Arts for the commons: il progetto tra arte e attivismo per rivendicare i beni comuni di Francesco Martone e Rosa Jijòn

“A4C intende esplorare gli spazi interstiziali tra potere e comunità, sistema delle arti tradizionali e società, stati e territori. Perseguiamo la documentazione come pratica artistica. In una fase storica di quello che Antonio Gramsci ha chiamato “interregnum”, nel quale sappiamo cosa lasciamo ma non sappiamo cosa troveremo, A4C è uno spazio di ricerca collettiva, sperimentazione…”

Cos’è un bene comune?

Il genere umano è un bene comune?

Un paio di quesiti che mi sono saltati addosso leggendo del progetto di Martone e Jijòn.

E così sono andata prendermi una canzone non vecchissima che, quando passava alla radio nel 2017, mi faceva sempre fermare, canticchiare e camminare con il dubbio di chi fosse la colpa.

Human, Rag’n’Bone Man

Take a look in the mirror
And what do you see
Do you see it clearer
Or are you deceived
In what you believe
'Cause I'm only human after all
You're only human after all
Don't put the blame on me
Don't put your blame on me

Diritto alla cittadinanza di Serena Chiodo

“Quando ho firmato, la funzionaria mi ha detto Complimenti signorina, lei ora è cittadina italiana”.

Ma complimenti di cosa? E prima, cos’ero? Non ero cittadina italiana, ma non ero nemmeno immigrata. Ho vissuto 18 anni in una cazzo di terra di mezzo. Come si fa, così, a riconoscersi? Mi sono fatta miliardi di domande per cercare di arginare un pensiero che mi girava nella testa: Non sono niente! Non sono come i miei compagni, ma nemmeno come i miei genitori.

Scelgo una canzone che per me ha sempre rappresentato il fatto di essere basita di fronte alle cose del mondo. Era Jamiroquai nel 1996 e io la ascoltavo sempre pensando che eravamo proprio fregati.

What we're living in?
Lemme tell ya

21 anni da Genova e quello che non si vede di Angelo Miotto

Il direttore Angelo Miotto nella sua analisi, ad un certo punto ci dice: E invece. Se riuscissimo a diventare noi stessi un amplificatore, un passa-parola mondiale, di quante iniziative ci parlano di collaborazione, condivisione, partecipazione, solidarietà, forse la smetteremmo anche di dire che abbiamo perso.

Ma io ancora non lo so e allora chiedo soccorso alla canzone che negli anni novanta mi proteggeva dal mondo. La suonavo nel mio nuovo stereo dove potevi mettere al CD la funzione repeat di una traccia che volevi. Mi sentivo così rivoluzionaria allora. Vabbè.

Premiata forneria Marconi, 1972

No, cosa sono? Adesso non lo so

Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso

No, cosa sono? Adesso non lo so

Sono solo, solo il suono del mio passo

L’eredità di Berta Caceres di Elena Esposto

Elena Esposto ci porta nel suo pensiero, quello di quando si cerca di capire come prendere l’angolo da quale far generare la storia: “Nel ragionare su questo pezzo ho pensato molto a come avrei voluto parlare di Berta Càceres, non solo una figura fondamentale nel panorama della lotta per i diritti ambientali ma anche una donna che ha saputo unire su di sé la profonda intersezionalità delle lotte contro il patriarcato, il capitalismo e il colonialismo e che ha il potenziale di ispirare moltissim* altr* compagn* nel mondo attraverso le sue parole e il suo esempio.”

Marta Gomez e le voci di donne della sua canzone, mi sembrano le protagoniste necessarie ad accompagnare questo racconto importante, per fare in modo che i ricordi non siano solo murales dimenticati su muri di periferia, ma storie che continuiamo a raccontare per avvicinare tra loro gli esseri umani.

Mi mayor sueño: poderles regalar una casa a mis suegros
Como colocar una miscelanea en mi casa
Me gustaría montar un local de ropa
Terminar de pagar mi casita
Darle una mejor educación a mis hijos
Ponemos local, que uno se defienda ya
Sacar mis hijas adelante en el estudio
Esa sería mi felicidad
Verlas algún día que se les cumpla el sueño y ya

Isca, paradiso perduto e ritrovato di Francesca Messineo

Isca è il mio personale paradiso perduto, il luogo dove mi rifugio quando voglio staccare da ogni routine. E’ una località di mare dal fascino brullo e un po’ decadente come se ne trovano tante sulla costa ionica calabrese, e io me ne sono perdutamente innamorata. 

