Sandro Greblo è, anche, rider. La sua è una storia particolare: ha iniziato in tempo di pandemia, perché i rider li lasciavano lavorare e lui non riusciva a stare senza la sua bici. La Gig Economy è uno schifo, ci racconta, ma ci sono nuove realtà etiche e che rispettano i diritti umani, che non pagano a cottimo, ma a ora. Sandro ha pubblicato un libro, Notturno Rider per i tipi di Prospero editore, in cui ci racconta la sua storia.

Pochi giorni dopo l’uccisione di Sebastian Galassi, rider a Firenze arrotato da un Suv mentre era in consegna e poi grottescamente licenziato da un algoritmo di Glovo il giorno dopo per la mancata consegna, abbiamo chiesto a Sandro Greblo di tornare a raccontarci questo lavoro non tutelato, che vive di velocità, corse, solitudini e spersonalizzazione, fra messaggi all’help desk e un algoritmo che fa trottare.

Questo è il suo racconto, in una sera milanese, dal sellino della sua bici.

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