20 anni dopo le bombe di Atocha, Q Code presenta il podcast ‘Su Madrid la pioggia è lacrime’

11 marzo 2004/2024. Dieci bombe, 191 morti, oltre 1400 feriti, le menzogne di José Maria Aznar, le bugie su ETA, la capacità di opporsi della società civile, il voto che portò al potere i socialisti. Il racconto di 96 ore che cambiarono la storia di Spagna.

Bomba!

Marta bussa frenetica alla porta, mi alzo rintronato e la radio e la televisione stanno trasmettendo a volume alto.

Donde? Chiedo; Marta si dispera, ha il viso teso, ‘Atocha, ma anche altri posti – dice – ci sono molti morti, i telefoni non funzionano’. Mi vesto veloce, ho una tallonite che mi fa vedere le stelle, ho camminato troppo in questi giorni che separano la Spagna dalle elezioni politiche del 14 marzo del 2004. Barcellona, Bilbao e adesso Madrid, dove devo seguire la noche electoral e vedere se il nuovo candidato José Luis Rodriguez Zapatero ce la può fare contro Mariano Rajoy, il successore di José Maria Aznar. Mancano solo tre giorni. Adesso sono seduto sul divano con Marta, mentre allaccio le scarpe veloce, e la televisione manda immagini di fumo e feriti, volti rigati di sangue e cronisti incerti, che non sanno bene cosa dire se non una contabilità dei cadaveri che sale di minuto in minuto. Le bombe hanno colpito i pendolari.

Mi butto in strada, zaino, registratore, taccuino. Cerco un taxi.

Sono passati vent’anni. L’11 marzo del 2004 era un giovedì, una di quelle date che chi l’ha vissuta ti sa dire dov’era e che cosa faceva. In sei minuti, fra le 7.36 e le 7.42 esplosero dieci bombe in diverse stazioni di Madrid. In sei minuti 190 vite si interrompono. Mille e quattrocento persone rimangono ferite e la storia politica di Spagna vivrà una delle più grandi menzogne e un cambiamento inaspettato.

Io ero là, come inviato per Radio popolare e qui voglio ricordare cosa successe in quelle ore.

SU MADRID LA PIOGGIA È LACRIME attraversa 96 ore frenetiche vissute nella capitale spagnola il giorno degli attentati, l’11 marzo del 2004. Questa è la ricostruzione della grande menzogna del governo Aznar e di come fu punito dal risultato delle urne che incoronò premier Josè luis Rodriguez Zapatero.  

Idea, testi, ricerca sonora, sound design e montaggio: Angelo Miotto
Editing: Sofia Nardacchione
Un ringraziamento a Radio Popolare per l’accesso agli archivi, Cadena Ser, Telemadrid, Marta Cadiz Poppema, José Luis Dominguez Real, Giovanni Giacopuzzi, Dario Paladini, Danilo De Biasio.