La strada che porta a mare è larga, malandata e poco adatta a passeggiare, con alberi di fichi che come pietre miliari segnano le distanze. Da un grande spiazzo asfaltato si può proseguire tra gli alberi e le sterpaglie per arrivare fin sulla sabbia, in una sorta di vicoletto dove automobili e barche in secca si contendono il poco spazio disponibile. 

Francesca Messineo mi ha convinta, io Isca la voglio vedere.

Ne sento soprattutto la malinconia e per questo parlando con Sofia mi butta lì i Baustelle e niente, mi parte il cortocircuito.

Scappare e trovarsi ad Isca.

I provinciali, 2005.

Sacrificata vittima
Verso d'amore cerca fiato per non soffocare più
Azzittasi crepuscoli, balere ad ore piccole

Elliott Smith going nowhere, intervista a Holdenaccio di Luca Rasponi

Qui dubbi non ne ho.

Elliott Smith accompagna quotidianamente la mia vita, i miei laboratori di scrittura, i miei struggimenti da quarantenne che a volte si dimentica di avere 43 anni.

Parte Between the bars e il mondo fuori può urlare quanto gli pare, tanto io non lo sento.

Grazie a Rasponi per l’intervista e per avermi portato nel mondo di Smith in un modo decisamente insolito.

People you've been before
That you don't want around anymore
That push and shove and won't bend to your will
I'll keep them still

Geografie dell’essere di Laila Sit Aboha 

Per portarvi nella nostra rivista cartacea ho scelto questa introduzione al pezzo di Laila Sit Aboha che si intitola “Geografie dell’essere” e fa parte di Geografie.

“Le vite delle identità ibride sono in lotta costante per il riconoscimento dei propri nomi e cognomi, forti come carte di identità.”

Confusa come nel 1991, rimetto qui i NIRVANA che ci dicono di venire come siamo, che eravamo, come avrebbero voluto che fossimo.

Come as you are, as you were
As I want you to be
As a friend, as a friend
As an old enemy

Take your time, hurry up
Choice is yours, don't be late
Take a rest as a friend
As an old
Memoria, memoria
Memoria, memoria

In terra straniera di Giulia Oglialoro

Del film raccontato da Giulia Oglialoro voglio prendere le atmosfere e quindi chiamiamo in causa Acustimantico che porta qualcuno da qualche altra parte.

Cosa porti tu che vieni da lontano?
Ti porto una parola con un altro suono
Un altro suono, un altro suono
La vita che ho vissuto stretta in mano
Un nodo da slegare
Ti porto quello che vengo a cercare

Angola, un voto che non scioglie le tensioni di Marcello Sacco

“…non si può dire che siano stati trent’anni di democrazia quelli vissuti da questo grande Paese dell’Africa lusofona, poco più di trenta milioni di abitanti su una superficie enorme e ricchissima di risorse, a cominciare dal petrolio, di cui è il secondo produttore africano (non è un caso se il ministro Di Maio è volato laggiù due volte in due mesi, a marzo e aprile, la prima con il capo dell’ENI Descalzi, la seconda senza Draghi solo perché quest’ultimo aveva il covid).”

Marcello Sacco ci racconta in maniera puntuale un frammento dell’attualità angolana. Io sono stata molte volte a Luanda e quella struttura patriarcale che l’autore racconta, l’ho vista tradotta in ville, interi quartieri al servizio “del re”.

La guerra prima e questa deriva poi, hanno reso l’Angola un posto strano, ostile e meraviglioso.

Quindi oggi un grande classico, con buona pace di chi sa che l’ho già usata mille volte, ma oggi è operazione nostalgia e così sia.

Angola angola
Oi qu'povo sabe
Ami nhos ca ta matá-me
'M bem cu hora pa'me ba nha caminho
Ess convivência dess nhôs vivência
Paciência dum consequência
Resistência dum estravagância

Il sale di Penelope: cosa succede in mare di Ilaria Potenza e Paula Blanco

“Abbiamo incontrato Oscarina e Giovanna, che si sono scelte durante una giornata di compere al mercato. Hanno iniziato la loro attività di pescatrici per caso. E allo stesso modo sono diventate amiche, condividendo tutti i giorni l’alba e reti piene di vongole.

Se all’inizio nessuno credeva a questa scelta, col tempo persino i colleghi più veterani hanno iniziato ad affidarsi ai loro consigli.”

Una storia di pesca, amicizie e scoperte.

Un podcast da ascoltare.

Approfittiamo per conoscere un artista affascinate, dalle sonorità raffinate.

Fish in a birdcage

I'm a fish inside a birdcage
My brother always sings me songs
With his beak he tries to soothe me
He makes me feel that I belong
He has a wild imagination
And tells me things That must be true
Like there's a world where I can take flight
Where i can freely move