Stasera 22 settembre inizia DIG Festival, Documentari, Inchieste, Giornalismi.
Saranno quattro giorni intensi, di documentari, inchieste, dibattiti, pitch di nuovi progetti, podcast, eventi: come sempre una ricchezza di contenuti e di personaggi davvero stupefacente, tutto dentro la bella cornice di Modena. (Il programma qui)
Quest’anno il titolo è tutto per Matteo Scanni, che ha pensato il DIG e lo ha cresciuto, insieme ai suoi sodali, Alberto Nerazzini, Valerio Bassan e Philip Di Salvo soprattutto e molti altri che li hanno accompagnati.
Matteo è morto a gennaio, a soli 52 anni, e i suoi pensieri degli ultimi mesi erano stati anche per DIG, per cercare di far sì che uno dei suoi progetti a cui teneva di più potesse avere ancora il suo sostegno. Per questo in un surreale pomeriggio di gennaio ci convocò e decidemmo di aprire una Fondazione a suo nome: la Fondazione Matteo Scanni. Qui trovate il lavoro che ha fatto il comitato promotore.
Matteo aveva chiara la qualità del giornalismo, il respiro internazionale che mancava ormai da troppo tempo in molti festival, che non fosse solo nei grandi big chiamati a calcare la scena e i palchi, ma a costruire una parte di tessuto connettivo fra idee e la loro realizzazione.
Ecco perché il Pitch del DIG è stata una vera rivoluzione. Una realtà con dei bilanci medio-bassi è riuscita a dedicare un grande sforzo economico, di investimento, in due azioni: fornire ai vincitori un gettone generoso per iniziare a lavorare e fornire un momento di relazione e contatto con broadcaster internazionali e nazionali che potessero opzionare i progetti o investire a loro volta per averli nelle future programmazioni.
Con Matteo ho lavorato per diversi anni e in diversi progetti e questa esigenza, soprattutto per l’Italia, era sempre un limite. Idee anche buone o che poi hanno vinto importanti riconoscimenti, come per noi così per tantissimi altre e altri, nascevano dai risparmi e in condizioni di austerità, ma con la spinta ideale che per un lungo periodo ha portato i suoi frutti.
Ma nel DIG, fin dal suo esordio, avevo ritrovato quel pensiero: la necessità di creare una rete fra produttori e creativi e professionisti, avere un salvadanaio neanche troppo piccolo da assegnare per dare il via al lavoro, tessere i rapporti e costruire un luogo di scambio sulle progettualità.
Matteo era così: ha costruito tutto questo e non lo ha mai utilizzato, dentro lo sforzo di mantenere viva questa esperienza, quasi avesse scrupolo di intaccarne la purezza.
Andiamo al DIG a salutare Matteo Scanni e il suo Stay Gold! La frase che dedicava ai diggers: non fatevi corrompere, siate come l’oro, incorruttibile, tenete vivi i vostri sogni.
Lo ricorderanno discorsi, fotografie, video. Uno lo voglio citare e poi lo pubblicheremo appena sarà possibile: una clip di sette minuti montata dal regista Armando Trivellini, altro grande amico, con la voce e le immagini di Matteo che ci raccontano com’è il buon giornalista. Sette minuti di consigli preziosi. Inizia il DIG 2022, Stay Gold.
Matteo ci manca, sarà con noi.