Comunicazione alle collaboratrici e ai collaboratori del cartaceo di Q Code

Q Code Mag ha appreso con sgomento, vero e proprio, il fatto che la data di marzo 2024 indicata Phlegraea, la società editrice della nostra rivista cartacea, non sia stata rispettata per saldare i pagamenti dovuti per i quattro numeri pubblicati della rivista trimestrale cartacea, ormai defunta per problemi – con evidenza – economici. 

I soci di Phlegraea, con cui abbiamo iniziato la nostra avventura del nuovo Q CODE, avevano comunicato alle collaboratrici e collaboratori di attendere un tempo lungo di pagamento, appunto marzo 2024, per poi non rispondere alle sollecitazioni e negare il dovuto. 

Gli accordi in questo senso con la casa editrice erano chiari. Soprattutto da quando, per questioni economiche, abbiamo dovuto interrompere le pubblicazioni cartacee. Di qui il nostro stupore e rammarico che ci fa puntualizzare alcuni fatti. 

Q Code edizione web è una testata nata dieci anni fa senza un piano economico e sulla spinta di un impegno politico di scrittura e intellettuale che ha fatto seguito a una vicenda di licenziamento collettivo. Allo stato, allora, non c’erano soldi da investire, ma un pubblico da continuare a informare. Per questo ogni collaboratore e collaboratrice per il web dal 2013 ha ricevuto sempre una mail di risposta alle proposte: se vuoi, qui è volontario, dai direttori in giù. Altrimenti ti consigliamo di cercare una collaborazione pagata, ne saremo contenti. 

L’avventura del cartaceo ha visto alternarsi due editori terzi. Per restare al nostro rapporto con Phlegraea, la figura dell’editore era necessaria per noi proprio per avere a disposizione chi si occupasse di stampa, distribuzione, amministrazione ed erogazione del dovuto, che non siamo né saremo in grado di gestire per come è nato e si è sviluppato Q Code. 

Le due esperienze non sono andate bene. In questo ultimo caso di Phlegraea, per essere chiari, riteniamo anche a causa della mancata distribuzione a livello nazionale e dello scarso marketing applicato dall’editore, che si è fatto invece carico, come da accordi, di stampa, promessa di borderò, grafica e in parte costi di social media management. 

Apprendiamo tramite mail che i pagamenti di Phlegraea non arriveranno. 

Q Code Mag ci tiene a precisare che non è la controparte economica dei collaboratori e delle collaboratrici che giustamente rivendicano il pagamento, né che questo stile ci appartiene e che anzi stiamo subendo un grave danno reputazionale, peraltro inatteso. La controparte per chi deve ricevere il giusto compenso è la società Phlegraea, di cui collaboratrici e collaboratori hanno indirizzo e riferimenti. 

Questo non significa che come Q Code Mag ci sfiliamo dalla questione, anzi. Siamo al fianco di chi deve ricevere il pattuito per favorire una composizione del tutto. 

Dal momento che temiamo che una composizione sia difficile, stiamo procedendo a verificare lato nostro i registri, che peraltro ci tocca ricostruire perché nemmeno questo aspetto è stato curato da Phlegraea con la doverosa attenzione che ci saremmo aspettati, per avere contezza del danno che si è creato. 

Angelo Miotto e Christian Elia, direttore e condirettore di Q Code, pur non avendo nessun obbligo dal punto di vista legale, hanno deciso di impegnarsi personalmente ove necessario per risolvere la questione. Ovviamente invitiamo chi non ha ricevuto notizie del proprio pagamento a comprendere bene quali sono le parti in causa, perché dispiace pensare che con la fatica dell’essere da dieci anni un giornale indipendente – che significa metterci del proprio con continuità – possa dover dire sopportare anche solo il dubbio sulla nostra reputazione, laddove non ne siamo responsabili.

Q Code, dal 2013, si è basato su un patto: tutte e tutti, soprattutto i direttori, non percepivano alcun compenso. Nessuno sfruttava nessuno, si condivideva una spazio culturale e gli unici soldi erano quelli che si mettevano volontariamente per pagare il dominio e il sito. Volevamo provarci, è andata male, ma ci mettiamo la faccia almeno noi.

Anche una presunta omissione di controllo, sinceramente, trova poco spazio.
Proprio perché l’editore a quello serviva, a non farci gestire questi aspetti, altrimenti ce lo saremmo accollati direttamente noi. 
Siamo basiti, dispiaciuti e come potete capire anche infuriati.
Lavoriamo insieme per trovare una soluzione soddisfacente a questa brutta esperienza. 

Con il ringraziamento per la pazienza che avete avuto fin qui.