Ordine pubblico: il governo libera i cani

Sembra sorrida soddisfatto, il celerino. O forse digrigna i denti per lo sforzo, perché picchiare i minorenni, si sa, costa comunque fatica. A chi ha vissuto Genova G8 quelle immagini hanno acceso scene brutte viste in via Tolemaide il 20 luglio, il giorno che fu ucciso da un carabiniere Carlo Giuliani, e anche nel lungo mare del giorno dopo il 21 luglio, che avrà come epilogo la scuola Diaz e realtiva macelleria.

Quel ragazzo o ragazza, non vedo bene dal filmato, manganellat* anche a terra, con gli occhiali e che si appoggia al muretto è una scena che chi ha l’età per ricordare accende Genova in automatico nel cervello. Alla fine hanno picchiato una manifestazione di student3 che avevano rinchiuso in un budello, impedendo l’accesso alla piazza, a Pisa. Manganelli che percuotono teste anche a Firenze. Al di là delle immagini orribili delle cariche, a Pisa c’è anche il segno della predeterminazione: sono quei dirigenti che girano con l’ombrello e fanno buttare a terra i ragazzi a pancia in giù, dietro i cellulari della polizia. Una cosa così non si vede normalmente, ma la ricordo distintamente in Via Torino, alla Foce di Genova. E il questore Sebastiano Salvo, infatti, è una vecchia conoscenza, perché negli ingranaggi dell’ordine, grottesca parola, pubblico c’era anche lui nel 2001.


Il governo fascista ha liberato i cani. In tanti anni di cronaca non sarebbe giusto fare, appunto, di tutta l’erba un fascio, e pare una battuta. Ma è innegabile che una gran parte delle forze di polizia in Italia sia simpatizzante della destra, e che un governo di destra sia il lasciapassare a comportamenti inaccettabili, quanto più quando sono garantiti dall’impunità.

Pisa: manifestazione dopo le cariche violente della polizia contro studenti pacifici

La risposta della piazza di Pisa a sera è stata la risposta della democrazia della società civile, che per fortuna ha capito che era il caso di mobilitarsi: hanno picchiato i loro figli e figlie che sentivano a ragione il dovere di esprimersi per dire no alla strage in Palestina.

Non stavano marciando con caschi e bastoni, come ai tempi di un conflitto molto più elevato di pochi decenni fa. E le scene riprese da un cellulare sono incredibili, perché nemmeno il fuggi fuggi era consapevole della cattiveria dei manganelli: i ragazzi e ragazze sono scappati piano, quasi increduli di quel che stava succedendo.
Non solo non è accettabile, ma qualcuno deve pagare politicamente per questo.
Non è la prima volta che la polizia picchia gli studenti e sempre quando esercitano il diritto a manifestare.

Mettiamo insieme questi episodi con il 5 in condotta minacciato per chi occupa le scuole e, sempre per le occupazioni, la caccia allo student3 nelle scuole romane e milanesi con parata del ministro a fare la mascella quadrata, la Digos a qualsiasi manifestazione a rischio minimo conflitto e le identificazioni della polizia politica ai 12 cittadin3 che manifestavano con dei fiori per l’omicidio del dissidente Navalnj, in piazzetta Politovskaja a Milano. Non c’è nulla di casuale, come potrebbero sostenere solo degli ingenui osservatori o qualche penna connivente.

Sono avvisaglie chiare e ripetute, che spaccano le teste e fanno sanguinare, e che reprimono il diritto di esprimere il proprio pensiero, se non è in linea. Con il governo, con il rispetto di stampo fascistoide delle regole, con la pretesa di riscrivere la prassi delle nostre libertà.

Giorgia Meloni è amica e fan dell’Ungheria di Orban e Ilaria Salis ne porta le conseguenze. È una zecca, anzi una anarchica, peggio per lei. Salvini è amicone di Vladimir Putin – siamo a due anni di guerra in Ucraina -, e riesce a dire in Parlamento, abbiamo davvero perduto il senno, che bisogna aspettare i risultati dei giudici russi, come se la magistratura russa fosse indipendente, la stessa magistratura che teneva in carcere per reati di espressione il dissidente ucciso. Ah, certo, il regime aveva fatto una lista di formazioni terroristiche, proprio come gli Usa, infilandoci il partito del dissidente per avere mano libera. Nella maggioranza a tre, Forza Italia conta a due di picche, perché non riesce a smarcarsi dai soci di governo. ma spera di mangiarsi la Lega e l’unica cosa che sa fare il candidato Tajani è una campagna pubblicitaria per le elezioni europee che resuscita nei cartelloni il profeta, Silvio Berlusconi, per acchiappare voti. Anche il logo è rimasto a far commuovere le genti: Forza Italia e sotto Berlusconi presidente. Manca RIP. Sarebbe grottesco se non fosse basso impero. In tutto ciò chiedete a un diciottenne qual è il programma dei partiti per le europee e vi riderà in faccia.

Questo è il livello del nostro orizzonte politico istituzionale, che ben spiega la disaffezione al voto, o il voto ignorante degli ignoranti. Quelli che sono cresciuti con le tv del berlusconismo e che ragionano a format televisivi globalizzati. La polizia, i carabinieri, sono il braccio violento che non ha bisogno di particolare sprone.

A questo giro è grasso che cola, han davanti ragazz3 che non hanno idea dello scontro di piazza, né di come ci si deve guardare le spalle, come non cadere in un budello, come predisporre un servizio d’ordine. Non glielo spiegheremo noi, ci arriveranno da soli, come hanno da soli imparato a occupare le scuole. Per questo i ministri ignoranti si affrettano a emanare annunci di ripercussioni gravi, cercando la deterrenza, cercando di spingere sul fatevi i fatti vostri che è meglio per tutti.

Per chi ha vissuto altre stagioni di conflitto non resta che mettersi al servizio di quest3 giovani. Non hanno bisogno di vecchi maestri, ma capiranno presto che i diritti conquistati non sono per sempre, ma vanno difesi. Oppure rischieranno di perderli. Ma la società civile lo sa; sa perfettamente cosa significhi questo insieme di tanfo neo fascista che sta circolando nell’ignoranza dell’azione di governo, nella sciatteria parlamentare della destra, nelle frasi da social network di una maggioranza che in tempi normali non sarebbe stata neanche capace di fare una rigorosa opposizione.

Ci distraggono con qualsiasi cosa. Restiamo concentrati: ci sono valori preziosi in ballo. E non è vero che qui va meglio che altrove, perché la verità è che il meglio è frutto di una faticosa conquista nei diritti sociali, economici, di espressione che son costati decenni di lotte e morti. Quello che siamo riuscit3 ad avere con i nostri corpi non deve essere lasciato indifeso dalla faciloneria della superficialità. Per questo siamo con studenti e studentesse. Manifestate, gridate e nel caso confliggete. I diritti non sono concessioni. I diritti si pretendono, fino in fondo.

Lettera di alcuni professori del Liceo Russolo di Pisa.

«Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola. Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli. Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate. Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in Via Tavoleria. Come educatori siamo allibiti di fronte a quanto successo oggi. Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti cento/duecento studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?».