio

Vodka lemon di Aleksej Tilman

Nella recensione si conclude dicendo: “Vodka lemon pare voler dare una risposta ottimista ai dubbi dell’epoca: dopo l’inverno, arriva il disgelo e la vita va avanti come ha sempre fatto.”
E così io sono andata a sbirciarmi la colonna sonora del film, volevo trovare il disgelo. Non l’ho trovato, ma ho scoperto un cantante di cui ignoravo l’esistenza, Adamo.
Il suo canto mi fa venire in mente una finestra appannata e la neve che cade, che poi si accumulerà fuori casa e quando meno ce lo aspetteremo, si scioglierà.

Tombe la neige
Tu ne viendras pas ce soir
Tombe la neige
Et mon cœur s’habille de noir
Ce soyeux cortège
Tout en larmes blanches
L’oiseau sur la branche
Pleure le sortilège

Frontiere – Lampedusa di Christian Elia

Da adolescente ascoltavo in continuazione i Marlene Kuntz.
Mi piaceva che fossero incazzati e quando urlavano, urlavo anche io e saltellavo nella mia stanza.
E ripetevo che il tempo è un treno che passa e che la mia testa è in mezzo al mare.
E prendo quella rabbia e quel mare e li metto qui per queste frontiere raccontate da Christian Elia.

Tempo è un treno che passa
E non è un dramma dire che è vero
Ma si sa che ci manca la faccia
Quella giusta per prenderlo al volo
E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare
E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare
E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare
E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare